Claudio Baglioni: “In questa storia che è la mia”, opera-concerto live

Una notte di note, tutta in un abbraccio, “in questa storia che è la mia”. Quanti di noi possiamo dire questa frase e sentirla davvero nostra. Quando si parla di Claudio Baglioni, tutti noi, ma proprio tutti, abbiamo una canzone che ricorda un notte di note, che sta tutta in un abbraccio e per una storia che è solo nostra. Quella di Claudio, la rivivremo il 2 giugno e con lui mondi paralleli si apriranno nei nostri cuori, voli fantatici che saranno viaggi nel tempo, quello buono, della nostra vita.

Come si fa a “recensire” una carriera come quella di Claudio, in un semplice articolo. Sarebbe non solo irriverente, ma praticamente impossibile.

Per dire qualcosa che non tutti sanno, si potrebbe dire che la prima opera musicale di Claudio Baglioni fu una suite musicale per una poesia di Edgard Allan Poe. O si potrebbe poi citare la sua interpretazione della colonna sonora di “Fratello Sole e Sorella Luna” di Franco Zeffirelli.

Musicalmente parlando, personalmente, ritengo opere omnie gli album “E tu” e “E tu come stai“. In questi due album non c’è un solo pezzo che sia “riempitivo”. Ogni brano è una poesia pura. Certo, tutti gli album contengono dei capolavori, ma difficilmente, si riesce ad azzeccare due album di fila, tutti interi, senza scartare neanche un brano. Baglioni è uno ei pochi che può vantare questo primato nella sua lunga carriera.

Ma, a proposito di album, parliamo di questo appena uscito, che ha già fatto 60 mila copie vendute, tra cd e vinili, e oltre 4 milioni di streaming.

In questa storia che è la mia

Un album di soli inediti, a consacrazione di una vita dedicata alla musica e che sarà celebrata il 2 giugno in concerto che è un’opera straordinaria e unica. Di cosa si tratta? Lo spiega Claudio Baglioni in queste poche righe.

“La ferita dei teatri vuoti ci ha colpiti al cuore e faticherà a rimarginarsi . Per questo ho cercato di contribuire a riempire quel vuoto, portando in dono al teatro tutto quello che avevo da dare. Musica e parole, naturalmente. Ma anche un’Opera – “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” – che fonde recitazione, danza, gesto, giochi di luci e suoni, “quadri” animati da performer, e nella quale grande orchestra, coro lirico, coristi e band diventano co-protagonisti della narrazione.

Ognuno di noi – con la propria arte, sensibilità, intensità, espressività – ha provato a cancellare il vuoto del teatro, riempiendolo, letteralmente, di vita. E, così, tutto – palcoscenico, golfo mistico, platea, palchi, loggioni, foyer, corridoi, backstage – è diventato scena.

Uno spettacolo totale in uno spazio scenico totale, nel quale – per la prima volta – l’idea wagneriana dell’arte totale si realizza in una architettura totale. “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” è davvero uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. E non solo perché in “tempi normali” non sarebbe mai stato possibile concepirlo né realizzarlo ma, soprattutto, perché credo ci sia bisogno di idee eccezionali per aiutare certe ferite a rimarginarsi, e trasmettere le energie che servono a fare di dolore, difficoltà e privazioni i semi per costruire un futuro nuovamente degno di questo nome”.

Claudio Baglioni con camicia bianca e cravatta nera, camicia bianca, sorride, appoggiato ad un armadio con le vetrine
©_ANGELO_TRANI

L’opera-concerto

È la storia di un grande amore e dell’amore stesso: amore personale – reale o ideale, fisico o mentale, vissuto o semplicemente vagheggiato ma, sempre inatteso, sorprendente, travolgente – di un “uomo di varietà” e della sua “principessa”. Ma anche amore universale: antico, eppure ogni volta incredibilmente nuovo, che anima ogni venatura del tempo – passato, presente e futuro – e dà senso e valore a tutte le stagioni della vita: fanciullezza, adolescenza, gioventù, maturità.

Uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali, dice Claudio. Infatti, l’opera-concerto totale è registrata presso il Teatro dell’Opera di Roma. Eccezionale non solo nell’ideazione – parole e musiche di Claudio Baglioni, direzione artistica di Giuliano Peparini -ma soprattutto nella realizzazione. In tempi normali, infatti, non sarebbe mai stato possibile dar vita a un’opera che trasforma in ambiente scenico ogni spazio – retropalco, palchi, golfo mistico, platea, foyer, camerini e corridoi – del Teatro nel quale va in scena.

188 tra musicisti, coristi, cantanti, ballerini, performer. Le coreografie sono affidate a Giuliano Peparini e a Veronica Peparini, per la regia televisiva di Luigi Antonini.

Per quel che riguarda le musiche, gli arrangiamenti sono di Celso Valli e Paolo Gianolio, a cui è affidata anche la direzione della band, mentre la direzione dell’orchestra è a cura di Danilo Minotti.

Ad aprire lo show, un monologo scritto dallo stesso Claudio Baglioni ma interpretato dal grande Pierfrancesco Favino e un preludio danzato affidato all’étoile Eleonora Abbagnato.

Lo spettacolo prevede 90 minuti densi di Arte totale, teatro totale ed estetica cinematografica.

in questa storia che è la mia

È possibile acquistare i biglietti in prevendita sui siti di Ticketone, Vivaticket e Ticketmaster e dal 31 maggio anche su ITsART.

IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA è prodotto da Friends & Partners e Fenix Entertainment S.p.A, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”