Daniele Novara, l’insegnante di inglese dei calciatori

Daniele Novara è un docente privato di lingua inglese di Torino che, tra tanti, ha insegnato a Massimiliano Allegri, Federico Bernardeschi e Daniele Rugani.

Laureato in lingue e letterature straniere e moderne dieci anni fa, in particolare in inglese e spagnolo, Daniele si è avvicinato al mondo british sin da piccolo. «Studio inglese da solo dalla prima elementare – dice –. È sempre stata una passione tanto che d’estate in spiaggia leggevo il dizionario. Solo così ho perfezionato la lingua e sono arrivato a sviluppare il mio personale metodo di apprendimento e insegnamento».

Di cosa si tratta?

Col tempo ho capito che molti insegnanti, soprattutto nella scuola pubblica, insegnano una qualsiasi regola linguistica senza spiegare, però, perché e come funziona. Io ho deciso di sviluppare un metodo personale, basato sulla logica della regola stessa, perché ritengo che sia inutile studiare i meccanismi grammaticali a memoria, ma serva piuttosto creare degli schemi mentali per ricordarli. È su questo che ho scritto il mio libro “In English please”. Da lì ho iniziato ad avere feedback positivi: alcuni addirittura mi scrivevano dicendomi che l’inglese, che prima odiavano, ora gli piaceva o che finalmente li appassionava. Per me è una grande soddisfazione.

Dalla scuola al campo da calcio

E al mondo del calcio com’è arrivato?

È stata una cosa del tutto inaspettata che non avrei mai nemmeno immaginato, anche perché non sono un grande tifoso di calcio ma solo simpatizzante per la Juventus, la squadra della mia città. Quasi quattro anni fa, però, dalla mia scuola hanno deciso di affidarmi un corso con un personaggio importante. Era Allegri, l’allora allenatore proprio della Juve. Passavamo diverse ore insieme, preparando non solo la teoria, ma anche la pratica con simulazioni di conferenze, allenamenti e interviste in lingua.

A sinistra Massimiliano Allegri con il libro di Daniele Novara (nella foto a destra)

Da quel momento è stato tutto un passaparola naturale. È arrivato Bernardeschi che ho seguito per un anno e con cui mi sono subito trovato in sintonia, poi Rugani insieme alla compagna Michela Persico che ho visto fino a poco prima della quarantena. Con loro ho creato un vero legame, sono alla mano e stanno anche migliorando molto nell’apprendimento.

Il rischio del contagio

E poi è arrivata la notizia della positività al Coronavirus proprio di Rugani.

Sì, tra l’altro è successo tutto in modo strano. Ci eravamo visti fino alla settimana prima della notizia, arrivata a metà marzo, ma io già a fine febbraio mi ero sentito male. Un malessere mai sentito, tanto da stare a letto tutto il giorno. Il mio medico era stupito, perché a novembre avevo persino fatto il vaccino anti-influenzale. Quando poi è arrivata la notizia di Rugani il pensiero è andato immediatamente a un possibile mio contagio, ma ormai non avevo più sintomi e quindi non ho fatto nessun tampone. Ora anche lui e la compagna stanno bene ma ovviamente le lezioni continuano a essere sospese.

Daniele Novara a lezione con Daniele Rugani e la sua compagna Michela Persico

E come gestisce le lezioni a distanza?

È molto difficile, anzi prima di questa situazione ho sempre detto di essere contrario ai corsi online, perché i problemi di audio e di linea, l’assenza dell’inquadratura del viso, la mancanza della lavagna e del rapporto diretto con l’alunno complicano notevolmente la resa della pronuncia corretta.

Non lo consiglio, ma ovviamente in questa situazione di emergenza mi sono adattato. Non tutti i corsisti, però, hanno deciso di fare lezione via webcam, perché preferiscono quelle in presenza. Per chi ha continuato ci stiamo adattando, ma non vediamo l’ora di tornare a farle di persona.

Un insegnante un po’ attore

A proposito di contatto diretto, qual è il segreto secondo lei per essere un bravo insegnante?

Sembrerà strano, ma risponderei le doti attoriali. Prima di insegnare ho fatto il figurante in serie di successo come “Centrovetrine” e negli anni mi sono reso conto di quante affinità ci siano tra i due lavori. Un insegnante, infatti, quando si relaziona con i suoi alunni deve in parte annullarsi, mettere uno schermo per nascondere preoccupazioni o problemi esterni e separare la scena privata da quella lavorativa per mantenere integra la propria figura professionale e mantenere il giusto distacco. In questo senso un docente deve essere versatile come un attore.

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.