Titta: nella sua “Ostaggi” parla di sé e cerca di aiutare gli altri

«“Ostaggi” come tutti i testi che ho scritto è nata da uno sfogo, un momento no. Avevo da sfogare tutte le emozioni non belle che provavo. Ho sempre avuto difficoltà con le emozioni grandi, sono molto sensibile e questa cosa mi fa sentire spesso molto forte, altre molto vulnerabile». Letizia Tassi, in arte Titta, parla del suo brano “Ostaggi”

La storia di Titta

Il brano è uno sfogo personale, sulla difficoltà di sentirsi accettati. «Più che messaggio di sensibilizzazione sul cibo, mi piacerebbe che le persone che hanno avuto lo stesso mio problema lo prendessero come qualcosa per dire “ok non sono solo”», spiega Titta che nel testo canta “Pizza schifezze anche solo caramelle/Sono solo un palliativo sono stucco per le falle/Dammi cibo saporito anzi cibo spazzatura”. «Sapere che non sei da solo ti fa sentire più forte – spiega –. Puoi scegliere anche di cambiare e di fare»

Titta ha capito che per metterlo in pratica c’è ancora tanto lavoro da fare, ma questo della canzone è un primo passo. «Non accettavo di sentirmi sbagliata – dice –. Sapevo razionalmente di farmi del male da sola, ma dall’altra parte c’era il non volerlo vedere e accettarlo»

La musica è sempre stata presente nella sua vita. Da bambina era molto timida e la mamma cercava degli stratagemmi per farla uscire dal guscio. Così l’ha portata nel coro della chiesa a 6 anni. «Non ho mai preso lezioni continuative fino a due anni e mezzo fa, quando ho iniziato ad avere un approccio professionale al canto – dice Titta –. Ad agosto ho fatto 35 anni: la musica mi accompagna davvero da tutta la vita»

I riconoscimenti

Piano piano stanno arrivando anche i feedback positivi alla canzone. Chi la ascolta si immedesima, e questo per Titta è il traguardo più importante. «Ho tanti altri testi pronti – anticipa –. Il punto è quale mi convince di più, perché sono molto severa con me stessa. Per scegliere “Ostaggi” ci ho messo un po’. Il sogno nel cassetto poi è realizzare un Ep».

Il testo del brano è stato premiato dal Maestro Mogol al Tour Music Fest. «Un’emozione incredibile», racconta Titta.

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.