Aspartame, il nemico occulto

L’aspartame è un edulcorante a basso contenuto calorico, con un potere dolcificante duecento volte superiore rispetto allo zucchero bianco. Classico caso di serendipity, ovvero si cerca una cosa e se ne trova un’altra: basti pensare al più famoso di tutti: Colombo salpò da Palos per approdare nelle Indie, invece finì in America!

SERENDIPITY

Così è andata anche nel caso dell’aspartame, quando nel 1965 il chimico James Schlatter, leccandosi per caso un dito che gli era servito per sfogliare le pagine di un libro, sentì un sapore dolce: quelle dita erano state contaminate da un tetrapeptide sul quale stava lavorando, ovvero un farmaco antiulcera. Immediatamente si comprese la portata dell’avvenimento, ci si trovava di fronte ad un potenziale grosso colpo dal punto di vista commerciale. Si brevettò la sostanza e si chiese l’autorizzazione a commercializzarla alla FDA, l’ente americano che deve approvare la vendita al pubblico di un alimento o di un farmaco. Ma le autorità furono irremovibili; aspartame non ebbe un responso positivo, e quindi il prodotto restò nei cassetti della Searle, l’azienda produttrice fino al 1981.

Ma poi che successe?

Qualcosa che cambiò questa storia, cambiarono gli uomini e con essi le decisioni assunte, e così arrivò il via “libera” per la commercializzazione dell’aspartame. Oggi aspartame è una sostanza ubiquitaria, la troviamo praticamente ovunque: dalle caramelle alle bibite light, dagli yogurt ai farmaci pediatrici, e per dare un po’ di numeri, possiamo dire che è presente in almeno seimila prodotti e cinquecento farmaci.

COMPOSIZIONE

Ma aspartame come è composto? È fatto dall’unione di due aminoacidi, ovvero la fenilalanina, un aminoacido essenziale, cioè che non viene prodotto dal nostro corpo e l’acido aspartico, tenuti insieme da un gruppo metilico, che nello stomaco si trasforma in metanolo, che a sua volta si trasforma in formaldeide ed acido formico. Una molecola di metanolo diventa una molecola di formaldeide: quindi un rapporto di uno ad uno.

Ma il metanolo non è cancerogeno? E non è cancerogena anche la formaldeide?

Il metanolo lo troviamo anche in alcuni succhi di frutta e spesso nel vino, ma la presenza contemporanea dell’etanolo lo controbilancia. In aspartame è solo! Commercialmente prese il nome di Nutrisweeth di Searle e la pubblicità diceva: “Le piante di banane non producono Nutrisweeth e nemmeno le mucche, ma potrebbero… se tu mangiassi banane e latte sarebbe come mangiare Nutrisweeth; è fatto di alimenti che troveresti naturalmente nelle cose buone da mangiare. È costituito da due blocchetti di proteine, la natura non produce il Nutrisweeth, ma Nutrisweeth non potrebbe essere fatto senza”.

Ma è vero quello che dicevano?

In parte, perché nelle banane e nel latte ci sono questi due aminoacidi, ma non sono soli, ma inglobati all’interno di una proteina. In questo caso la fenilalanina da sola può arrivare al cervello e produrre danni importanti e per legge nei prodotti dove è contenuta deve essere segnalata sull’etichetta. Non succede questo con il latte e le banane che pure la contengono.

Perché?

Semplicemente perché nel latte e nelle banane, come già detto, tutti gli aminoacidi sono presenti e quindi in qualche modo legati tra loro…

MA FA MALE?

Ricapitolando noi abbiamo due sostanze singole non l’intero pool, tenute insieme da un gruppo metilico, che nello stomaco o semplicemente al calore, si trasforma in metanolo che poi diventa formaldeide. E noi questo prodotto lo facciamo assumere anche ai bambini…

L’Istituto Ramazzini di Bologna ha fatto uno studio importantissimo sull’incidenza di aspartame in ambito neoplastico: si è partiti dall’idea di seguire delle cavie di laboratorio, non soltanto lungo le centoquattro settimane che la sperimentazione prevede, ma fino alla morte; ebbene molte di queste, prima di morire, ma dopo la centoquattresima settimana, hanno sviluppato tumore. Ma perché la comunità scientifica internazionale non accetta queste valutazioni fatte da un istituto indipendente?

Perché?

Perché vanno oltre il protocollo, e il protocollo dice che le cavie dopo la centoquattresima settimana vanno soppresse, quello che succede dopo non ci riguarda, non esiste! Veniamo agli uomini: le dosi consentite sono quaranta milligrammi per chilo corporeo al giorno nell’adulto e venti nel bambino, che sono praticamente irraggiungibili anche con l’alimentazione più scriteriata che si possa pensare.

Allora cessato pericolo?

Sì, se non si tiene conto di quello che basta una piccola quantità di una sostanza cancerogena per far scatenare la mutazione che è alla base del tumore, quindi in questo caso che senso ha parlare di limiti e di dosi consentite?

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Dr. Rocco Berloco
Dr. Rocco Berloco
Rocco Berloco, medico chirurgo, specializzato in Medicina Generale, esperto in Omeopatia con iscrizione presso l’Albo dell’Ordine dei Medici di Bari. In quanto omeopata tratto i disturbi pediatrici, le allergie, le problematiche ginecologiche, tutte le patologie funzionali dell'intestino, ma in special modo mi occupo di ansia, di depressione, di attacchi di panico, ma anche di supportare il soggetto oncologico con medicinali omeopatici, per antagonizzare gli effetti collaterali della chemio e radioterapia. Da sempre mi piace pensare che basta poco per trasformare la sofferenza in un sorriso, che la Medicina sia Una e comprenda varie sfaccettature e che la sua Mission sia quella di aiutare le persone a Cambiare, a diventare migliori, a lasciarsi alle spalle sofferenze e traumi, perchè non si deve curare la Malattia, ma guarire l'Uomo. Cerco di avvicinarmi alle emozioni, di riuscire a parlare loro e farle fluire in modo da rendere le persone libere da quegli schemi e da quelle convinzioni limitanti che ne bloccano i comportamenti. Lavorare per il cambiamento significa scrollarsi di dosso pattern negativi ed abitudine non ecologiche. E tutto questo si può fare attraverso i medicinali omeopatici, attraverso i fiori di Bach (ma anche altre essenze floreali) e i fitoterapici. Ma non solo. A volte non basta, bisogna scendere in profondità, scrostare la rabbia, vivere diversamente il Tempo, il passato di cui non ci si riesce a liberare ed il futuro che è sempre un passo davanti. Bisogna imparare a restare nell'attimo, nel qui ed ora, nel hic et nunc, bisogna fermarsi semplicemente nel Presente. A volte è fondamentale il lavoro profondo con la pnl (programmazione neurolinguistica) per prendere finalmente consapevolezza dei propri Talenti, per far riaffiorare la propria autostima. Ma a volte c'è bisogno anche creare un percorso, trovare la strada, fissare gli obiettivi, identificare la propria Mission, attraverso una Vision personalizzata. Ecco perchè diventa fondamentale il coaching! Ma spesso il tassello decisivo è nel nostro intestino, perchè l'asse intestino-cervello muove tanti neurotrasmettitori, tante citochine, tante endorfine, e perchè andando a ritroso la stragrande maggioranza delle patologie si struttura su quella che gli anglosassoni chiamano "leaky gut syndrom" in Italia meglio conosciuta come permeabilità intestinale. E allora prendiamo coscienza del ruolo fondamentale del microbiota, e che i probiotici non sono tutti uguali, e che un intestino sano fa persone sane.