Matrix Resurrections – Il nuovo film serviva davvero o bastava la vecchia trilogia?

Dopo quasi 20 anni dalla conclusione della trilogia di Matrix, nessuno immaginava di cosa potesse parlare questo nuovo capitolo intitolato Resurrections.

A un passo dal nuovo millennio, questi film precorsero i tempi prima che Internet e gli smartphone invadessero le nostre vite.

Era infatti il 1999 quando il primo Matrix conquistò il cuore di tutti gli amanti della fantascienza, oltre a sbancare i box office di tutto il mondo.

Quello che più leggo e sento riguardo a Matrix Resurrections è sempre la stessa domanda: ma serviva davvero continuare la storia?

Tornando indietro nel tempo, dobbiamo ricordare che il pubblico e la critica non accolsero benissimo neppure il secondo e il terzo film.

Il primo film era un misto di action, fantascienza e filosofia che piacque praticamente a tutti all’unanimita’.

Gli altri due, invece, ricevettero dei giudizi estremamente contrastanti nonostante gli alti incassi.

Alcuni trovarono esagerati gli sproloqui infiniti e complicati di Architetto, per esempio.

Chissa’ forse erano distratti scordando che questi era l’incarnazione del computer più evoluto e complesso del pianeta.

Altri invece trovarono poco chiari alcuni intrecci della trama, come il rapporto tra Neo e l’agente Smith.

Considerando il finale, i due erano due facce dello stesso bug/glitch che alla fine forzava il riavvio di tutto il sistema.

Ma tornando alla domanda di prima, questa storia aveva cosi tanto bisogno di un seguito o poteva bastare dove eravamo arrivati?

Prima di rispondere, diamo un’occhiata assieme al punto dove eravamo rimasti e da dove riprendiamo con Matrix Resurrections.

Matrix Resurrections e trilogia originale

La storia

Riassumendo velocemente, ecco di cosa parla la trilogia di Matrix e dove poi continua il nuovo sequel, Resurrections.

Il protagonista scopre che il mondo in cui vive è falso, una simulazione computerizzata sotto il controllo di un esercito di macchine.

Ma perché queste macchine tengono prigioniera la gente facendola illudere di vivere nel mondo vero?

Semplicemente, hanno bisogno della loro energia bioelettrica dopo che la razza umana ha oscurato i cieli, privandole della preziosa e illimitata luce solare.

Tuttavia, alcune persone riescono a corrompere questa simulazione e liberarsi, fondando una città sotterranea dove sopravvivere.

Questo stallo non poteva durare per sempre e inevitabilmente, citando la malvagia nemesi del protagonista, si arriva a una guerra.

Ma la nemesi riesce a infettare l’intera simulazione e a quel punto è necessario un riavvio del sistema, che avviene grazie al sacrificio del nostro eroe.

A quel punto umani e macchine stabiliscono una nuova tregua, con cui finiva la trilogia dei Matrix vent’anni fa.

Matrix Resurrections inizia molto tempo dopo, con il protagonista di nuovo vivo senza nessuna idea di cosa sia stata la sua vita nei film precedenti.

Tuttavia, la sensazione di essere nel posto sbagliato torna a tormentarlo assieme all’amore per Trinity, la coraggiosa donna che gli era rimasta affianco fino alla fine.

Anche lei non ha nessun ricordo di ciò che era, seppur provando un’attrazione verso di lui ogni volta che lo incontra.

Tuttavia, alcuni ribelli riescono a organizzare un attacco e liberare di nuovo il protagonista, che finalmente scopre la verità.

Un nuovo programma è a capo di Matrix dopo il disastro precedente, sfruttando l’amore tra i due per portare al massimo rendimento le batterie energetiche umane.

Liberare Trinity diventa quindi l’obiettivo della resistenza, anche se non tutti i sopravvissuti sono d’accordo a entrare nuovamente in guerra contro le macchine.

Matrix Resurrections e trilogia originale

I personaggi

Del cast originale della prima trilogia di Matrix rimangono soltanto Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss.

Sempre nel ruolo dei ricercati numero uno di Matrix, in Resurrections la loro relazione è ancora più stretta dei film precedenti.

Se la donna prima era una inarrestabile guerriera, ora il suo potere è all’altezza se non superiore a quello del suo compagno.

Quando ero al cinema, ho sentito molti lamentarsi di questa svolta, specialmente nella parte finale della storia.

Sinceramente non ne capisco il motivo, visto che con una riprogrammazione totale della matrice è ovvio che si sovvertono le regole di base del gioco.

Oltre ai due protagonisti abbiamo anche altri graditi ritorni tra i vari personaggi.

Jonathan Groff è ora una versione ringiovanita dell’Agente Smith, inarrestabile arcinemico di Keanu Reeves.

I loro duetti sono ancora una volta un gustoso mix di dialoghi filosofici e arti marziali con superpoteri devastanti.

Yahya Abdul-Mateen II incarna invece la versione digitale di Morpheus, inizialmente un agente di Matrix che per destino aiuterà i ribelli nella lotta.

La sua fidanzata Niobe, ovvero Jada Pinkett Smith, è un altro membro del cast originale che vediamo di nuovo, anche se invecchiata di sessant’anni per l’occasione.

Questa volta a capo della resistenza umana, la donna sarà la meno felice di tutti nel vedere di nuovo i protagonisti.

Infatti il timore è quello di rovinare il fragile equilibrio tra gli esseri umani e alcune macchine che hanno abbandonato la matrice, convivendo assieme all’interno di una nuova città rifugio.

Ma i nuovi giovani guerrieri della resistenza si schierano completamente al fianco dell’eroe e nessuno può fermarli dal provare a salvare Trinity.

Matrix Resurrections e trilogia originale

Lo stile

A distanza di vent’anni abbiamo ancora lo stesso feeling di eleganza cyberpunk guardando Matrix Resurrections?

Diciamolo subito, il primo impatto è leggermente diverso, soprattutto visto le aspettative con cui ci approcciamo a questo film.

Tuttavia quell’atmosfera unica di mistero e fantascienza è sempre li dove l’abbiamo lasciata.

In questo mondo tutto è cambiato, non sappiamo ancora come, eppure il fascino oscuro della matrice resta sempre uguale.

Cercando di essere imparziale e non troppo compiacente, ammetto che le scene action sono il lato più debole del film.

Chiariamo, i vari combattimenti, inseguimenti e sparatorie non sono affatto male e restano sempre di alto livello.

Però non sono minimamente al livello della trilogia dei Matrix, che impose un nuovo standard per tutti gli altri film di azione.

Invece, ho sentito molto lamentarsi della prima parte della storia, secondo qualcuno troppo stupida e superficiale quasi servisse solo da riempitivo.

Io l’ho trovata semplicemente geniale, trasformando i vecchi film in un videogioco di cui il nostro protagonista è il programmatore.

Ed è proprio lui a chiedere “Ma è proprio necessario un sequel?” al suo grande nemico Smith durante un meeting di lavoro.

“La Warner Bros lo farà con o senza di noi”, risponde Smith a quel punto, strappando un sorriso a tutta la sala cinematografica.

Questa battuta penso dica tutto quello che dobbiamo sapere riguardo la genesi di Matrix Resurrections, un brand da cui spremere ancora qualche soldo.

Un sequel che il regista non voleva necessariamente fare, ma visto che era (ancora una volta, citiamo Smith) inevitabile, allora perchè no?

A quel punto Lana Wachowski ha preferito assumere il controllo piuttosto che lasciarlo in balia di scelte altrui altamente opinabili.

Nelle mani degli Studios e i loro terribili esperti di marketing, chissà chi avrebbero messo alla regia e come avrebbero scritto la sceneggiatura.

Matrix Resurrections e trilogia originale

Missione compiuta?

Per chi se lo stesse ancora chiedendo, Matrix Resurrections mi è piaciuto davvero molto, tanto quanto la vecchia trilogia.

Ammetto di essere andato anche io al cinema estremamente timoroso che questo sequel potesse rovinare in una ridicola buffonata.

Ma d’altra parte ero anche tranquillo riguardo la bravura di Lana Wachowski, che assieme alla sorella Lilly non sbaglia mai un colpo.

Per quanto mi riguarda la storia funziona, riprendendo con stile da dove avevamo lasciato per poi continuare alla grande l’epopea dei nostri eroi.

I personaggi continuano ad avere lo stesso carisma, siano essi umani oppure i programmi senzienti della matrice.

Credo che neanche critici più feroci possano mettere in discussione la messa in scena e i costumi, sempre eleganti e vivi di colori brillanti ed emozionanti.

Molte delle critiche che ho letto alla trama, come ho cercato di spiegare, mi sembrano assolutamente sciocchezze.

Stiamo parlando di fantascienza, mi pare, quindi un distacco dal realismo è assolutamente (ancora, citando Smith) inevitabile e necessario.

Anzi, a differenza dei primi tre film che lasciavano molte cose alla nostra immaginazione, in questo caso Matrix Resurrections mi sembra molto più semplice e comprensibile.

Perciò mettiamo tutti da parte gli occhialini buoni andando in cerca di difetti e cerchiamo di goderci sempre la fantascienza delle sorelle Wachowski.

Qualunque cosa pensiate, il film è un grande ed emozionante spettacolo di azione, filosofia e sentimenti esattamente come lo era una volta.

Perché alla fine tra cento anni questa saga, statene pure certi, continuerà ad avere i suoi fans mentre gli insulti e gli sberleffi finiranno nel nulla da dove provengono.

Sperando che questo nuovo inizio (forse) per la saga vi piaccia com’e’ piaciuto a me, vi rimando al mio sito se volete leggere ancora di cinema e film:

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Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!