Fabrizio Nitti : “E tu vivi”, il nuovo brano dedicato al figlio

In attesa del nuovo album, e dopo la pubblicazione, durante il primo lockdown di “Resto a casa”, i cui proventi sono stati devoluti agli ospedali di Genova, torna Fabrizio Nitti, con un nuovo singolo intitolato “E tu vivi”.

E tu vivi

Non è facile essere genitori oggi, non lo è mai stato in realtà. Ma le nuove generazioni sono esposte a situazioni e contesti ben lontani dall’immaginazione di quando eravamo bambini noi. Se poi consideriamo il contesto storico attuale e l’eccezionale periodo dovuto alla pandemia, le difficoltà si amplificano. La scuola, i social e le difficoltà del mondo del lavoro rendono ancora più difficile il compito di padre. Ma alla fine, il percorso di crescita è un’esperienza comune in qualsiasi epoca ed è inevitabile che un padre si riveda e si rispecchi nel proprio figlio.

“È semplicemente una lettera ad un figlio in cui lo metti in guardia sulle difficoltà della vita esortandolo a vivere con caparbietà, passione e coerenza. Ma è anche una lettera allo specchio, un rivedersi, ritrovarsi, come se in fondo la tua e la sua vita fossero legate da un filo invisibile, che a volte ti porta a viaggiare o ad aver viaggiato su strade magari simili ma diverse”, dice al riguardo Fabrizio Nitti.

Il rapporto padre-figlio, da sempre fonte di ispirazione per diverse generazioni di cantautori, torna alla ribalta in questo nuovo singolo, “filtrato”, dalla scuola cantautorale genovese.

Decisamente un bel risultato, una canzone di classe, dove l’argomento è trattato in maniera semplice ma coinvolgente. Un messaggio positivo, e perché no, di speranza per gli adulti che verranno.

Ottima la parte musicale, impreziosita da una chitarra elettrica, suonata da Simone Amodeo, quasi in stile Dire Straits.

fabrizio nitti - il cantautore, giubbotto di pelle e t-shirt nera, appoggiato a una inerriata, all'interno di un parco

Fabrizio Nitti

Astigiano, classe 1971, ma da sempre residente a Genova. Nel 1985 conosce Paolo Agnello con il quale decide di formare un duo e con cui parteciperà, negli anni successivi, a più edizioni al Festival di Castrocaro. Nel 1997 vince l’Accademia di Sanremo, con lo stesso Paolo, portando sul palco il brano “Genova” con cui partecipa aSanremo GiovaniL’anno dopo, partecipa alla 48° edizione del Festival di Sanremo con il brano “I ragazzi innamorati”. A due anni dall’esordio sanremese, nel 2000, esce “Alkè”, il primo album del duo.

Nel 2002 arriva il Secondo posto al Premio Lunezia nella categoria autori con il brano “Liguria” scritta sempre con Agnello. Nel 2003, Nitti e Agnello vincono il Premio Città di Recanati con la canzone “Un giorno di ordinaria follia”. Nel 2004 Fabrizio decide di intraprendere la carriera da solista ma non smetterà mai di collaborare, come autore, con Paolo.

Nel 2014 ha interpretato il brano “Noi due” di Umberto Bindi pubblicato nel disco tributo “Il mio mondo solidale”, prodotto dall’associazione culturale “La voce delle donne” di Roma. Nel 2017 è protagonista nell’album “Una ragione per essere qui”.

Video & Credits

Il videoclip, diretto da Simone Noli, è stato girato nell’entroterra Ligure, in particolare a S. Olcese, dove vive lo stesso cantautore, nel Parco Storico di Villa Serra, riconosciuto tra i parchi più belli d’Italia situato proprio nel comune stesso. Scene di ordinaria vita adolescenziale, guardate attraverso gli occhi amorevoli di un padre. Interessante.

E tu vivi”, scritta da Fabrizio Nitti e Paolo Agnello, arrangiamenti di Luca Amari, è disponibile in radio, in digitale sulle piattaforme streaming, e su YouTube dal 16 novembre.

Potete seguire Fabrizio Nitti su Facebook, Instagram, sul canale YouTube e sul sito ufficiale.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.