Serie TV, che passione! Ma perchè ci piacciono così tanto?

Con la fine dell’estate ricominciano anche le nuove stagioni delle serie TV più seguite sulle pay per view. Il lockdown ha messo in stand by anche le produzioni cinematografiche e, di conseguenza, anche le lavorazioni delle stagioni tanto attese delle serie tv più famose. Ma perchè le serie tv ci piacciono cosi tanto?

Serie TV: che passione!

Durante il lockdown si è avuta una crescita esponenziale di spettatori e, per amor di verità, anche dei download pirata. Le serie TV sono ormai un must che ci ha incollati al televisore in maniera inesorabile. Questo non è un fenomeno degli ultimi anni e non è neanche legato alle pay per view. Anzi, è esattamente il contrario.

Le PPV hanno fatto fortuna proprio grazie alla trasmissione delle serie TV, soprattutto da quando propongono le stagioni intere con cui fare “after”, liberando così il telespettatore dal vincolo dell’attesa del prossimo episodio e fidelizzandolo proprio grazie al fatto che l’intera stagione (o stagioni) sono integralmente disponibili alla visione.

Vite straordinarie di gente ordinaria

Ovviamente, si crea un legame tra lo spettattore e la storia, ma questo succede anche per un libro o un film. Ma con la serie tv, questo legame è più forte, il pathos che si crea è più intimo perchè più duraturo nel tempo.

Inoltre, le serie mostrano “lo straordinario nell’ordinario”, secondo il filosofo e narratore Tristan Garcia. Nelle serie televisive, persone ordinarie vivono vite straordinarie e questo affascina.

Il fatto di seguire, quotidianamente o il quotidiano, della vita o delle avvventure di un personaggio fa si che l’immedesimazione sia più intensa e quando arriva l’ultimo episodio dell’ultima stagione si crea un vuoto che fa si che per qualche giorno si ricerchi ancora di rivivere le emozioni attraverso la visione di contenuti speciali, di vecchi episodi, qualsiasi cosa possa prolungare ancora un pò la permanenza in quella “dimensione”.

Ma quando nasce l’idea della serie TV?

Le serie TV sono un format nato praticamente con la televisione stessa.

Cominciano ad avere un successo consolidato negli anni grazie anche alle sit-com degli anni settanta. Chi ha l’età per ricordarsi de i Jefferson, Il mio amico Arnold oppure La famiglia Bradford?

Te lo dico con una serie TV

Le serie TV sono state e sono un ottimo canale di comunicazione. Rispecchiano un modello sociale da seguire, e trasmettono un messaggio specifico, episodio dopo episodio, grazie al fatto che durano nel tempo riescono a diffondere e consolidare nella mente degli spettatori un imprinting indelebile.

Prendiamo ad esempio le prime serie TV.

La formula “famigliare” funzionava perchè rispecchiava il modello sociale della famiglia (im)perfetta. Erano gli anni in cui si dovevano trasmettere valori di coesione e condivisione famigliare, anche e soprattutto laddove le famiglie erano “anomale”. Se le prime produzioni proponevano un modello in stile “Mulino Bianco”, come quella di Richie Cunningham in Happy Days, alla fine degli anni settanta si incomincia a parlare di adozioni e di famiglie allargate.

Segni di un tempo che stava cambiando.

Le famiglie tradizionali dovevano convivere con nuove nuclei famigliari “misti” e i bambini dovevano imparare a socializzare con figli adottivi e figli provenienti da diversi matrimoni.

In realtà, si sa, i bambini non hanno pregiudizi, ma era importante che i loro genitori accettassero e vivessero l’integrazione di questo nuovo modello sociale di famiglia, che allargava il suo significato di nucleo famigliare composto da soggetti esterni al matrimonio.

Approfondiremo meglio nei prossimi articoli, attraverso il racconto delle varie serie TV.

Comedy Sit Com e fantascienza

Le migliori. Divertenti episodi di non più di mezz’ora dove situazioni comiche si intrecciano a piccole storie quotidiane.

Tre cuori in affitto e Laverne e Shirley (spin off di Happy Days) aprivano le danze della nostra serata. I Jefferson però non li batteva nessuno.

La comicità un pò assurda e demenziale divertiva proprio per la semplicità dell’humorismo e delle situazioni più normali. Aiutavano davvero ad affrontare con più ironia i vari screzi derivanti dalla convivenza forzata in casa o condominiale.

Ma cosa affascinava davvero era la fantascienza. In piena guerra fredda, la conquista dello spazio era uno dei programmi governativi americani più importanti. UFO, marziani e viaggi interstellari stuzzicavano la fantasia di registi e spettatori. La prima in assoluto fu quella del Doctor Who, nata nel 1963. Madre di tutte le serie tv, i viaggi nel tempo proposti ricordavano i racconti di Jules Verne. Da Doctor Who a 1999 odissea nello spazio e Star Trek, il passo è breve. Arriveranno poi Voyagers e Quantum leap e, negli ultimi tempi, Dark, Lost e Russian Doll.

Il giallo, l’azione e i polizieschi

Con il genere giallo si consolida la fidelizzazione di tutta la famiglia. Colombo, la Signora in Giallo, Magnum P.I., L’A team, Hazard…quanti ricordi! Storie ingenue dove gli omicidi avvenivano miracolosamente senza sangue e i moventi erano ben celati in meccanismi famigliari, passionali o venali.

Tra le serie poliziesche ne arriva una a spazzare via i vari “Chips” e “le strade di San Francisco” (che tra l’altro diede la fama a MIchael Duglas): Miami Vice. Un format da paura che univa l’azione alla musica contemporanea.

Don Johnson e Philips Michael Thomas si cimentano per ben cinque stagioni, nei panni di James “Sonny” Crockett e Ricardo “Rico” Tubbs nella lotta contro la droga. E quelli erano anni di fuoco per le strade non solo d’America. La tossicodipendenza era IL problema sociale. Bisognava dare un forte segnale di azione da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine, ma soprattutto, dei governi.

Ma i tempi cambiano e le serie TV con loro.

Come sono cambiate le serie TV?

Con la tecnologia e internet si apre un mondo infinito. L’horror e i fantasy attingono a piene mani dagli effetti speciali e gli omicidi sono sempre più efferati, i colpevoli sempre più psicopatici e il sangue gronda dallo schermo e invade il pavimento del salotto.

I polizieschi diventano laboratori della scientifica dove l’anatomia e la criminologia sono il tema stesso della produzione. C.S.I., Criminal Minds, Law and Order, Lie to me, sono solo un esempio. Sarà molto interessante approfondire come l’arrivo di queste serie televisive hanno cambiato profondamente la società. Non c’è spettatore che non si senta un abile criminologo, detective o esperto forense e proietta questa sua supposta capacità investigativa nell’analisi di delitti reali di cronaca, al punto che i processi mediatici dei vari talk show raccolgono impressioni, giudizi e critiche attraverso i post sui social degli spettatori.

Non solo, è interessante, in senso negativo ovviamente, come siano cambiati i delitti stessi. Molto più frequenti e molto più cruenti. C’è da chiedersi se sia la finzione ad emulare la realtà o viceversa.

Streghe…

Se ai miei tempi la strega più famosa era Ginny, “Strega per Amore“, oggi non si scherza mica. Charmed è l’ultima uscita e le magìe sono davvero incredibili. Un’evoluzione di diverse serie tv che hanno mischiato magia e occulto, associato a leggende di vampiri e di strane creature demoniache. Ma tutto questo ha un’origine ben precisa: Buffy, l’ammazzavampiri. Nel 1997 la giovane Sarah Michelle Gellar spopola tra i giovani. Una studentessa di un college che in realtà è una cacciatrice di vampiri, figure di un mondo invisibile in un mondo reale.

La serie Tv ha talmente successo che da origine a tutta una serie di produzioni che ancora oggi fanno la fortuna di Netflix.

…e Vampiri

I vampiri affascinano, perchè sono immortali, sempre giovani e maledettamente belli e seducenti. La scelta degli attori infatti non è casuale. Ragazzine che si strappano i capelli per la bellezza di Angel (David Boreanaz) o Spike (James Masters), e ragazzi che impazziscono per Faith (Eliza Dushku) e Cordelia (Charisma Carpenter). Ma Buffy ( Sarah Michelle Gellar) è il sogno erotico per eccellenza. Ma al di là dell’attrazione fisica, le serie tv “demoniache” eseritano una sorta di attrazione per i superpoteri che i comuni mortali non hanno, per questo dualismo tra il bene e il male che esiste dentro ogni essere umano e non.

Sette stagioni televisive fatte e finite, ma che continuano però nello spin off di Angel e che a breve rivedremo rimasterizzate. Produzione figlia del lockdown. Insomma, una serie non morta, come i suoi vampiri.

Inutile parlare ora di The Walking Dead. Dedicheremo il giusto tributo a questa serie e alla storia di Rick&Co.

Ma di tante serie, la degna erede di Buffy è sicuramente Shadowhunters, giunta ormai alla stagione 3B e terminata definitivamente (forse). Anche qui angeli e demoni convivono con i “nascosti”, branchi di licantropi, vampiri, ninfe e sili. Gli Shadowhunters sono umani con sangue di angelo che proteggono i mondani dalle forze demoniache.

Prossimo episodio

Naturalmente questo è solo il “trailer” di quello che vi proporremo da oggi. Un piccolo riassunto per sommi capi di un mondo, quello delle serie tv, che ci propone spunti per diverse “puntate”, in ognuna delle quali racconteremo (senza spoiler) le migliori serie tv di tutti i tempi.

Inizia un percorso attraverso il quale ricorderemo insieme le più importanti e famose serie televisive che ci hanno appassionato negli anni, dalle prime nate, alle ultime proposte dalle varie PPV.

Restate quindi sintonizzati. Questa è solo…la prima stagione!

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”