#lacaritànonsiferma, e riapre la mensa dei poveri di Don Adriano

Facile dire #iorestoacasa, ma chi un tetto non ce l’ha? Chi non ha di cosa vivere e conta su aiuti umanitari, come fa? #lacaritànonsiferma e quindi riapre la mensa dei poveri di Don Adriano Gennari, situata in via Belfiore 12 a Torino.

#iorestoacasa anche per i senzatetto

Già…come fanno i senzatetto? Per loro le problematiche sono tante, oltre al rischio di ammalarsi di coronavirus. Ad esempio, con la chiusura degli esercizi commerciali, anche solo l’uso dei servizi igienici diventa un problema. E mangiare? Chiudere le mense, significa non avere più un punto di riferimento, un posto dove mangiare un pasto caldo. Naturalmente, neanche a parlarne di accattonaggio, visto il decreto.

Ovviamente non è stato facile. Non è stato facile sospendere un servizio solidale, quando ciò avviene forzatamente e non per volontà. Rappresenta un grande dolore per chi ci crede e lo mantiene vivo. Del resto, la novità di provvedimenti così inediti e stringenti hanno comportato, anche per un corretto rispetto delle istituzioni, una battuta d’arresto propositiva.

Essendo vietati gli assembramenti, tutto ciò che consideravamo normale, come un pasto al ristorante o sui banchi di una mensa dei poveri, si è fermato. Dopo una prima valutazione, la Mensa dei Poveri si è riorganizzata e, in linea con le vigenti disposizioni di sicurezza, ha riaperto le porte.

#lacaritànonsiferma

Ma come hanno fatto a riorganizzare una mensa, senza trasgredire alle vigenti normative?

In questo momento difficile, in cui consegniamo all’esterno quotidianamente una media di 240 sacchetti-pasto a sera ai meno abbienti in fila a distanza di sicurezza, necessitiamo di cibo e viveri con cui sfamare i poveri e i senzatetto della città”, spiega Don Gennari.

“Abbiamo capito come fare a dare un servizio”. Ci racconta Maurizio Scandurra, volontario del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione ONLUS. “Ed eccoli di nuovo al lavoro, il coraggio e il cuore grande dei volontari che approntano i sacchetti pasto. Fuori, i poveri, a debita distanza di sicurezza, attendono in fila indiana il loro turno per ricevere una razione di cibo. Una razione, più che mai oggi, ricca di carità, impegno e sacrificio. Soprattutto perchè, con la chiusura totale del sistema Italia, hanno cessato le attività anche tutte le mense aziendali dalle quali, giornalmente, mutuavamo gli avanzi del cibo quotidiano che veniva integrato all’occorrenza e dignitosamente servito per sfamare gli indigenti“.

Un pasto difficile ma garantito

“Ma c’è di più“, aggiunge Maurizio. “L’accaparramento da embargo ai supermercati, figlio di un’ Italia impaurita e del tutto vittima di contagiose psicosi, fa si che anche sia diminuito sensibilmente il materiale alimentare in scadenza da destinare all’ultimo minuto ai più bisognosi”.

La mensa dei poveri, a differenza delle normali attività commerciali di food and beverage, non può assolutamente permettersi il lusso, anche senza tavoli e sedie da mettere a disposizione, di chiudere lasciando a bocca asciutta chi normalmente si affida a questo servizio per nutrirsi. Gli indigenti vivono una condizione di assoluta dipendenza da queste realtà solidali, non per volontà loro, ma per la condizione economica drastica che li riguarda. Pertanto era indispensabile, ed è stato obiettivo primario del fondatore del Cenacolo Eucaristico, Don Adriano, in collaborazione con tutti i suoi volontari, trovare il modo di rispettare le regole in tutela dei senzatetto, senza far pagare lo scotto alla carità.

Al momento, e come sempre, andiamo avanti fiduciosi nella Divina Provvidenza, ricordando anche l’esempio di san Giuseppe Benedetto Cottolengo che proprio ieri, 19 marzo, ha festeggiato 86 anni dalla Canonizzazione avvenuta nel 1934 per decreto di Papa Pio XI“. Conclude Maurizio.

Ma mi permetto di aggiungere ancora una cosa.

E’ straordinaria l’opera di volontariato di tutti coloro che collaborano in queste condizioni, per cui anche noi possiamo fare qualcosa. Telefonare al 375 6188246 e offrire il nostro contributo, qualunque esso sia. La mensa è riaperta dal 17 marzo. Perchè #lacaritànonsiferma

#lacaritànonsiferma mensa dei poveri don Adriano con mascherina sul viso prepara i pacchetti pasto per i poveri
#lacaritànonsiferma: Don Adriano Gennari – Mensa dei Poveri del Cenacolo Eucaristico – Foto di Laura Barbero

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”