“Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?”, il romanzo di Antonio Dikele Distefano

Bisogna davvero essere uguali per amarsi? Intendo dire, importa così tanto il colore della pelle quando si tratta di amore? E’ un errore abbracciare un corpo diverso dal nostro? Che poi, “diverso”, cosa vuol dire?
Lo sa bene Antonio cosa vuol dire sentirsi diverso agli occhi della gente. Di tutte quelle cose che non puoi viverti perchè pensi non possano appartenerti. Ed oggi, per la rassegna Libri on the road, dopo aver parlato di “Prima o poi ci abbracceremo”, la recensione di “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?”, il romanzo di Antonio Dikele Distefano.

Il romanzo di Antonio

Chi decide quali sono le regole per amare? In amore non esistono regole, lo sappiamo tutti. Arriva, tutto d’un tratto e ti stravolge, come quelle tempeste in piena estate. Come quelle giornate in cui ti scordi di tutto, anche degli impegni più importanti. Perchè l’amore è così, uragano. A volte arriva e nemmeno te ne accorgi. “Ci sono persone che mi amano già da un pezzo e io manco me ne accorgo. Mi rendo conto sempre troppo tardi perchè guardo altrove.”

E poi capita di perdersi. Tra le incomprensioni, tra i silenzi, tra le attenzioni mancate. Ti perdi tra l’abitudine e ti ritrovi tra il senso di colpo di aver voluto fare di più o spesso di aver voluto proprio fare, perchè “quando qualcuno se ne va per sempre, capisci che nei rapporti non bisogna mai dare nulla per scontato”. Ma quanto costa perdere un amore? Uno di quelli negati. Quanto costa avere la pelle di colore diversa rispetto a quella della persona che ami?

“Tenco in una canzone disse: Cara maestra un giorno mi insegnasti che a questo mondo noi siamo tutti uguali. Ma quando entrava in classe il direttore, tu ci facevi alzare tutti in piedi e quando entrava il bidello, ci permettevi di restare seduti”.

“Ognuno di noi è uno zero”

“Siamo tutti alla pari, ognuno di noi è uno 0. Perchè lo zero non è un numero ma un punto da riempire, sta a noi decidere come”.

Chissà quanta solitudine c’è nel cuore di chi priva a due persone di viversi. Antonio, protagonista di questo romanzo, lo sa bene. Ama, ama forte. Ma Antonio è nero e per i genitori di lei è un ragazzo sbagliato. Linda è bianca e per lei questo amore non è mai stato un problema. Ma non tutti la pensano così. Ed è da qui che ha inizio la storia di un amore clandestino. Un amore soffocato dal silenzio, ma che continua a bruciare ancora dentro, perchè “Nonostante tutto, ti penserò sempre”. Chissà dove vanno a finire gli amori finiti. Ma la fine di un amore come si misura?

“Non proverò a sostituirti, perchè dimenticare una persona con un’altra è come fotografare il sole e sperare che di notte ci scaldi, come quando c’è la neve e ogni passo è una traccia che ha un’identità, un istante che ci ricorda dove siamo stati.”

Con il romanzo “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?”, Antonio Dikele Distefano mette in luce quanto è difficile vivere in un mondo in cui si da più valore al colore della pelle anzichè a quanto forte sia un abbraccio. Un libro che dedica alla madre che gli ha insegnato ad amare la pioggia. Un libro che guarda la vita con gli occhi del cuore, perchè “capisci che la differenza tra spazio e vuoto è che il primo lo riempi e che nel secondo ci entri e non ne esci più.”

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.