Belpietro:” Non raccontate balle! Dovete dirlo che il vaccino non ci esenta”

Non finiscono le polemiche sul green pass e tra proteste in piazza dei no vax e la forte presa di posizione dei pro vax, Maurizio Belpietro chiede chiarezza alle autorità politiche:”Non raccontate balle!”

Io non sono un no vax. Mi sono vaccinato. E’ giusto vaccinarsi ma è anche giusto non raccontare delle balle. Stamattina sul quotidiano La Repubblica troverà una frase:’Il paradosso degli immunizzati che sono più ricoverati rispetto ai non immunizzati’. Sa chi lo dice? Abrignani, un esponente del CTS, un professore. Spiega sostanzialmente che negli ultimi 30 giorni sono stati ricoverati dei vaccinati over 80 e non vaccinati sono 125, quelli vaccinati ricoverati sono 128. Cosa vuol dire dovete raccontare alla gente che è giusto vaccinarsi, dovete sollecitarli ma non dovete dire che il vaccino ci esenta. Io sono vaccinato prima e seconda dose, ma ho dovuto sottopormi al tampone. Perchè? Perchè posso essere contagiato e contagioso. E questo lo dovete spiegare!“.

A parlare è Maurizio Belpietro, il direttore del quotidiano La Verità e del settimanale Panorama, nella trasmissione “Morning News” (guarda il video). Nella sua disquisizione con la deputata Beatrice Lorenzin cita il quotidiano La Repubblica.

In buona sostanza, nell’articolo si dice che sul sito dell’Istituto superiore di sanità si legge che nell’ultimo mese sono stati 253 i ricoverati, di cui 128 vaccinati con ciclo completo, a fronte di 125 non vaccinati, con più di 80 anni di età (leggi qui l’articolo citato) .

Le parole hanno un peso

Il problema che solleva Belpietro è la comunicazione. L’uso improprio delle parole o l’omissione di informazioni fondamentali. Vaccino, nell’immaginario collettivo è sinonimo di immunità ad una malattia. Da quando è iniziata la campagna vaccinale, tutti i media più importanti, tv, cartacei o web, hanno usato termini come “immunità, immunizzati e vaccino”, sulla base di come si sono espressi le figure autorevoli medico-scientifiche e politiche.

Ciò che sottolinea Belpietro è che ciò che viene somministrato non è un vaccino e non immunizza. Non è una bestemmia e non significa essere no vax.

Che sia l’unica soluzione, ad oggi, l’unica arma per indebolire gli effetti del virus e per controllarlo è indubbio. Che sia importante sensibilizzare la gente sull’importanza della somministrazione di due dosi è sacrosanto, prosegue Belpietro. Ma, di fatto, i termini usati hanno generato un abbassamento della guardia da parte di molti. Malgrado il “vaccino”, continua ad esistere l’obbligo di distanziamento, anche all’aperto e questo è una misura precauzionale fondamentale, come la mascherina, ma molti tralasciano spesso e volentieri in nome di “tanto io sono vaccinato”.

L’intervento di Belpietro è anche un dito nella piaga del green pass.

Il vizio di forma del Green Pass

Il green pass, così come è stato formulato, a livello europeo, non è affatto una tutela dal rischio di contagio. Presenta un’enorme falla nella sua applicazione.

Come sappiamo, il green pass viene rilasciato se soddisfa una delle tre condizioni al quale è vincolato: vaccino, ex malato covid o tampone recente di almeno 48 ore. E’ obbligatorio, secondo quanto stabilito dal nuovo decreto legge, per accedere a teatri, concerti, musei, sagre, piscine e palestre al chiuso, e persino per bere un caffè seduti all’interno di un bar o per consumere un pasto nelle sale chiuse di un ristorante.

Il paradosso è che se due persone, uno con green pass e l’altro senza, sono scese dallo stesso autobus, dove non è richiesto il green pass, e vanno nello stesso bar, uno può bere il caffè seduto e l’altro no.

Inoltre, poniamo il caso di tre amici che si recano a una sagra o a un concerto o in un teatro o in museo insieme. Uno ha il vaccino, uno ha fatto il covid e l’altro ha un tampone negativo. Chi è quello più sicuro di non contagiare e di non essere contagiato?

“Tanto io sono vaccinato”

Effettivamente nessuno dei tre, poichè il tampone è una rilevazione in tempo reale che può mutare dieci minuti dopo l’esame, ma diciamo che è ancora oggi il mezzo più efficace per essere sicuri di non essere positivi al virus. Ma il vaccinato, quando ha fatto l’ultimo tampone?

“Vaccinato non è immunizzato. Può contrarre e trasmettere il virus, contagiarsi e contagiare” afferma Belpietro. Però guai a dirlo o si rischia di passare per no vax, anche se si è vaccinati.

Maurizio Belpietro esorta ad una maggiore trasparenza e chiarezza delle informazioni, che passa attraverso la corretta comunicazione.

Il problema è che il “vaccinato” viaggia ovunque, autorizzato dal suo green pass. Il fatto che non abbia l’obbligo di fare un tampone per entrare in luoghi chiusi e sensibili da assembramenti, fa di lui comunque un veicolo inconsapevole del virus.

Una falla enorme nel sistema ideato per contenere il contagio da sars cov 2.

Il “vaccinato”, nella maggior parte dei casi, ha assunto una tranquillità psicologica nei confronti del Covid 19, si sente libero e non sempre ha la consapevolezza di poter essere proprio lui un veicolo silente del virus. L’accesso ai luoghi chiusi con il green pass senza obbligo di tampone, non è affatto un filtro sicuro per contenere il contagio, ma rischia di essere esattamente l’opposto.

Ma, anche qui, guai a parlarne perchè gli schieramenti pro vax e no vax sembrano ormai due tifoserie opposte di squadre di calcio.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”