Giornalista: lavoro o arte?

Quando la penna diventa più potente della pietra

Giornalista, colui che si occupa di scegliere delle notizie, scoprirle, analizzarle e descriverle, per poi poterle diffondere.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” (Articolo 21 della Costituzione Italiana).

Il giornalista raccoglie notizie, stila articoli, inchieste o editoriali che vengono pubblicati sui mezzi di comunicazioni quali carta, radio, televisione e internet.

Mi è capitato di sentire la mia parola frenata, quasi chiusa in gabbia. Ma io non volevo darla questa soddisfazione, volevo mettere da parte le mie emozioni e capire ciò che stava succedendo.

Quando si scrive di grandi argomenti c’è da aspettarsi che i lettori si schierino da una parte, piuttosto che dall’altra; che aprano quasi dei dibattiti, perché si sentono toccati dall’accaduto, come se interessasse loro personalmente.

Ho compreso che non era il silenzio la soluzione di tutto, che non doveva essere un “lascia correre”, semmai un “comincia a correre.”

È così è stato: ho voluto guardare dall’alto la bellezza di questo mestiere, comprendere l’importanza di parlare, la necessità nell’esprimere ciò che si pensa e si sente. Ho capito che mai bisogna fermarsi davanti al grido delle persone ignoranti che, per paura della verità, vietano la libertà di stampa. E le notizie sono cultura, sono informazione, sono sensibilizzazione delle coscenze.

Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore“. (Indro Montanelli)

Perché chi sa andare oltre, oltre le critiche e le accuse, può arrivare ovunque. Bisogna farsi sentire sempre senza farsi mai ostacolare da chi, dopo che sei caduto, è solo pronto a puntarti il dito contro, anziché tenderti una mano per aiutarti a rialzare.

Devi trovare il tuo tempo, il tuo modo, il tuo sapere affrontare le cose per capire che spesso non importa arrivare primi o ultimi, ma arrivare al traguardo. Fare del tuo lavoro uno strumento da cui ricavarne una dolce armonia.

Non siate il bersaglio di nessuno, non abbiate paura, non accusate i colpi di gente che non mira al centro della conoscenza. Thomas Jefferson disse una grande verità, “Dove la stampa è libera e tutti sanno leggere, non ci sono pericoli“.

Tutto è racchiuso in queste parole.

Per alcuni forse sono troppo poche per comprendere il senso di ciò che si prova a mettere nero su bianco, ciò che succede intorno a noi. Ciò che si prova a dare vita a idee che, spesso, rimangono nella mente per giorni interi, cercando di elaborarle al meglio possibile, affinchè venga fuori un buon lavoro.

Perché nessun lavoro è un dovere, soprattutto se sei tu a scegliertelo.

Ma una cosa è sicura: tutti i lavori hanno dei diritti.

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.