Gerolamo Sacco presenta la versione 2020 di “La prima estate del mondo”

La prima estate del mondo” è il titolo del nuovo singolo del cantautore e produttore musicale bolognese Gerolamo Sacco, quarto estratto dal concept album Mondi Nuovi, pubblicato su etichetta Miraloop e distribuito da Believe Digital.

Gerolamo Sacco

Bolognese, classe 1980, cantautore e deejay-producer. La canzone d’autore incontra il sintetizzatore. Mannaggia la rima.

Stretto collaboratore per diversi anni di Gigi D’agostino, parallelamente studia al conservatorio e nel 2008 dà vita al progetto “Miraloop”: prima casa discografica fondata da musicisti, formata da quattro etichette indipendenti, che si occupano di un differente mondo musicale ciascuna.

Mondi nuovi” è il secondo album da solista.

La prima estate del mondo

Potrebbe tranquillamente essere la visione dell’estate che è appena incominciata, la prima estate del mondo, in un mondo trasformato, trasfigurato da nuove regole e da nuovi comportamenti. Un’estate con il distanziamento, in antitesi con il significato intrinseco di estate, che invece è simbolo di incontri, di avvicinamenti, di amori “ad interim” che nascono e finiscono sotto un’ombrellone, davanti a un tramonto.

La prima estate del mondo dopo una pandemia che ha falciato via nell’arco di una stagione tutte le sicurezze e le abitudini dei popoli. Una visione in quarantena di cosa sarà “La prima Estate del Mondo” post Covid-19. La voglia di scappare da un pianeta obsoleto, in pieno processo di autodistruzione per mano dell’uomo. Immaginare di fare “un lungo viaggio spaziale tra sogno e reale” dove il protagonista “per la prima volta vede la possibilità di approdare su un nuovo pianeta“. In estasi. Immaginare l’estate e “in quello stesso istante, sulla Terra, una persona sembra poterlo vedere da lontano e si crea un collegamento tra loro due. Tra l’estate dei nostri sogni in questo anno difficile e quella che immagina il protagonista, nel suo viaggio che anela l’infinito“. Così Gerolamo ha immaginato e raccontato con parole sue “La prima estate del Mondo”.

Tra gli ’80 e i ’90

La prima estate del mondo” è un compendio, the best of the best, di musica disco anni ’80 e ’90: ritmo ed atmosfere in stile tipicamente #gigdag, e ci mancherebbe, vista la lunga collaborazione, che a un certo punto esplode con una ritmica molto vicina a producer come Roberto Turatti e Michele (Miki) Chieregato, Baby Records trademark, due dei padri fondatori della Italo Disco degli anni ottanta.

La memoria torna immediatamente a “Don’t Break My Heart”, di Den Harrow (ma con il mio amico Tom Hooker, real vocalist), e soprattutto a “Children“, masterpiece assoluto di Robert Miles.

Un interessante deja-vù, che debitamente e ulteriormente remixato, magari in chiave techno, può diventare un must per le nuove leve dietro al mixer.

gerolamo sacco la prima estate del mondo. nella fotosu sfonfo grigio è inquadrato l'artista, pantaloni bianchi e t-shirt nera, seduto con le gambe incrociate

Video & Credits

Un video che comincia nello spazio, fra pittorico, fotografico ed evocativo, in una sorta di fantascienza contemporanea. Oltre ad essere fisicamente il protagonista, Gerolamo Sacco ne ha curato personalmente la regìa e la produzione, con la collaborazione di Maria Luisa “Lulù” Brunori e Natalie Seveso. Il brano è on-line su YouTube dal 24 giugno.

Realizzazione di Miraloop Records – Hearts.

“La prima estate del mondo 2020”

Potete seguire Miraloop Records su Facebook, Instagram, e sul website.

Potete seguire Gerolamo Sacco su Facebook, Instagram, e sul website.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.