Green Pass: insulti al Museo Egizio, panico negli altri Musei

Che il Green Pass avrebbe portato polemiche e problematiche varie era noto a tutti già da tempo. Forse non era altrettanto noto che, ancor prima dell’entrata in vigore del decreto, previsto per domani 6 agosto, a farne le spese sarebbero stati per primi i musei. Primo tra tutti il museo Egizio di Torino, reo di aver postato sui propri Social un semplice avviso ai potenziali visitatori.

In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, previste per tutti i luoghi di cultura italiani (rif. D.L. del 23 luglio 2021), dal 6 agosto 2021 è obbligatorio che i visitatori esibiscano il Green Pass corredato da un valido documento di identità per accedere al Museo Egizio. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti con certificazione medica specifica“. Questo si legge sulla pagina Facebook del museo.

Green Pass: insulti al Museo Egizio, panico negli altri Musei
Locandina sul sito del museo Egizio

La rivolta del web al Green Pass dei musei

C’è da dire che il sito rincara un pò di più la dose per i “distratti” “ATTENZIONE: in mancanza del Green Pass e di un documento valido non sarà possibile accedere al Museo e il biglietto acquistato non sarà rimborsato” . Ma tanto è bastato a far scatenare (e per fortuna per ora solo quello) il web.

Si va dalle battute sarcastiche: “andrò in Egitto o al British Museum” a “quelle più pungenti,” Che vergogna dovreste rappresentare la cultura invece vi comportate come chi brucia libri“. Fioccano definizioni e espressioni come “lasciapassare discriminatorio”, “dovete integrare e non emarginare”,” per me potete chiudere”, “W il dividi et impera“. E poi ancora “non ci vedrete mai più”, “persi tre clienti”. Giusto per citare l più “calmierati” fra i circa 5600 commenti arrivati al post.

I custodi si preparano….

Ovviamente c’è anche “l’altra parte“. Cioè quella dei cittadini che prendono le parti del museo e di tutti i Musei d’Italia, vittime loro malgrado del decreto. In bilico tra incudine e martello delle due fazioni, o meglio di Stato e Nogreenpass. Ma anche in mezzo tra i visitatori indispettiti e chi i visitatori li deve accogliere, perché al museo ci lavora.

Da questo weekend inizieremo a usare lo scanner per il lettore green pass – ci spiega un custode di un museo del Piemonte raggiunto al telefono-. Siamo tutti molto preoccupati di eventuali reazioni pericolose delle persone anche perchè sarà obbligatorio chiedere un documento d’identità insieme al Green Pass. Mettiamola così, ci prepariamo mentalmente agli insulti. Per gli sputi fortunatamente ci proteggerà la mascherina “. Già meglio prenderla con filosofia… Altro non si può fare, se non sperare nella coscienza civica delle persone verso lavoratori che non hanno molte scelte, se non fare ciò che la direzione e lo Stato indica.

Da Torino a Reggio Calabria… “vacciniamoci ca ce pass’!”.

Insomma, tutti i Musei d’Italia stanno sulla stessa barca. E tutti stanno promuovendo post, cartelli e ogni altra forma di comunicazione per spiegare “la modalità d’accesso” . Qualcuno tenta di salvare il salvabile almeno per l’esterno, come i Musei Reali di Torino. “ll Green Pass non è necessario per l’ingresso ai Giardini Reali e alla Corte d’Onore, salvo che in occasione di eventi in cui siano previsti accredito e prenotazione obbligatoria (concerti, serate musicali)“.

Anche la Reggia di Caserta, il Museo Etrusco di Villa Giulia e i Musei Vaticani hanno già annunciato che senza il fatidico certificato verde non si entra. Nel frattempo i social media manager dei musei fanno nottata per creare grafiche accattivanti per indorare la pillola. L’ Egizio, come abbiamo visto, propone un faraone pro-Green Pass. Invece alla Reggia di Caserta abbiamo in pista Francesco I delle due Sicilie che tiene in mano il documento esclamando “vacciniamoci ca ce pass’!”.

Che dire, i musei italiani entrano a far parte di quella campagna vaccinale occulta, come la pubblicità, che però, dagli studi di marketing, pare possa dare i risultati migliori. La cultura non è mai stata così social, così trendy e così “green”.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".