Le pagelle della seconda serata #Sanremo2021

Continuiamo a commentare il Festival con le pagelle della seconda serata #Sanremo2021. I nostri pareri, ironici e scherzosi, sulle esibizioni della seconda trance di 13 Big in gara.

Gli insufficienti

Random: 4

Una stecca continua. Sembra che l’abbiano quasi scelto a caso, pardon a Random. Se avesse fatto una rappata alla “Rossetto” avrebbe lasciato più il segno e lo stampo. #Ariprovace

Orietta Berti: 4,5

“Non vado a fondo se sono insieme a te”. Ne siamo proprio sicuri? No perché le conchiglie sul vestito ci ricordano un po’ Ursula di Ariel. Bentornata a Sanremo dopo 29 anni, ma non ne sentivamo la mancanza. La barca è andata fin troppo al largo. #OriettaPosaiRemi

Bugo: 5,5

Parte “Il mio canto libero”. Ah no. Va bene la passione per Battisti, ma era necessario? Dal riscatto post-Morgan forse ci aspettavamo un po’ di più. Ha perso verve e peso: Bugo ma mangi? #EInveceNo

Gaia: 5,5

Imitazione di Elettra Lamborghini. Sarà anche più intonata e delicata, ma preferiamo l’originale, se non altro per il coraggio. Qui invece solo scimmiottate. E fare il twerk con le mani non basta. #ProvaciAncoraAmica

I discreti

Malika Ayane: 6,5

Lei si piace così, noi non capiamo se ci piace davvero. Convince a metà. Elegante come sempre ma non incisiva come altre volte. Bisogna ritrovarla #NostalgicoPassato

Ermal Meta: 7

Bella ma non parte. Poteva farlo in un milione di modi possibili, alla Ermal. Intonatissimo, falsetto da brividi come sempre. Calmo e soave. Però quel ritornello che non ha sprint un po’ delude. Sulle parole, però, chapeau #PoesiaInRetromarcia

Extraliscio con Davide Toffolo: 7,5

Nuovi ma non così tanto. La gavetta si vede sia per Toffolo che per i tre della balera. Si divertono e si vede che non pensano alla gara. Viene a tutti voglia di abbracciarsi e fare due passi di liscio. #CeFateBallà

I promossi

Lo Stato Sociale: 8

Da quando Lodo è diventato figo? Hanno cambiato frontman e possiamo anche apprezzare. Divertenti, spensierati, sarcastici. Però quel “cantautore” è un po’ troppo simile a “Capitano Uncino” di Bennato. #NonImitateEdoardo

Fulminacci: 8

Lo guardiamo e glielo diciamo che è tutto a posto. Ballata da cantautore giovanile, come il romano classe ’97 sa fare. Ideale da riascoltare in spiaggia davanti a un falò, con la chitarra in mano come la sua. #Leggera

Irama: 8

Ricambia colore. Stupisce e a tratti confonde: Irama è quello della “Ragazza col cuore di latte”, di “Mediterranea” o questo dalle nuove tinte robotiche ed elettroniche? Forse gli riesce bene un po’ tutto. Anche se registrato, o forse proprio per quello, convince. E in radio andrà forte. #NonSqualificatelo

Gio Evan: 8,5

Eclettico e attoriale. Il suo balletto scattoso quasi ipnotizza. La sofferenza che emerge dal testo arriva. A tratti un po’ ansioso e ansiogeno, ma come non rispecchiarsi in un “l’ansia dei regali di Natale”? Per lui che canta di “Regali fatti a mano” la risposta è: semplicità. #RiccioliAnsiosi

La Rappresentante di Lista: 9

Bomba sganciata. Voce sublime. Veronica è la sorella di Arisa che ce l’ha fatta. Chi li segue da anni lo sapeva già, ma ora lo sanno tutti. Indie, pop, cosa cambia? Funzioneranno sia in radio che live nei loro amati festival non mainstream. #ViAmiamoAncheNoi

Willie Peyote: 10

Finalmente un testo da analizzare. Veloce per un primo ascolto, ma andrebbe letto al bar, a scuola, ovunque. Perché “lo chiami futuro ma è solo progresso” è la sintesi del presente e Peyote non le manda a dire #PremioDellaCriticaAssicurato

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.