Drive in: tornerà il cinema sotto le stelle?

Il 6 giugno 1933 è stato aperto il primo cinema drive in. Per vent’anni ha avuto un grandissimo successo ed ha venduto più biglietti dei cinema normali.

Ritorno alle origini

L’idea è nata grazie a Richard Hollingshead, un rivenditore di ricambi per automobili, che decide di aprire il primo cinema drive in a Pennsanken, negli Stati Uniti.

Questa particolare tipologia di cinema all’aperto, è nata grazie ad una donna in sovrappeso. Si trattava di Miss Hollingshead che , a causa della sua fisicità, non riusciva a sedersi nelle poltrone del cinema.
Richard Milton Hollingshead Junior, il figlio della donna in questione, voleva trovare una soluzione a questo problema. Il lampo di genio arrivò nel 1932. Il ragazzo aveva fatto sedere sua madre nella macchina e aveva attaccato a due alberi nel suo giardino un lenzuolo bianco su cui proiettare il film.

La famiglia e i vicini della zona rimasero entusiasti e sbalorditi da questa novità. L’idea aveva avuto un grandissimo successo e il ragazzo avevo, così, deciso di investire in questo nuovo progetto.
Con il passare dei mesi, Mr Hollingshead, pensava a come poter migliorare la qualità del video, amplificare il suono e soprattutto come poter disporre le macchine in modo tale da permettere a tutti un’ottima visione.

E’ così, dopo aver messo in piedi una piccola società, il 6 giugno 1933 il drive-in era pronto per trasmettere il primo spettacolo.

Il successo del drive in

L’idea, nel giro di pochi anni, si è diffusa in tutti gli Stati Uniti. Il drive in era la formula vincente dell’epoca.

Questo era dovuto al fatto che le spese da sostenere erano veramente molto ridotte, mentre in compenso il guadagno era più che assicurato. L’incasso non era dovuto tanto ai biglietto, ma alla vendita di Coca-Cola e popcorn.

La fase di declino

Dopo vent’anni di successo, purtroppo, il drive in è andato incontro ad un rapido declino. Negli Stati Uniti ne sono rimasti solamente quattrocento e circa cento in tutto il resto del mondo. In Italia ricordiamo infatti il Metro di Roma che ha riaperto nel 1997.

Le cause di questo crollo sono molte. La prima è da attribuire principalmente alla qualità del video e del suono. Questo deriva dal fatto che, negli anni Cinquanta, la differenza non era facile da percepire. Con il passare degli anni, invece, con lo sviluppo della tecnologia, queste pecche si sono evidenziate sempre di più.

I drive in sono stati quasi tutti delle iniziative a livello familiare. Ed è questa un’altra causa del crollo. Non tutti i figli, crescendo, volevano continuare l’attività dei genitori.

Tornerà il drive in?

L’emergenza del Coronavirus ci ha privato di tutta la nostra quotidianità. Per tornare a vedere un film, un concerto, uno spettacolo teatrale e una partita di calcio ci vorrà ancora molto tempo. Non è facile trovare una soluzione a tutto e in così poco tempo.

“Ma per quanto riguarda il cinema, il drive in potrebbe ritornare?”

Sono in molti a porsi questa domanda. A Roma, infatti, il CNA insieme ad un gruppo di esercenti del settore, sta proponendo questa iniziativa.
Il loro progetto si chiama “CineDrive“.Questo permetterà di vedere i film nella più totale sicurezza, all’interno della nostra auto.

“Questa opportunità ci darà la possibilità di vivere la magia delle serate all’aperto in macchina come nelle immagini dei drive in di tanti anni fa” , ha dichiarato il segretario della CNA, Stefano Di Niola.

Questo sarà allora un modo per tornare a vedere i nostri amati film con Coca-Cola e popcorn?



Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.