Il Palio di Bisignano : una storia d’altri tempi

A Bisignano, centro di diecimila anime, a pochi passi da Cosenza, si svolge da ventinove anni una manifestazione rievocativa che fa parte ormai della cultura di ogni bisignanese: “Il Palio del Principe”. Tradizione e identità: con queste parole potremmo riassumere brevemente il Palio di Bisignano. La giostra cavalleresca è una rievocazione medievale che ogni ultima domenica di Giugno vede protagonisti gli otto rioni del piccolo centro cosentino (Giudecca, San Pietro, Piazza, Santa Croce, San Simone, San Zaccaria, Piano, Cittadella Coscinale) con gli abitanti impegnati già dalle settimane precedenti alla finale in una serie di manifestazioni ed eventi, che, oltre ad avere una grossa valenza identitaria, riescono ad essere un volano di attrazione nei confronti degli abitanti dei comuni limitrofi e di quei turisti che giungono nel periodo estivo in Calabria.

Il Palio del Principe è dedicato alla venuta dell’imperatore Carlo V d’Asburgo a Bisignano nel lontano 1535, ospite di Pietrantonio Saverino Principe di Bisignano: in quell’occasione si tennero dei festeggiamenti regali, tornei cavallereschi e battute di caccia. In segno di riconoscenza, per l’accoglienza ricevuta, Carlo V insignì il Principe di Bisignano, alla presenza della corte di Napoli, del Toson d’Oro, la massima onorificenza spagnola. 

Come da tradizione, anche quest’anno, il Palio si è aperto con il Corteo Storico, che trova anch’esso giustificazione nella storia della Città sede del Principato: rievoca infatti la presa di possesso di Bisignano da parte di Giuseppe Leopoldo Sanseverino. Quest’anno il corteo si è tenuto sabato 22 Giugno, ed ha visto gli oltre 500 figuranti sfilare in costumi cinquecenteschi per le vie principali di Bisignano fino a giungere a Viale Roma, il cuore pulsante della cittadina, dove la manifestazione si è conclusa con lo spettacolo degli Sbandieratori del Palio. Altro elemento caratteristico del “Palio del Principe” ed ovviamente dell’intera città, sono proprio gli sbandieratori del Palio, che hanno anche il primato di essere il primo gruppo di sbandieratori ad essersi costituito in Calabria (1996).

Gli sbandieratori del palio di Bisignao in corteo per le strade con le bandiere in mano
Gli sbandieratori in corteo

Chiunque visiti Bisignano nel periodo del Palio, noterà il forte senso di appartenenza alla città e soprattutto l’attaccamento quasi morboso ai vari quartieri: sono infatti gli otto rioni i protagonisti principali per tutto l’anno, fino ad arrivare poi al mese di Giugno, quando si colorano a festa ed espongono su balconi e finestre i vessilli e le bandiere identificative. Ogni rione elegge un proprio Capitano, che durante tutto l’anno è il punto di riferimento per gli organizzatori del “Centro Studi e Spettacoli sulle tradizioni popolari”.  

L’edizione 2019 del Palio di Bisignano ha visto anche uno speciale gemellaggio con la città di Matera, capitale europea della cultura per il 2019: da studi e ricerche effettuate dal “Centro Studi Il Palio”, è emerso infatti che Felicia, figlia di Pietro Antonio Sanseverino, andò in sposa al duca di Matera della famiglia Orsini. Ed è proprio sulla base di questo matrimonio che tra la città di Bisignano e quella di Matera si è potuto dunque sugellare il gemellaggio.

Il clou dell’intera manifestazione è “La Giostra”: gli otto rioni scelgono i rispettivi cavalieri che si daranno battaglia per la conquista del “Palio”.  Dopo regolare sorteggio, effettuato da un’apposita giuria che soprintende a tutta la gara, i cavalieri scendono in campo due per volta e, dopo il via, percorrono a galoppo dei propri cavalli, un percorso a forma di L, infilando con la lancia anelli di varie dimensioni, fissati ad otto torri, ai quali è attribuito, per regolamento, un determinato punteggio.Le varie sfide fra Rioni avvengono secondo il criterio dell’eliminazione diretta a doppio turno, che vengono decisi con punteggi derivanti dal tempo di percorrenza del percorso e dal numero e tipologia degli anelli infilzati.
La Giostra, nell’odierna manifestazione, è il momento più atteso da tutti i rioni e dai tanti visitatori che annualmente affollano gli spalti dello stadio “Attico”: nell’edizione 2019 sono stati quasi 5000 gli spettatori presenti, ed altri (molti emigrati per motivi di studio o lavoro) hanno seguito in diretta streaming  l’evento.

Nel corso della disputa il tifo dei contradaioli non ha freni: i colori, le urla ed il sapore acre dei fumogeni con i quali vengono salutati i rispettivi cavalieri formano quel giusto mix capace di far battere il cuore e regalare emozioni. Il Palio del Principe è una delle tante manifestazioni capaci di andare a braccetto con la tradizione ed il sentimento. Manifestazioni come queste non possono essere solo raccontate ma vanno anche vissute, solo così si può capire come in Calabria, e per un calabrese, alcuni attimi della quotidianità vengono vissuti con una sacralità che riesce a coinvolgere chiunque.

Ritornando alla cronaca dell’ultima edizione della Giostra cavalleresca, a trionfare sono stati gli arancio del rione Santa Croce, che con Claudio Amodio (detto Il Puffo) hanno conquistato il secondo palio della loro storia. Per Claudio Amodio è l’undicesimo Palio vinto, una sorta di Cristiano Ronaldo della competizione.  Una finale che ha regalato un’altra “storia nella storia”: i due finalisti, infatti, sono stati Claudio e Luca Amodio, rispettivamente padre e figlio. Nulla ha potuto “il Puffo Junior” che con i celesti del rione San Simone ha provato a superare il suo personale “maestro”: anche in questo caso, in una sorta di metafora di vita che in Calabria va molto di moda, “i figli non sono riusciti a superare i loro padri”.  Questo era il Palio del Principe, questo era un altro pezzo di Calabria: quella vera.

Le splendide foto sono di Concetta Polverazzi e Francesco Grazioli

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Francesco Spina
Francesco Spina
Speaker radiofonico, cronista sportivo, calabrese, fiero di essere nato il 18/02/1986 ad Acri, centro ai piedi della Sila in provincia di Cosenza. Dice di sè:Il mondo della comunicazione è la mia più grande passione. All'età di 16 anni ho iniziato come speaker radiofonico nell'emittente radiofonica locale "Radio AKR" : dalla radio in poi è stato tutto un susseguirsi di esperienze che ancora oggi fanno parte della mia vita. La prima collaborazione con la carta stampata arriva nel 2012, con il primo articolo pubblicato su "Il Quotidiano del Sud. Gestisco un sito di informazione locale (thisisacri.it) dove pubblico quotidianamente informazioni su tutto ciò che gravita attorno alla città di Acri. Segni particolari? Amore e odio verso una regione tanto bella come la Calabria ma spesso troppo sottovalutata, soprattutto da chi in questa terra ci vive.