La Madonna del Sellaio , dispersa durante l’olocausto, ricompare a Rivoli.

Tutto è bene quel che finisce bene. E così anche un dipinto dato per perso, la Madonna col Bambino, san Giovannino e due angeli, 1480-1485, realizzata da Jacopo di Arcangelo detto del Sellaio (Firenze, 1443–1493) e scomparsa durante l’olocausto, è ora esposta nella Collezione Cerruti del Museo Castello di Rivoli-Torino

Il dipinto, opera di uno dei pittori fiorentini più conosciuti del primo Rinascimento italiano, rientra tra le migliori opere devozionali. Artista esempio della più alta pittura italiana dell’ epoca e allievo di Fra’ Filippo Lippi insieme a Sandro Botticelli. E Botticelli infatti, influenza tutta la produzione artistica del Sellaio : dalla tecnica lineare alla gamma di colori pastello. La Madonna con Bambino , inoltre, porta con sé un grandissimo valore storico, oltre che artistico, perché simbolo del grande esproprio illegittimo dell’arte, durante il periodo nazista.

La Madonna del Sellaio , dispersa durante l'olocausto,  ricompare a Rivoli  collezione Cerruti
Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino e © Grete Heinz, Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte

La suggestiva e travagliata storia della Madonna del Sellaio

Le prime tracce della Madonna del Sellaio, dopo il 1485 anno un cui ė dipinta , appaiono nel 1936. Il quadro compare nella Galerie Sanct Lucas di Vienna, acquistato, all’inizio di quell’anno, dal collezionista Gustav Arens. Fino a quella data il dipinto è attribuito a Raffaellino del Garbo. Ma, durante il restauro, ad opera dello studioso Emmerich Schaffran dell’Akademie der bildenden Künste di Vienna, l’ opera è attribuita, senza dubbio, a Jacopo del Sellaio.

Arens, muore a marzo dello stesso anno e l’opera passa nelle mani della famiglia Unger (ereditato dalla figlia Ann Arens sposata con Friedrich Unger). Nel 1938 però le autorità naziste lo sequestrano , con l’intera collezione della famiglia. Ritornerà nelle loro mani, dopo pochissimo tempo, dietro il pagamento di un cospicuo riscatto.

La definitiva requisizione da parte dei tedeschi

La persecuzione ebraica però si inasprisce sempre di più e la famiglia Unger al completo emigra negli stati Uniti, lasciando tutta la collezione in deposito a Parigi. Da quel momento ogni loro sforzo, per far arrivare le opere, con tutti i loro beni, negli Stati Uniti, è vano.

La burocrazia ostacola ogni movimento fino ad arrivare alla requisizione completa, da parte delle autorità tedesche, di ogni bene degli Unger nel febbraio del 1942. Della Madonna del Sellaio scompare ogni traccia. L’opera rifà misteriosamente la sua comparsa nel 1974 presso la Galerie Fischer di Lucerna e nel 1985 a un’asta di Christie’s. Due anni dopo, il collezionista Francesco Federico Cerruti la acquista da un antiquario italiano che se l’era aggiudicata proprio a quell’ asta.

Il ritrovamento e il lascito

Nel 2016, dopo la morte di Cerruti, l’intera collezione è affidata al Castello di Rivoli che riconosce, nella tavola, il quadro sottratto alla famiglia Unger. Grazie alll’HCPO (Holocaust Claims Processing Office) dello Stato di New York vengono rintracciati gli eredi nella famiglia di Grete Unger Heinz, figlia minore di Ann e Friedrich Unger, che solo pochi giorni fa hanno formalizzato il lascito al Museo di Arte contemporanea di Rivoli.

Afferma Grete Unger Heinz, A quasi 93 anni, avevo perso la speranza che questo amato dipinto rinascimentale italiano appartenente ai miei genitori sarebbe mai riemerso. Sono lieta non solo che la Fondazione Cerruti abbia raggiunto un equo accordo con gli eredi della famiglia Unger, incluso un resoconto completo della travagliata storia del dipinto, ma anche che io possa ancora vedere l’opera stessa al Museo del Castello di Rivoli nel corso della mia vita”.

Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino e © Grete Heinz, Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte

All interno della Collezione Cerruti, che include quasi trecento opere scultoree e pittoriche, è quindi ora possibile ammirare la Madonna col Bambino, san Giovannino e due angeli, opera di Jacopo del Sellaio. Nello stesso spazio mistico di raccoglimento voluto da Cerruti: accanto al letto nella camera della torre.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".