Salto Rewind: Gabriella Greison “L’incredibile cena dei fisici quantistici”

Per la rubrica Salto Rewind, oggi la recensione del libro di Gabriella Greison “L’incredibile cena dei fisici quantistici” (Salani Edizioni)

A meno che la fisica quantistica faccia da sempre parte della vostra vita, per lavoro, per curiosità o per passione, risulta difficile immaginare di entrare in una libreria o meglio ancora Al Salone del Libro di Torino, essere invasi, sommersi, circondati da migliaia di libri di ogni genere, ma allungare un braccio per afferrare e comprare un libro che parla di fisica quantistica.

 Gabriella Greison

Se avete già incrociato l’incredibile reputazione della sua Scrittrice, Gabriella Greison, avete qualche chance in più per convincermi..

Eppure questo libro, a distanza di un anno dalla sua uscita nel 2016, vendeva già oltre 20.000 copia, oggi ha superato le 70.000

Una l’ho comprata io, confesso, per caso.

Gabriella Greison non la conoscevo. Devo scusarmene lo so, ma la bellezza della lettura è anche la capacità di imparare in silenzio e di pentirsi, sempre in silenzio, di non avere iniziato prima.

29 Ottobre del 1927, a Bruxelles sta per svolgersi il V congresso Solvay

Ernest Solvay è un ricco industriale che insieme all’amico Albert Nobel, due amici e mecenati decidono di dare un contributo significativo al progresso scientifico, dando così vita, il primo al ritrovo dei fisici più illustri e l’altro, all’ambito premio.

Primo di questi ritrovi avvenne  nel 1911 e da allora, fatta eccezione a causa delle due Guerre Mondiali, se ne organizza uno ogni 3 anni. L’ultimo risale al 2017.

1927 nel resto del mondo

Leopardi aveva già scritto, Pavese lo stava facendo. Picasso stava dipingendo il suo mondo, Charlie Parker aveva appena iniziato a crearne uno nuovo con la sua musica. Chaplin girava il film Il Circo, Al Capone girava in Cadillac.

Nel resto del mondo, questo è l’anno in cui Lindberg completa la prima trasvolata atlantica senza scalo, da New York a Parigi, un volo ininterrotto verso la leggenda e il progresso; vengono costruiti e venduti i primi jukebox. Sacco e Vanzetti sono condannati a morte, diciannove minuti dopo la mezzanotte del 22 agosto, nella prigione di Charleston, vicino Boston, Nicola Sacco viene giustiziato sulla sedia elettrica e sette minuti dopo la stessa sorte tocca al suo amico Vanzetti; l’inventore americano Phillips Farnsworth costruisce il prototipo di televisore elettronico che farà la storia del piccolo schermo. Nascono Gabriel Garcia Marquez, Joseph Ratzinger, Gina Lollobrigida e Roger More.

Il 28 ottobre 1927 in Italia iniziava il VI anno dell’era fascista.

Cervelli a cena

Al congresso partecipano i 29 fisici più illustri dell’epoca, 17 dei quali vinceranno o avevano già ottenuto, il nobel per la fisica e che al termine dell’incontro saranno tutti ospiti dei reali del Belgio, per una cena di gala.

Unica donna Marie Curie seguita dal bizzarro Albert Einstein, Niels Bohr, suo accesso e severo interlocutore, Arthur Compton, William Bragg, Irving Langumuir…

E’ durante questa cena che si gettano le basi della fisica quantistica destinata a stravolgere la società contemporanea.

Teoria classica e fisica quantistica, tutti (o quasi) contro Newton

Se fino a quel momento la fisica si basava sul metodo scientifico (la mela di Newton per capirci) e sui meccanismi della natura, dai quali si dedussero i principi di meccanica, termodinamica, gravità, agli inizi del XX secolo si inizia a studiare in maniera più approfondita la teoria dei quanti facendo emergere importanti lacune sul modo con cui si era osservato il comportamento della materia che fino a quel momento vedeva per esempio la luce solo come onda e l’elettrone solo come particella.

La fisica quantistica descrive il comportamento della materia, della radiazione e di tutte le loro interazioni come fenomeni  ondulatori e particellari poi sviluppata nella più nota “teoria dello determinazione di Heisenberg” che in sostanza afferma che è impossibile stabilire simultaneamente con precisione la posizione e la quantità di moto di una particella.

Cervelli, teorie e gossip

Immaginate i più grandi cervelli della fisica seduti attorno ad un tavolo mentre discutono, competono e a tratti si punzecchiano sulle leggi che regolano la materia, alcuni ancorati alla teoria classica altri alla quantistica

La fisica classica è la lava di un vulcano, la quantistica è lo zampillo” disse Bragg.

“La  fisica classica è l’acqua che scorre dal rubinetto, la fisica quantistica è il gioco delle freccette” disse Campton.

Noioso? Per niente, a tratti impegnativo, lo sconsiglio come lettura sotto l’ombrellone, ma l’atmosfera ironica con cui la Greison dipinge e racconta la cena non vi separa mai dal libro.

Emergono tratti caratteriali, vizi, debolezze, ad oggi sconosciuti dei protagonisti.

A tavola ne frattempo era nato un piccolo momento di svago collettivo. In un primo momento, qualcuno si era dedicato alla costruzione di aerei con i tovaglioli, salvo poi capire che non sarebbero mai volati per lunghi tratti. Ma più riuscivano a farli elaborati e pesanti, e più la cosa li divertiva….

E ancora..l’ironia di un fisico è molto più spicciola, e spesso basata sul confronto con un matematico o un ingegnere, per sminuire queste due categorie di scienziati. Le barzellette a riguardo sono numerosissime.

Perchè leggerlo

È un libro che consiglio davvero, se la fisica quantistica non fa parte della vostra vita, dopo averlo letto scoprirete innanzitutto che non è così, poi scoprirete che, anche se complessa, si può comprendere (e di questo ringraziamo la Greison) e poi deciderete che in fondo, anche se non leggerete mai più nulla in proposito, dopo averla incrociata anche solo con questa lettura vi farà sentire più colti e curiosi.

Scopo della lettura: raggiunto!

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Almadarte esprime la mia passione per tutto il bello che la vita ci regala. L’arte, il teatro, la musica, il cibo, la poesia. La bellezza è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione, l’anima l’apprende e riconosciutala, l’accoglie e in un certo modo le si accorda. 43 anni studi classici, amante dell’arte figurativa in modo particolare, desiderosa di apprendere e curiosa di ogni forma di cultura, osservatrice attenta dell’arte culinaria fa suo il motto di George Bernard Shaw “non c’è amore più sincero di quello per il cibo”