Inception Style – Com’era il cinema dei sogni prima del film di Christopher Nolan?

L’Inception Style, dal famoso film di Christopher Nolan, è stato un momento del cinema capace di dividere il pubblico come pochi.

Molti ammirano con devozione la sua grande immaginazione e talento registico nel portare in scena le sue idee.

Idee che indubbiamente partono sempre da una base originale e piene di spunti di interesse.

Portando avanti la sua poetica sulle potenzialità e le trappole della mente umana, non si può dire che Nolan non rimanga se non altro fedele a sè stesso.

Molti altri però, a volte anche giustamente, lamentano uno stile forse un pò troppo pesante sia narrativamente che visivamente.

Un prezzo che, tristemente, molti autori indipendenti pagano quando passano a produrre dei blockbuster.

Perdendo un pò della freschezza narrativa dei suoi primi Following e Memento, ignorare i suoi nuovi film è comunque impossibile.

Dopo il grande successo della trilogia di Batman, il regista ha sempre proposto qualcosa di interessante, almeno come spunto di partenza.

Il suo talento e la creatività rimangono quindi intatte, anche se a volte appesantite dall’opulenza del grande budget a sua disposizione.

Ma tornando all’Inception Style, partendo da quale influenze e ispirazioni Christopher Nolan ha creato il suo film?

Prendiamo ad esempio tre titoli, molto diversi tra loro come stile e genere, accomunati dalla ricerca e il viaggio dentro la mente umana.

1- Dreamscape – Fuga nell’incubo (1984)

Locandina d'autore di un incubo in fiamme

Un piccolo e simpatico mascalzone dotato di poteri psichici vive di piccoli espedienti, furti e scommesse clandestine.

In gioventù aveva preso parte a un programma speciale del governo, volto a scoprire i segreti della mente umana.

Un giorno lo scienziato a capo di quel programma lo contatta nuovamente, chiedendogli di partecipare a un nuovo tipo di esperimenti.

Abbandonati i vecchi studi, d’ora in poi le ricerche virano sui fenomeni del sonno, i sogni e gli incubi.

Unendo due soggetti nello stesso sogno, gli scienziati credono di poter risolvere i problemi psicologici nascosti nel subconscio.

Allo stesso tempo, il Presidente degli Stati Uniti e’ tormentato ogni notte da terribili visioni apocalittiche.

L’angoscia e le premonizioni di morte lo spingono quindi a ravvedersi radicalmente sulla politica nucleare del suo paese.

Il suo staff e gli alti ufficiali dell’esercito, ovviamente, sono preoccupati dalla sua improvvisa decisione di smantellare l’intero arsenale atomico americano.

Lo convincono cosi’ a partecipare al programma speciale sul sonno nella speranza di fargli cambiare la sua decisione.

Ma all’interno del gruppo di ricerca si nasconde uno psicopatico assassino che riesce a uccidere le sue vittime durante i sogni.

Il ragazzo, inizialmente esitante a partecipare, diventa poi l’unica speranza per il Presidente di uscire vivo dai laboratori.

I have a dream…scape

Dreamscape e’ un piccolo film di fantascienza a basso budget degli anni 80, precursore dell’Inception Style alla Christopher Nolan.

Le varie sequenze oniriche all’interno dei sogni hanno sempre una fotografia flou e’ un architettura innaturale.

Basta vedere gli angoli contorti delle stanze dove i protagonisti sono braccati senza tregua dai mostri nati dalle loro menti.

Invece di spettacolarizzare il film punta piu’ a fare paura con alcune ottime scene piene di horror psicologico.

Ma all’esterno dei sogni la storia diventa il classico thriller con complotto per fare fuori il presidente.

Resta interessante, comunque, come la svolta pacifista del più cittadino numero uno della Casa Bianca venga vista come una minaccia.

La metafora e’ facile ed evidente, trasformando il sogno americano in un incubo senza via d’uscita.

Un cast da sogno per un film ormai dimenticato

Il protagonista principale di questo film è Dennis Quaid, in rampa di lancio verso un ottima carriera di tanti film dove farà brillare il suo fascinoso sorriso americano.

A fargli da contraltare il suo nemico numero uno è David Patrick Kelly, storico ghigno cattivo che sbeffeggiava e incolpava la sfortunata banda de I guerrieri della notte.

Infine nei ruoli di comando abbiamo due veterani come Max von Sydow e Christopher Plummer.

Attori di esperienza consacrati da registi come Ingmar Bergman o Robert Wise, la coppia esprime solo con uno sguardo quanto tanti altri non fanno con la loro intera filmografia.

Joseph Ruben è sempre stato un onesto regista, lontano dai riflettori come Christopher Nolan, eppure capace di unire ottimamente intrattenimento a dei temi originali e interessanti.

Il suo lavoro di maggior successo ad essere ricordato ancora oggi è A letto con il nemico, buon thriller matrimoniale con protagonista Julia Roberts.

Ma tra i suoi titoli dimenticati ci sono anche l’ottimo legal movie Verdetto Finale con il fantastico James Woods con il codino a fare il cinico ma appassionato avvocato.

Oppure ancora L’innocenza del diavolo, che riproponeva il simpatico Macaulay Culkin di Mamma ho perso l’aereo in versione serial killer.

Ma questo Dreamscape è stato assolutamente messo da parte come non fosse mai esistito.

Perciò se mai vi capitasse l’occasione di vederlo, fatemi pure sapere se sono pazzo o possiamo davvero considerarlo come un nonno spirituale dell’Inception Style.

2- The Cell (2000)

Locandina con due figure in sogno

Una bellissima e brillante ricercatrice sta sperimentando una nuova e pericolosa tecnologia telepatica.

Usandola per entrare in contatto con la mente dei suoi pazienti, cerca di curarli dalle loro fobie e ossessioni più profonde.

Ma ogni volta corre il rischio di rimanere bloccata in una fantasia, un sogno o un ricordo della persone con cui si collega.

Finché un giorno anche lei non deve affrontare la sua prova del fuoco con il caso più difficile della sua vita.

La polizia le consegna in custodia un feroce serial killer ridotto in stato catatonico, chiedendole di entrare nel coma dei suoi sogni.

L’uomo infatti è stato arrestato dopo aver catturato la sua ultima vittima, ancora viva e prigioniera chissà dove.

L’unica speranza di salvarla in tempo è trovare un indizio qualsiasi nel diabolico labirinto del cervello dell’assassino.

Addentrandosi nella sua mente, la scienziata dovrà muoversi a rischio della sua vita nelle spire dei suoi sogni perversi e traumatici ricordi.

La mente non mente

The Cell è un film che anticipa l’Inception Style portando la rappresentazione onirica della psiche umano al livello di un quadro d’autore.

Ma c’è differenza con l’indubbia fantasia visiva del film di Christopher Nolan, votata alla spettacolare soddisfazione visiva dello spettatore.

Ogni scena nei sogni e i ricordi dell’assassino è un insieme di colori, intensità e prospettiva degna di stare in un museo.

L’horror e il fantasy si alternano in stupefacenti e terrificanti scenari, terrorizzando e affascinando i nostri occhi allo stesso tempo.

I sogni del serial killer sono un groviglio di delirio di onnipotenza e feticismo sadomasochista, unito ai suoi penosi ricordi di un infanzia piena di paura e umiliazioni.

E cosi come in questa storia la mente non mente, il suo stesso corpo è altrettanto uno strumento di dolore e piacere.

Provvisto di borchie piercing, l’uomo si appende auto-torturandosi mentre a distanza osserva le sue vittime morire.

Una follia che nasconde al mondo esterno fingendosi strano e innocuo, nella quale la protagonista dovrà immergersi totalmente per salvare la sua ultima preda.

J-Lo vs Palla di lardo in salsa Inception Style

Protagonista di questo atipico horror fantasy è la sexy popstar Jennifer Lopez.

La cantante portoricana interpreta una dottoressa ardita e determinata a portare a termine il suo lavoro, costi quel che costi.

E infatti nonostante sia terrorizzata dalle ombre di pazzia e sessualità deviata che incontra nell’impero dei sogni del suo paziente, ritorna più volte indietro ad affrontarlo.

Il suo paziente è interpretato invece dal grandioso Vincent D’Onofrio, storica Palla di lardo nel famoso Full Metal Jacket di Stanley Kubrick.

L’attore esibisce in questo film il suo fisico migliore, muscoloso e potente re pazzo del suo subconscio.

Ma riesce anche a essere toccante e farci provare pena per lui, quando ci racconta e ci mostra le angherie subite da giovanissimo per mano del padre spietato e violento.

Aggrappandosi al ricordo della sua innocenza di bambino, la dottoressa cercherà di salvarlo dal lato più oscuro della sua stessa mente.

Tarsem Singh alla regia rivaleggia senza timore con il ben più rinomato Christopher Nolan.

I due registi tirano fuori dallo stesso tema opere diverse, sfruttando il loro talento per creare scenografie di grande impatto visivo ed emotivo.

Invece del genere thriller action, The Cell vira decisamente sull’horror psicologico diventando una malata versione fantasy de Il silenzio degli innocenti.

Un esperimento riuscito che ha portato a un grande incasso da oltre 100 milioni di dollari nei cinema di tutto il mondo.

E potete credermi: il suo stile non è invecchiato di un solo giorno da vent’anni a questa parte, conservando tutta la sua potenza immaginifica originale.

3- Anna (2013)

Bambina con coltello

In un vicino futuro, nei casi più difficili la polizia si serve di alcuni telepati per interrogare i sospetti criminali.

Il loro lavoro non è mai facile, dovendo distinguere i ricordi reali dai sogni e i desideri del soggetto.

Uno di questi detective della mente sta passando un periodo difficile, incapace di lavorare dopo la morte della moglie.

Il tragico ricordo si sovrappone sempre nei momenti più delicati delle sue indagini, rendendo inattendibile qualsiasi risultato.

Per aiutarlo sia psicologicamente che finanziariamente, il suo capo gli affida un caso più semplice rispetto alle solite aggressioni e omicidi.

L’uomo si reca cosi nella magione di un ricco uomo d’affari, dove dovrà aiutare la giovane figlia a uscire dal suo guscio.

Infatti, la ragazza soffre di anoressia nervosa e si rifiuta assolutamente di mangiare.

Ma addentrandosi nella sua mente, l’uomo scopre un passato fatto di segreti e crudeltà tra le sue amiche di scuola e i suoi insegnanti.

Desiderando soltanto di aiutarla, inizierà quindi a cercare la verità che la ragazza nasconde perfino a sé stessa.

L’inganno dei sogni e del ricordo

Anna è un mystery alla Inception Style, perennemente sospeso tra il teen movie, il fantasy e l’indagine poliziesca.

All’apparenza candido e innocente come la sua protagonista, il film è basato sull’inganno e la confusione tra la realtà del ricordo e il desiderio dei sogni.

La sua estetica è elegante e raffinata (forse anche un pò troppo patinata in certi punti) ma capace di unire con stile le parti oniriche al mondo reale.

Il rapporto tra l’uomo e la bambina passa dall’iniziale diffidenza e sospetto a una sempre più profonda empatia per le reciproche situazioni.

A differenza dei personaggi freddi e calcolatori del film di Christopher Nolan, sentiamo un calore umano più spontaneo verso questo uomo e la bambina.

Le scenografie aumentano ulteriormente la sensazione di perdita e la sessualità inespressa nascosta dietro la facciata della normalità.

I colpi di scena sono pochi ma ben scanditi durante la narrazione, elaborando un meccanismo di attesa e suspance semplice ma efficace.

Fantascienza psicologica e teenager problematici

Mark Strong interpreta uno dei personaggi più complessi e interessanti della sua lunga carriera da caratterista.

L’attore è abituato di solito a recitare il ruolo di duro dalle poche parole, in film come gli spassosi Kick-Ass o Un poliziotto da happy hour.

Quelllo che inizialmente può sembrare il classico detective tormentato, diventa poi un personaggio più sfaccettato e non sempre per forza positivo.

L’uomo permette infatti al suo dolore di dominarlo, lasciandosi schiacciare dal senso di colpa e il lutto per la moglie mai superato.

La giovane e bellissima Taissa Farmiga è altrettanto taciturna e ambigua nella sua parte.

Anche lei all’inizio sembra quasi lo stereotipo della fragile principessa prigioniera nel castello.

Ma col passare delle sedute telepatiche la sua malizia e intelligenza emergono conquistando l’interesse e il rispetto dell’uomo più adulto.

Anna non ha lasciato traccia nella grande distribuzione, pagando forse un ritmo più pacato e riflessivo rispetto al film di Christopher Nolan.

Lontano dalle concitate scene action e l’aura di grandezza alla Inception Style, questo film racconta una storia più piccola e personale.

Ma forse anche per questo, un film più capace di essere vicino alle nostre vite comuni lontane da agenti segreti e complotti internazionali.

Augurandovi sogni felici in questi tempi bui, concludo ricordandovi sempre di collegarvi al mio sito:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!