Gatto Panceri: grazie per la gioia!

Continua l’appuntamento “speciale Gatto Panceri”, con la recensione del Concerto per la Pace. Una sorta di “diario di viaggio” di questa esperienza indimenticabile, che Zetatielle Magazine ha seguito in Terra Santa.

Live in Jerusalem 1 Novembre 2019

“Grazie per la gioia che sai dare tu”.

Credo non ci siano altre parole per descrivere quanto è accaduto a Gerusalemme: credo non si possa fare altro che dire grazie.

Grazie ad un grande artista, grazie ad una persona speciale.

Un concerto che ha visto la presenza di un numerosissimo gruppo di fans, venuti da tutta Italia, e che ha seguito Gatto Panceri in Terra Santa, vivendo con lui e con noi, quattro giorni di musica, ma anche visitando insieme i luoghi più sacri al mondo.

Pelle d’oca e… Brividi

Ci sono tanti modi per fare musica: laser, fumi, video di back-drop, migliaia di watt, ballerini e orchestra al seguito.

Ne ho visti tanti di concerti così, in giro per il mondo: tutto bello, bellissimo, per carità, ma tutto molto spesso distante dal pubblico, dove la musica diventa giusto un contorno, un corollario.

Poi ci sono concerti come quello all’Auditorium del Magnificat, all’interno del Monastero di San Salvatore, a Gerusalemme: due casse, due microfoni, due chitarre acustiche e la musica diventa magìa.

La musica torna ad essere musica: un qualcosa che aggrega, unisce, provoca brividi e pelle d’oca.

Porta pace.

Una band, mandata dal cielo

Un concerto acustico, “unplugged” come si usa dire, ma anche etnico, grazie alla magica chitarra di Francesco Buonaugurio, quanto mai mediterranea quindi ricca di contaminazioni, ed al flauto traverso di Nicola Petruccelli, un vero valore aggiunto.

Strumenti che hanno arricchito e valorizzato i testi, meglio, le poesie di Gatto Panceri, in un contesto suggestivo, quasi biblico, che ricorderemo per sempre.

Gatto Panceri, Nicola Petruccelli e Francesco Buonaugurio al concerto "grazie per la Gioia", posano sorridenti, Gatto Panceri tiene in mano la chitarra
Nicola Petruccelli, Gatto Panceri e Francesco Buonaugurio

La musica è gioia

Una scaletta ad hoc, preparata con cura, dove l’amore, in tutte le sue forme, è stato protagonista assoluto. E non poteva essere diversamente.

Gioia” cantata con i bambini del coro del Magnificat di Gerusalemme, ha aperto lo show, ed è stato il primo di tanti momenti di emozione: “la gioia è un dono è un gran regalo”, e credetemi era palpabile negli occhi di quei bambini, di etnie e religioni diverse, uniti dalla musica.

Una canzone, come ha sottolineato lo stesso Gatto, che si può cantare in pullman, al ritorno da una gita dei boy-scout, ma che in questo contesto, assume un valore diverso. Pace e armonia.

Gato Panceri canta GRazie per laGioia con il coro delbanìmbini del magnificat
Gatto Panceri con il coro del Magnificat

L’amore è il vero senso della vita

L’amore va oltre”, intensa, piena di significati ci dice che “va oltre, va dentro le persone, evade una prigione, sorprende, difende”, dedicata soprattutto ad una terra dove dovrebbe regnare la pace, ma purtroppo non è così.

Le tue mani”, bellissima, senza età, dedicata a tutti quelli che almeno una volta nella vita, hanno provato l’amore, quello vero, quello che ti fa dire “io voglio le tue mani addosso, le tue mani…le tue mani adesso”, perché proprio non ne puoi più fare a meno.

Mia” che è il giusto proseguimento, perché può capitare che “anche quando mi hai detto io devo andare via, e hai gridato “è finita”, ma era una bugia, prima o poi tu dovrai ritornare”. Si, perché l’amore non finisce, magari fa dei giri enormi, lunghissimi, ma poi ritorna.

E poi “Vivo per lei”, successo planetario, la canzone italiana, insieme a “Nel blu dipinto di blu”, più conosciuta all’estero: una “lei” che, come dice lo stesso Gatto “ognuno intende un po’ come vuole”, ma che, chiunque sia, comunque fa vibrare l’anima.

Posso garantirvi che, interpretata voce e chitarra, dall’autore, è stato un momento semplicemente emozionante. Non me ne vogliano Giorgia e Andrea Bocelli, ma questa versione, cantata da chi l’ha scritta, ha tutto un altro sapore.

Madre mia, un inno all’amore

Come emozionante è stata “Madre mia”, fortemente autobiografica, dedicata a mamma Lina, ma che in questo contesto non può non essere dedicata anche alla Vergine Maria. Un impasto di voce, chitarra e flauto, che ha inumidito gli occhi di tutti i presenti.

Dove dov’è”, perché si parla sempre di amore, anche se l’amore stesso può andare in crisi, quella “corda che mi lega a te, spezzarla adesso…ma dai è un controsenso”, e allora si fa di tutto per riannodarla. Quando l’amore è vero amore.

Un qualunque posto fuori e dentro di te”, titolo che non piaceva a Pippo Baudo, perché troppo lungo: una delle più belle canzoni mai scritte nel panorama musicale di casa nostra. Personalmente la mia preferita del repertorio di Gatto, una dichiarazione d’amore stupenda, quando “in fondo sto chiedendo solo un posto, e lo voglio adesso”.

Grazie per la gioia!

E’ già tempo di bis, e qui succede l’imprevedibile, o forse no: a gran voce il pubblico vuole risentire “Madre mia”, che ha davvero toccato il cuore di tutti i presenti, per testo e contesto (scusate il gioco di parole). Siamo tanti, tutti, a cantarla con i lucciconi, compreso Gatto, piacevolmente sorpreso ed emozionato per la richiesta. Bellissimo e bravissimi, ripeto, Francesco e Nicola, che hanno arricchito con i loro strumenti, una canzone struggente e nostalgica.

E si chiude come si era cominciato, con “Gioia”, perché è stata gioia ascoltare queste canzoni, è stata gioia assistere a questo concerto. Irripetibile.

Gatto Panceri con cappellino in testa e chitarra in mano canta davanti aun microfono "grazie per la gioia"

Shalom

Grazie Gatto, grazie per le emozioni che ci hai regalato.

Un grande artista, una grande persona, fuori e dentro il palco.

Usciamo tutti arricchiti da questa esperienza, grazie a questo concerto, per la quale è doveroso ringraziare Frà Alberto, responsabile del Magnificat di Gerusalemme. Ma grazie anche a Silvana e Lilly, della GeaWay Tour Operator di Enzo Toniutto, perfette organizzatrici e accompagnatrici di questa fantastica avventura.

Ma di questo, Zetatielle Magazine ve ne parlerà più ampiamente nei prossimi articoli.

L’avventura a Gerusalemme continua, quindi… #stayalwaystuned!!!

Grazie per la gioia che sai dare tu ”. Shalom.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.