Psicanalisi in tempi di Quarantena, corpi confinati e piatte – forme.

Continuano gli spazi di psicanalisi in tempi di Quarantena della Dottoressa Henni Rissone, oggi si parla di nuove piatte-forme, di un rapporto paziente- analista che cambia, di corpi confinati, di “giusto”, di RI-guardi. Ma anche di definizioni e gerarchie sociali del nuovo DPCM.

“Quando si ascolta qualcuno nello studio di un analista, si ascolta qualcosa che va al di là del senso, si ascolta sopratutto l’equivoco. Jacques Lacan diceva che l’analisi è in relazione con la poesia. E chiedeva agli analisti di allenare l’orecchio a quello che di poetico si produceva in una seduta.

La poesia e l’equivoco sono veicolati dal corpo. Abbiamo un corpo per parlare, un corpo che ci parla, abbiamo anche un corpo segnato e ferito dalla parola significante. L’esperienza di analisi è dunque, certo, un’esperienza di parola ma anche e sempre esperienza di corpo. Un corpo che si imbelletta, che suda, che duole, che “si porta”.

Cambiamenti nella psicanalisi in tempi di Quarantena , le piatte-forme.

In questo periodo di confinamento dei corpi anche il contesto delle sedute analitiche è cambiato. Ci si danno degli appuntamenti su Skype, per esempio o su altre piattaforme (che mi diverte chiamare “piatte-forme”). Tra colleghi sono in corso dibattiti sull’efficacia o meno di queste nuove modalità di “incontro” con gli analizzanti.

Questo cambiamento temporaneo della clinica è importante perché richiede agli analisti un nuovo sforzo teorico, richiede di prendersi carico, ancora una volta del Reale che si presenta. Ogni psicoanalista è chiamato a cogliere la soggettività della propria epoca altrimenti, forse, deve rinunciare a fare lo psicoanalista

Non è però mio obiettivo, in questa sede, argomentare sugli effetti di questo. Ma piuttosto far emergere delle domande e aprirle a chi leggerà cercando di ampliare il contesto.
Questa condizione di isolamento, dal mio punto di vista, ha portato in evidenza ciò che già esisteva ma aveva minore visibilità (e uso il termine visibile non a caso perché oggi più che mai la società può definirsi “dell’immagine”.)

Psicanalisi in tempi di Quarantena, corpi confinati e piatte - forme.
Quadro di Magritte el. Terapeuta corpo con gabbia di uccello

Il tempo del Ri-guardo

Questo è il tempo/occasione del ri-guardo allo specchio ma senza riferimenti a Narciso cioè è il tempo per usare la lente sui nostri “punti neri”, per guardare il nostro sguardo cioè osservarci per come osserviamo noi stessi e il fuori. Mi rendo conto che per ciascuno sarà uno sforzo diverso, più o meno impegnativo.

Penso a chi si trova in una condizione famigliare, di coppia o di solitudine in sofferenza e anche a chi invece, può capire la preziosità del suo contesto “casalingo” che magari ha dato molte volte per scontato. Questo è un tempo/occasione per trovare il nuovo nel famigliare, inteso come conosciuto, come abitudine.

L’appiattimento della realtà

Le problematiche del sociale sono gonfiate. Prendo dal mucchio 3 grandi temi del contemporaneo occidentale: la paura del diverso; la sfiducia nella Legge/Simbolico; il bisogno di diritti nei legami sociali.

Il confinamento dei corpi, sommato alle tecniche di comunicazione attuali, ha prodotto- dopo circa due mesi- un appiattimento della realtà: il fuori è totalmente e unicamente osservabile e non esperibile (se si rispettano le norme vigenti) attraverso uno schermo che riduce a bidimensionalità i contatti e, contemporaneamente, sviluppando nuove forme di dipendenze tecnologiche.

Il nuovo diverso

L’individuo isolato costruisce quel poco di senso appoggiandosi su una mala informazione e diventa a volte aggressivo e denunciante nei confronti di chi oggi è il “nuovo diverso”: quello che non resta a casa o, se si è della posizione opposta, quello che resta a casa.

La mancata esperienza del fuori acuisce gli enigmi personali e la Verità viene cercata con maggiore foga. Il modo di pensare, anche, sembra registrare questa condizione e le parole per esprimersi sembrano ridursi a cerchi sempre più piccoli. La Legge, già vacillante, ora crolla e cambia forma al ritmo delle sempre nuove autocertificazioni, per esempio, e non fornisce un appoggio e un campo chiaro.

L’inciampo sulle definizioni nel nuovo DPCM

Il recente D.P.C.M. inciampa sulle definizioni dei legami sociali e colloca in gerarchia di importanza alcune relazioni a discapito di altre. I congiunti, i parenti, i legami di sangue e civili a discapito delle multiformi relazioni amorose. Questo evidenzia come sia necessaria una Legge per vivere in una società ma come la stessa Legge non possa mai essere uguale per tutti,. Come la Legge non possa collocarsi nella posizione dell’ascolto analitico del soggetto e del poetico.

Giusto e giustizia

Non esiste un “soggetto qualunque”, per questo non può esistere uguaglianza. I corpi sono, una volta di più, feriti dai significanti. Il “giusto” e la “giustizia” sono ancora due parole molto distanti tra loro. Già Aristotele definiva “giusto” un atto svolto e volto a favore dell’altro, uno per uno. La giustizia invece si colloca dal lato del “soggetto qualunque”, delle piatte-forme, del livellamento delle differenze personali generando un equivoco inascoltato.

Ancora una volta il ri-guardo allo specchio: stare attenti e prendersi cura, con riguardo appunto, della propria e altrui posizione in continuo mutamento avrebbe un’eco poetica che adesso sembra mancare da qualunque parte”. Henni Rissone

Momenti di Psicanalisi in tempi di Quarantena.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".