I futuri concorrenti di Sanremo 2020: #rockmeAmadeus !

Sanremo tornerà Festival?

Er war Superstar, er war populär, er war so exaltiert
Because er hatte Flair, er war ein Virtuose.
War ‘n Rockidol Und alles rief
„Come and #rockmeAmadeus“ (Falco)

#rockmeAmadeus

#rockmeAmadeus: è proprio il caso di dirlo e sarà il mio personale hashtag sanremese per l’edizione #70. La notizia era nell’aria praticamente dall’11 febbraio scorso, ma soltanto pochi giorni fa, è stata ufficializzata dai vertici di mamma RAI.

Il presentatore ravennate finalmente varcherà il soglio del teatro Ariston, e sarà il padrone di casa in Via Matteotti, dal 4 all’8 febbraio 2020.

La persona giusta al posto giusto? Secondo me, assolutamente si.

Prima il triennio “talent & qualent” targato Carlo Conti, per altro un presentatore con la “P” maiuscola, ma malamente supportato nella scelta artistica. Poi il biennio “SonyRemo” sotto la dittatura artistica e musicale di Claudio Baglioni.

Adesso tocca a Amedeo Umberto Rita Sebastiani (in arte appunto Amadeus), rinverdire i fasti che furono e riportare il Festival ad una dimensione più festivaliera.

O se preferite: riportare Sanremo ad essere Sanremo. Potrà sembrare banale, ma è così.

Amadeus, la persona giusta al posto giusto, dicevo poc’anzi: educato, garbato, competente, mai fuori dalle righe, forse persino troppo “dentro” le righe. Un presentatore classico, più ancora di Carlo Conti, che garantirà quella sobrietà (mannaggia  la rima, reminescenza baglioniana), necessaria per celebrare al meglio la settantesima edizione. Mica una qualsiasi.

La critica

Eppure c’è già chi va controcorrente: “Quest’anno io e Chiambretti avevamo presentato il nostro progetto, ma evidentemente si preferiscono gli indovinelli. Avremo infatti un esperto di quiz a Sanremo. Amadeus è un grande professionista, ma è come chiamare un elettricista a riparare un lavandino, spero almeno che faccia dei quiz su Sanremo”. Parole e musica di Morgan, che fra uno sfratto e un atto giudiziario, trova il tempo di dire la sua.

Ma ne ha anche per l’ex dittatore artistico: “Era perfetto, ma non faceva il direttore artistico, faceva Baglioni. Io mi sarei vergognato al suo posto, a cantare i miei brani ogni tre minuti e a trasformare il Festival in un concerto di Baglioni”.

Andiamo con ordine: se davvero donna Teresa De Santis, avesse affidato il Festival al duo Chiambretti-Morgan, probabilmente sarei rimasto a casa, con tutto il rispetto per il concittadino, fratello di fede, e conoscente Piero da Aosta. Non è proprio cosa.

Sul concerto lungo cinque giorni di Baglioni, inframmezzato da ventiquattro noiosissimi ospiti, invece, concordo pienamente. Due maroni così.

Riguardo al Sanremo-quiz, invece, non credo si corra questo rischio: piuttosto c’è la seria possibilità che la kermesse si trasformi in un “Sanrem-ora o mai più”.

La trasmissione condotta guarda caso, proprio da #rockmeAmadeus, nell’ultimo biennio ha sfondato lo share, battendo addirittura Maria De Filippi, regina incontrastata del sabato sera televisivo.

Una “invasione” di questa squadra canora, è a dir poco probabile, anche perché, la maggior parte dei partecipanti e dei vocal-coach ha avuto alle spalle un robusto passato sanremese.

Passato sanremese che ha permesso ad Amadeus stesso, di allenarsi al meglio alla presentazione dei cantanti in gara, e in questo, devo dire, non ha rivali, semmai un maestro, insuperabile, ma al quale va molto vicino, per tono, gestualità e impostazione: naturalmente #aridatecepippobaudo.

Sarà una gioia, sentirlo annunciare: “…di Pinco e Pallino…”Canzone”…dirige il maestro Sempronio…cantano Tizio e Caio…

Ho già la pelle d’anatra. #rockmeAmadeus.

I “papabili”

Scherzi a parte, imperversa fin da subito il toto-partecipanti e, come ogni anno, anche io ho le mie previsioni: un cantautore fiorentino, il grande Paolo Vallesi, molto amato dal pubblico femminile (nonostante la barba), vincitore della categoria “Giovani” nel 1991 con una delle più belle canzoni della musica italiana, “Le persone inutili“, ma, soprattutto, meritato vincitore dell’ultima edizione di “Ora o mai più“.

Altra previsione: un piccolo grande singer dalla voce cartavetrata, bresciano di origine, vincitore in coppia con Anna Oxa al Festival  1989, l’insuperabile Fausto Leali.

Prevedo poi due super coppie, sempre di estrazione “Ora o mai più”: Toto CutugnoAnnalisa Minetti e Red CanzianJessica Morlacchi, tanta roba, soprattutto la coppia di bassisti-cantanti e probabilmente i miei amici Fabio e Alessandra, in arte Jalisse, reduci dall’edizione 2018.

Papabili alla grande anche Lisa, Francesca Alotta, Silvia Salemi, Marco Masini, Michele Zarrillo e, voglio proprio sbilanciarmi, i Ricchi e Poveri (o quel che ne rimane).

Sarebbe una restaurazione che neanche il Metternich o il Camillo Benso Conte di Cavour, me ne rendo conto, ma come detto, Sanremo tornerebbe ad essere tale.

Tutto il cast, è in mano ovviamente al super manager di turno: dopo la parentesi “amicale” di Salzano, la gestione dei partecipanti e degli ospiti, sarà probabilmente affidata a Gianmarco Mazzi, una carriera di tutto rispetto, anche al Festival. Sapremo presto di che morte morire.

Spero, con tutto il cuore, di non dover morire di trap e di indie: mi sono bastati gli Ex-Otago e Achille Lauro. Auspico piuttosto Gatto Panceri, Povia,  Bianca Atzei e Malika Ayane.

Il format

Rimane la formula: nota dolente, ma fondamentale. Qui mi permetto avanzare qualche proposta.

Innanzitutto, e in questo caso, rimango coerente dopo anni di battaglie (perse): abolizione dei super-ospiti italiani. Chi vuole partecipare al Festival, si metta in gioco, iscrivendosi alla gara.

Poi, che la gara che torni ad essere tale: eliminazioni da ripristinare assolutamente, visto che la “mostra” voluta da Claudio Baglioni alla lunga si è dimostrata alquanto noiosa e ha tolto quel pepe e quella verve, relativa proprio alle eliminazioni (e relative polemiche), che sono il succo del Festival.

Partecipanti: riduzione del numero, massimo venti (compresi i due “giovani” da selezionare in una trasmissione a parte, e pre-festivaliera), da limare a sedici per la serata finale.

Le serate: primi dieci in gara il martedì, altri dieci il mercoledì; terza serata dedicata ai duetti con ospiti italiani e ripristino della serata cover per il venerdì.

Alla fine della quarta serata, classifica provvisoria con quattro eliminazioni e quindi serata finale con sedici cantanti in gara, con i voti parziali da sommare a quelli dell’ultima puntata.

Ovviamente abolizione della giuria di qualità (si, vabbè, qualità…si fa per dire) e spazio solamente alla giuria della sala stampa e al televoto.

Ultimo capitolo, gli ospiti: rigorosamente stranieri (altrimenti all’estero con ci considera nessuno) e qualche comico sparso, non troppo invasivo. Questo per evitare puntate chilometriche, con alto tasso di noiosità e abbiocco garantito.

Naturalmente nulla di tutto questo verrà messo in atto, ma almeno ci ho provato.

Ne riparleremo, questo è certo.

Buon lavoro comunque ad Amadeus, lo aspetta una bella gatta da pelare, ma se fossero veri i rumors che vogliono Fiorello e Jovanotti sul palco del Teatro Ariston, allora cari amici lettori, ci sarà davvero da divertirsi.

Una cosa è certa: Zetatielle Magazine, sarà in prima linea, sul campo, in diretta, a raccontarvi la settimana sanremese, con una squadra super-agguerrita, e le foto di Tina Rossi.

Naturalmente al grido di #rockmeAmadeus.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.