Paolo Bonfanti: “La mia musica tra Liguria e Piemonte”

Il blues non è morto, ma come tutti i generi ha i suoi “up and down”. E questo è un momento di rinnovamento. Non solo per i giovani che si avvicinano a questo stile, ma anche per Paolo Bonfanti, bluesman originario di Genova che vive a Casale Monferrato da vent’anni.

Da un simbolo cardine per la realtà cittadina di Casale, il Parco Eternot che sorge al posto della fabbrica Eternit, ha risposto alle nostre domande. Qui l’intervista completa:

Musica sociale

Doveva celebrare il ritorno musicale, insieme con i suoi sessant’anni, al Teatro Municipale di Casale Monferrato ma le chiusure non l’hanno permesso. Ora qualche data è stata fissata in estate tra Piemonte e Liguria. Nel frattempo, in tutte e due le Regioni Bonfanti ha accompagnato con i suoi brani due manifestazioni importanti: quella che il 23 aprile ha visto protagonisti a Casale Monferrato i lavoratori della fabbrica Cerutti (da mesi in lotta sindacale causa fallimento dell’azienda) e quella del 25 aprile a Genova. Per celebrare la Festa della Liberazione Paolo Bonfanti ha suonato al “Goodmorning Genova” in diretta dai Giardini Luzzati

«La musica deve farsi sentire anche nelle cause sociali – spiega –. Siamo lavoratori come quelli della Cerutti, dell’Eternit, come i ristoratori. Siamo stati anche noi fermi per un anno e mezzo, vittime della mancata capacità di gestire e riorganizzare. Ora finalmente si riparte. Deve essere un segnale insegnamento per il futuro».

“Elastic Blues”

10 mesi di lavoro in piena pandemia, 40 musicisti coinvolti, 70 minuti di musica, 80 pagine di libro, 15 brani inediti, una cover, una campagna di co-produzione dal basso che ha ampiamente doppiato la cifra inizialmente richiesta: “Elastic Blues” è il nuovo album di Paolo Bonfanti uscito lo scorso novembre, nel pieno della seconda ondata.

“Elastic blues” è un universo musicale fatto di blues, rock, folk, funk e jazz. «Ero partito con questa idea – dice Paolo Bonfanti –: mi regalo un disco per i 60 anni intimo, voce e chitarra, me le suono e me le canto. E poi?»

E poi le chiusure, il fermo delle attività, la sensazione di diventare invisibili come artisti. «Vedevo – continua Bonfanti – i musicisti che non suonavano più, le professionalità cancellate, gli investimenti persi, le entrate mancate, le occasioni perdute che per loro natura non possono tornare e di cui nessuno parla. E allora ho pensato, nel mio piccolo, li faccio suonare io, con me: la mia musica che diventa nostra».

Tra le canzoni dell’album c’è “Where do we go”. Il titolo, “dove stiamo andando”, riassume lo smarrimento dei mesi di pandemia. Non a caso il videoclip è uscito il 2 marzo 2021, giorno di inizio del Festival di Sanremo. Per far capire come appena tre mesi fa la musica fosse ripartita, sì, ma solo sul palco dell’Ariston.

Tra passato, presente e futuro

Così il blues di Bonfanti parla del presente e del passato. E lui come artista e persona sposa cause umane che hanno toccato la sensibilità di tutti gli italiani. Come la vicenda dell’Eternit di Casale, città che ha adottato il bluesman, come il crollo del Ponte Morandi di Genova, vicino al quale lui ha vissuto per anni, come la recente cronaca della funivia del Mottarone. «Sono vicende che possono coinvolgerci tutti – dice il cantante –. La musica deve essere presente e deve parlare».  

Tracklist dell’album 

  1. Alt!
  2. The Noise of Nothing
  3. Haze
  4. In Love With The Girl
  5. Unnecessary Activities
  6. Heartache By Heartache
  7. Don`t Complain
  8. Fìn de Zugno
  9. We`re Still Around
  10. A O Canto
  11. Hypnosis
  12. I Can`t Find Myself
  13. Sciorbì/Sciuscià
  14. Elastic Blues
  15. Where Do We Go
  16. Unnecessary Activities (slight return)
Paolo bonfanti copertina del disco elasticizzai blues bianca con un vortice disegnato in blu

La copertina del disco “Elastic Blues”

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.