#unannosenzaspettacolo. Sarà questo l’hastag che accompagnerà la mobilitazione dei lavoratori dello spettacolo il 23 febbraio.
Infatti, a distanza di un anno giusto dal primo stop agli eventi dal vivo, il 23 febbraio i lavoratori dello spettacolo scenderanno in piazza con una grande manifestazione nazionale. Come già successo il 30 maggio scorso, l’obiettivo è sempre lo stesso: sensibilizare le istituzioni sulla grave crisi economica che interessa il settore.
#unannosenzaspettacolo
A distanza di un anno i lavoratori dello spettacolo non hanno ancora una prospettiva certa del loro futuro.
Tante le iniziative autonome e private che sono nate nel corso del lockdown, riunendosi in associazioni, come è successo in Sardegna con il Cuss. Donazioni personali di artisti, come Scena Unita, e crowfunding per racimolare qualche fondo da destinare ai lavoratori dello spettacolo, ma nulla di realmente concreto è arrivato dal Governo.
Lo stop alle esibizioni e agli eventi dal vivo è un danno immenso all’economia nazionale ma questo non sembra essere abbastanza.
I fondi istituiti sono davvero irrisori e non hanno interessato tutti gli appartenenti alla categoria.
Sbloccate i ristori!
“La strada del bonus una tantum non sia quella giusta“, ha dichiarato Elio Balbo, rappresentante delle Lavoratrici e Lavoratori dello spettacolo di Torino.
Inoltre, le dimissioni del 26 gennaio dell’ex premier Conte, hanno di fatto congelato il decreto del 21 gennaio e i relativi ristori.
La richiesta è quella di procedere immediatamente allo sblocco dei fondi che sono ancora in sospeso e l’avvio di una riforma che adeguatamente tuteli e sostenga i più di 600mila lavoratori (dis)occupati nel settore dello spettacolo.
Protocolli adeguati per una ripartenza in sicurezza
Anche la riconferma del ministro della Cultura Dario Franceschini non piace ai portavoce del mondo artististico.
“Spiace che il premier Draghi abbia riconfermato alla Cultura, Dario Franceschini, un ministro che in un anno di blocco totale del nostro comparto ha fatto davvero poco. Alla maggior parte di noi non sono arrivati ristori o sono arrivate miserie“, prosegue Elio Balbo.
La soluzione ci sarebbe. Avviare dei protocolli di sicurezza per permettere di riprendere le attività dal vivo.
Tutti in piazza
Sono già 11 le regioni e 20 le città che hanno aderito alla mobilitazione, e il numero continua a crescere.
La manifestazione del 23 febbraio, avrà luogo a Roma e toccherà non solo i luoghi storici della cultura e dello spettacolo, ma arriverà fin sotto le finestre di Montecitorio.
La speranza è quella di poter discutere le giuste trattative in un incontro con il Governo e portare le richieste di tutto il comparto, direttamente sui tavoli istituzionali.