Giovani e disturbi alimentari: a Milano, la mostra “Ri-scatti fino a farmi scomparire”

“Ri-Scatti. Fino a farmi scomparire”: La mostra fotografica in programma al Pac di Milano che ci accompagna in un viaggio nel mondo dei giovani e i disturbi alimentari.

Sono piccole, sono timide e vivono interiormente, in silenzio, un dramma che non ha un volto. O meglio, un volto ce l’ha ed è quello dell’ultima foto messa su Instagram dalla compagna, amica o influencer di turno, che sfodera un sorriso smagliante su un corpo perfetto. E’ il mondo che viviamo, quello che vivono i nostri figli ed è tutto racchiuso in quel rettangolo che portano in tasca, perennemente connesso. Esteta, lifestyle o solo egocentrismo? Questo è il volto del terzo millennio, che ci piaccia o no.

Un volto che è anche quello di quasi tre milioni di persone.

Secondo l’OMS, anoressia, bulimia, obesità e altri DCA, infatti, rappresentano tra i giovani (soprattutto tra i 12 e i 25 anni) la prima causa di morte tra le malattie. In Italia sono oltre 3 milioni le persone. soprattutto giovani, che soffrono di disturbi alimentari. Il Covid ha peggiorato la situazione ed abbassato ulteriormente l’età media di chi ne soffre.

I disturbi alimentari sono un vero e proprio problema e solamente il 10% di chi soffre di questa patologia chiede aiuto. Spesso, però, non sempre si riesce ad uscire da questo tunnel buio e infinito. Ed è proprio quello che succede a molti ragazzi in Italia, che rimangono intrappolati nel silenzio e nelle paure.

C’è davvero bisogno di solidarietà e di mettere in luce il più possibile un problema sociale che non può più essere sottovalutato.

Con questo obiettivo è nata la mostra fotografica “Ri-Scatti. Fino a farmi scomparire”, in programma in questi giorni al PAC di Milano.

Giovani e disturbi alimentari - il fianco nudo di un corpo maschile con la scritta "aiuto" sulle costole

“Ri-Scatti. Fino a farmi scomparire”

Nove ragazze e un ragazzo affetti da disturbi del comportamento alimentare sono i protagonisti del nuovo progetto di “Ri-scatti”, dal titolo “Fino a farmi scomparire”.

Curata dal conservatore del PAC, Diego Sileo, l’esposizione si propone di superare il mito occidentale della magrezza come sinonimo di bellezza e di perfezione, sottolineando tuttavia come questo non rappresenti la causa prima della malattia.

Cento fotografie raccontano storie diverse tra loro, di sofferenza, di disagio, di paura, nelle quali l’idea di poter controllare lo stimolo della fame e di poter vivere senza il cibo diventano gli unici obiettivi da perseguire e ai quali rivolgere tutti gli sforzi per poter annullare la propria fisicità, per poter limitare la propria presenza, quasi in un disperato tentativo di voler scomparire. 

La mostra vuole anche porre l’attenzione sulle responsabilità collettive di una società condizionata dai social media, dove l’esibizione del corpo è un potente mezzo di comunicazione e di relazione, e dove essere magri diventa il requisito indispensabile per essere e sentirsi accettati. Rischi che oggi viaggiano anche attraverso pericolosissimi siti internet, blog e forum “pro anoressia” e “pro bulimia” che forniscono criminali istruzioni per diventare sempre più magri. 

Storie di tutti i giorni

Sono stanca di sto mondo prigioniera dietro a un banco del mio essere diversa che attira il tuo sguardo. Cosa ho fatto mai di male? Vorrei essere normale. Sono stanca di sto mondo del mio corpo fuori tempo. Vagabonda al tramonto come il sole che si è perso. Io non voglio essere speciale. Vorrei essere normale. Voglio ancora un sogno ancora il sorriso di mia Madre che accarezza la mia differenza e mi dice Eleonora sei normale”. Queste sono le ultime parole di Eleonora, lasciate in un biglietto prima di suicidarsi. Parole che sono diventate il testo di un componimento musicale a cura di Igor Nogarotto, e che raccontano un dramma infinito.

Una storia tra le tante, unica e speciale e quanto mai comune che ci riporta all’importanza di “Ri-Scatti. Fino a farmi scomparire”. perchè ci sono molti modi di raccontare una storia che è un’esperienza di vita. La mostra “Ri-Scatti. Fino a farmi scomparire” racconta in scatti le esperienze di Alessandra, Alessia, Anna, Emanuela, Emanuele, Federica, Giulia, Silvia, Sofia e Teresa. E in qualche modo, anche quella di Eleonora.

Dopo un workshop di tre mesi realizzato sotto la guida di Amedeo Novelli – che, insieme a Stefano Corso e Federica Balestrieri, rappresenta l’anima di Ri-scatti – hanno trovato il coraggio e la forza di raccontarsi con la macchina fotografica in mano, di mostrarsi con tutte le loro fragilità e insicurezze, provando anche a sensibilizzare l’opinione pubblica su forme di dolore troppo spesso ignorate, considerate da molti un solo capriccio adolescenziale o addirittura una moda giovanile. Un disconoscimento della malattia ancora molto diffuso, una negazione a tutti i livelli, dalla società ai familiari, dalla scuola al medico di base. 

Una ragazza bionda e grassa suduta per terra in un asoffitta guarda dal lucernaio il cielo e mangia morbosamente. Intorno a lei tanti oggetti tra cui un bersaglio per freccette, un orologio a pendolo appoggiato per terra vicino ad uno zaino blu, una cassetta per gli attrezzi dei vasi di fiori rovesciati e  cibo

AliMentali

“RI-SCATTI. Fino a farmi scomparire” è un viaggio senza filtri e senza forme edulcorate nelle vite di un gruppo di ragazzi che stanno cercando di reagire a una malattia che ha portato i loro corpi all’esasperazione, a forme di comportamento ai limiti dell’autolesionismo atte a contrastare l’eventuale aumento di peso, quali il vomito autoindotto, un ampio uso di lassativi e diuretici, un’intensa attività fisica e una valutazione di sé indebitamente influenzata dalla propria immagine riflessa in uno specchio.

I protagonisti di Ri-scatti, oggi consapevoli della loro sofferenza, hanno così deciso di provare a riscattare sé stessi attraverso l’arte della fotografia, accantonando quella paura di deludere e di fallire che li aveva accompagnati nella fase più acuta della malattia, mettendo a tacere quei pensieri di rabbia, di tristezza, di disperazione e di solitudine che avevano condizionato i loro comportamenti in famiglia, a scuola, con gli amici. 

Hanno aperto quelle che Marco Sentieri in un suo brano chiama AliMentali“.

“AliMentali è un messaggio positivo: attraverso la forza della mente si può vincere questa malattia. Certo occorre assistenza competente, ma la chiave per spiccare il volo sono le nostre ali mentali“ (Marco Seneri).

Al Pac di Milano, fino a 24 ottobre

Dal 15 al 24 ottobre al PAC la settima edizione del progetto di fotografia sociale ideato dalla Onlus “Ri-scatti” e promosso dal Comune di Milano con il supporto di Tod’s.

È inoltre arricchita da una performance, frutto di un laboratorio teatrale sulla stessa tematica, realizzato in collaborazione con ASL Roma 1 e Associazione La Fenice.

Tutte le fotografie realizzate per il progetto e il catalogo pubblicato da Silvana Editoriale saranno come sempre acquistabili durante tutto il periodo della mostra e l’intero ricavato sarà utilizzato per supportare le attività dell’Associazione Erika con sede presso l’Ospedale Niguarda di Milano, a sostegno sia dei pazienti sia delle loro famiglie. 

Info utili

In programma dal 15 al 24 ottobre 2021, la mostra è ideata e organizzata dal PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e da Ri-scatti Onlus – l’associazione di volontariato che dal 2014 realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia – ed è promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s.

L’edizione di quest’anno, la settima, dedicata ai giovani e ai disturbi alimentari, è realizzata in collaborazione con l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Associazione Erika, e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

Con un’offerta per gli scatti in mostra si potrà contribuire a sostenere l’operato di Erika Associazione per la lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare 

La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 10 alle 19,30.

L’ ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria al link  

L’accesso è consentito esclusivamente previa misurazione della temperatura corporea ed esibizione di Green Pass con obbligo di indossare la mascherina. 

Ri-scatti fino a farmi scomparire - la locandina della mostra con un piatto blu con dentro solo una pasta penna
Giovani e disturbi alimentari – La Locandina della mostra “Ri-scatti. Fino a farmi scomparire”
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”