Contagion: il film che aveva previsto la pandemia.

Contagion è il celebre film, diretto dal regista Steven Soderbergh, uscito al cinema nel 2011, ma in onda su Sky Cinema in questi giorni. Un lungometraggio che sembra aver previsto l’emergenza Coronavirus che è in corso.

Contagion

Contagion ha una trama premonitrice: un virus che sconvolge il mondo intero diffondendosi da continente a continente. Un film che, per chi non ama questo genere, può risultare surreale e non molto appassionante. Una storia che dopo nove anni diventa una triste e tragica realtà.

Scott Z. Burns, lo sceneggiatore di Contagion, ha ricevuto molte domande su come abbia fatto a prevedere una situazione simile. In un’intervista fatta di recente, Burns, ha eliminato ogni dubbio.

“Gli scienziati con cui ho parlato all’epoca, avevano detto che si trattava di capire quando ciò che accade nel film sarebbe successo nella realtà”, ha affermato lo sceneggiatore per poi concludere dicendo “Non se prima o poi sarebbe successo”.

Fiction o realtà?

Sono molteplici le analogie che accomunano il film Contagion e questa attuale pandemia. Ma partiamo dalle origini.

Gwyneth Paltrow è l’attrice che, nel film, interpreta il paziente zero. La donna contrae il virus, MEV-1, durante un viaggio ad Hong Kong. Le sue condizioni di salute si aggravano rapidamente. Muore, infatti, accompagnata dalle convulsioni nel giro di 48 ore.

Nella nostra situazione attuale, anche il Coronavirus sembra esse partito dalla Cina, più precisamente dalla città di Wuhan.

“Da dove arriva il virus?”
Questa è la domanda che ci poniamo da ormai parecchi mesi. In Contagion, il virus MEV-1, nasce da un incrocio tra pipistrello e suino. L’attrice Jennifer Ehle, che nel film interpreta una virologa, afferma: “In qualche parte del mondo, il pipistrello sbagliato ha incontrato il maiale sbagliato.”

Anche nella nostra triste realtà, si sostiene che il Coronavirus abbia origine dai pipistrelli o dal pangolino.

“Come si trasmette il virus?”
La seconda domanda a cui tutti i medici e gli esperti hanno fin da subito risposto. In Contagion, il virus, viene trasmesso tramite contatto. Nel film, infatti, il primo contagio si ha nel momento in cui uno chef di Hong Kong, dopo aver trattato un maiale contaminato, stringe la mano alla donna riconosciuta poi come il “paziente zero”.

Proprio come nella vita reale, anche il Coronavirus, viene infatti trasmesso tramite contatto fisico.

“Un metro di distanza è abbastanza sufficiente per non contrarre il virus?”
Terza domanda che tutti noi ci poniamo ogni giorno.

“Non toccare nessuno, non parlare con nessuno, stai lontano da tutti”.

Questa è la frase chiave all’interno di Contagion. Ma oggi che la pandemia è diventata realtà, la distanza sociale è vitale.

Trova le differenze

La cosa più evidente, di tutta questa storia, è il corso di vita del virus.

All’interno del film, il MEV-1, ha un periodo di incubazione di 48 ore. Per il Coronavirus invece va da due fino a quattordici giorni. Il tasso di mortalità è del 20%, mentre per il Covid-19 secondo l’OMS la letalità è molto più bassa, anche se la velocità di contagio è la stessa.

Nonostante i sintomi e il tasso di mortalità siano differenti rispetto alla realtà, Contagion è stato definito come la profezia di questa pandemia.

Speriamo sia a lieto fine, come nel film.

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.