“Grazie al Covid 19 feat. Vince!” Aida Cooper e Raffaele Moretti

Torniamo a parlare di Aida Cooper, dopo la recensione dell’album  “Kintsugi amica mia”, dedicato a Mia Martini. Aida torna protagonista nel singolo “Grazie al Covid 19 feat. Vince”, insieme a Raffaele Moretti.

Grazie al Covid 19

E’ intitolato ‘Grazie al Covid 19’, perché ha dato la possibilità a tutto il mondo di riflettere, a chi più e a chi meno, su quelli che sono i veri valori della vita.

In questo intero anno è emersa la grande fragilità dell’essere umano. E la domanda che mi pongo io personalmente è: com’è possibile che nel 2020 un virus sia riuscito a mettere in ginocchio un intero sistema e fare tante vittime? Beh, questo dovrebbe far capire che forse è meglio che ognuno di noi faccia un passo indietro e rifletta attentamente”, ha dichiarato Raffaele Matteucci coautore del brano con Giancarlo Del Duca.

grazie al covid 19 raffaele moretti in primo piano, capelli chiari, barba e maglietta verde
Raffaele Moretti – Foto di Claude Morcos Ph

La bellezza assurda del periodo è che le regole principali sono quelle della nonna e della mamma, categoria di persone che purtroppo noi non siamo stati in grado di difendere come loro hanno difeso sempre noi. ‘Lavati le mani’, ‘non stare vicino alla gente’, ‘non bere dallo stesso bicchiere…’. Dichiara Aida Cooper.

Ritmo trascinante e una voce femminile, rauca e graffiante, che è sempre un valore aggiunto.

grazie al covid 19 aida cooper in concerto, capelli biondi, giubbotto di jeans sopra una magia nera

Riflessioni da pentagramma

All’apparenza, una canzone divertente: un mix di musica caraibica, tra fiati che impazzano e ritmo martellante, cantato un po’ in italiano, un po’ in napoletano, vagamente rappato.

Ma il testo di divertente non ha proprio nulla. Una riflessione satirica e amara sul contesto storico che stiamo vivendo tutti, da nord a sud, da est a ovest. Ma, soprattutto, dai meridiani ai paralleli.

La penna e il pentagramma, messi insieme, danno vita a considerazioni incontestabili, la metrica e la poesia fanno il resto. Il risultato, è sempre la verità. Cantata fa meno male, ma resta pur sempre verità.

Quanta luce, quanta luce, quanto oro su quel campo, quanto è dura, quanto è dura, andare avanti senza un pianto“. Un pensiero magistralmente ben espresso, senza irriverenza, ma con risolutezza e la giusta melanconia.

Raffaele Moretti e Giancarlo Del Luca in un solo verso hanno saputo riassumere il cinismo del lockdown, lo strazio delle sofferenze di chi è morto in solitudine, il dolore di chi ha visto andare via i propri cari, senza neanche poterli salutare un’ultima volta, e l’incomprensibilità di una situazione anomala che, da una parte mette un mondo in ginocchio e, dall’altra, genera spropositate ricchezze. E la storia si ripete. Qual è il disegno? Cosa non ci è dato capire e perchè?

Bravi ragazzi. Chapeau.

Video & Credits

Destinazione…non so dove…grazie al Covid 19…si balla, ballano tutti, in questo videoclip diretto da Massimo Massagrande: da medici e paramedici in sala operatoria, a teste di cavallo, in stile carnevalesco, che farebbero la felicità di John Dutton (Kevin Costner), in una qualsiasi puntata di “Yellowstone”. Allegoria naturalmente dedicata alle “mascherine”, ormai nostre indispensabili ed insostituibili (chissà fino a quando) compagne di vita quotidiana.

Vi ricordate, ci ricordiamo, com’era la vita prima della ffp2? Il senso del video è proprio questo: un desiderio inverecondo di tornare alla normalità.

Grazie al Covid 19 feat. Vince” (Ed. Musicali GIGA S.r.l.), è disponibile in rotazione radiofonica, in streaming, in digital download e su YouTube dal 29 gennaio.

Potete seguire Aida Cooper su Facebook e sul canale YouTube, e Daniele Moretti su Facebook.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.