W la mamma …anzi, la zia!

Più che la mamma, nel caso di Margherita Fumero, si può parlare di zia!

Cara Margherita, sono una tua fan sfegatata da anni. So praticamente tutto di te. Ho visto i tuoi film, ho visto alcuni lavori teatrali, leggo le tue interviste e ho letto i tuoi due libri. Non mi prendere per stalker però! C’è una notizia che non ho mai trovato sulla tua vita… i figli. Non ne parli perché non ne hai, per proteggerli dai giornali, per esempio, o per altre ragioni? Grazie se mi risponderai! Sei grande! Veronica

Ciao Veronica, grazie per avermi scritto! Mi fa sempre piacere ricevere dimostrazioni di affetto o di stima dai miei fans. A distanza di tanti anni, mi commuove ancora. A distanza di tanti anni, non mi stanca mai!

Ora veniamo alla tua domanda. Effettivamente, non troverai niente a riguardo; né su Internet, né in vecchie o nuove interviste. E il motivo è semplice: non ho figli!

Perché? Boh…forse non sentivo così tanto il richiamo materno, oppure quando sarebbe stato il momento, ero sempre in giro per lavoro e quando mi sono fermata un po’ con il lavoro, ero un po’ fuori dai tempi! Chissà, forse semplicemente non era destino! Non saprei neanche dire se la natura me li avrebbe concessi!

In ogni caso non sono arrivati ma tutto l’amore che non ho riversato da mamma su un figlio, non è andato sprecato! L’ho distribuito su tante persone: i miei adorati nipoti (figli di mia sorella), i miei allievi, i miei amici più cari e in qualche maniera su tutti i miei fans!

Il non aver avuto un figlio, quindi, mi permette idealmente di averne invece tanti. E se proprio non posso definirmi mamma…almeno, mi sento un po’ zia di tutti (ma non nonna)!! Ahahaha!

Un forte abbraccio

Zia Margherita

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Margherita Fumero
Margherita Fumero
Attrice teatrale televisiva e cinematografica. Allieva di Macario, ha lavorato per anni in coppia con Enrico Beruschi. Tra le sue partecipazioni più famose: Drive In di Antonio Ricci e Camera Cafè nel ruolo della stagista Wanda. Dice di sè: Descrivermi? Io? Già è difficile descrivere una persona che si conosce da diverso tempo, figuriamoci se stessi, ma...ci proverò! Anche perché non è così scontato che un individuo si conosca in tutte le sue sfaccettature, nonostante sia in “compagnia di se stesso” da tutta una vita. Infatti, ci sono parti di noi che ci sfuggono, altre che sono sotterrate negli strati più profondi del nostro animo, oppure altre che semplicemente non vogliamo vedere. Io, complice il lavoro che faccio, ho dovuto scavare dentro di me, anche per fare arrivare al pubblico l'emozione che deriva dall'essere in una particolare situazione. In più – e lo dico per chi non conosce la mia formazione – ho frequentato l'Accademia di arte drammatica, non di “arte Comica”! Fu Macario che mi consigliò di dedicarmi al comico, attraverso la frase che cito in tutte le interviste dove mi chiedono dei miei esordi: “con quella faccia lì, devi far ridere”, mi disse. Tuttavia, non si deve pensare che essere attori comici significhi per forza conoscere solo il lato divertente della vita; anzi! Si dice che i più grandi comici della storia siano stati dei depressi; un po' come i clown che, in alcune scuole di mimo e recitazione, vengono presentati come personaggi in realtà tristi. Io, in realtà, a parte qualche triste e naturale accadimento – come quelli che la vita riserva più o meno ad ognuno di noi – non posso sicuramente dire che sia o sia stata una persona infelice. Al contrario: la mia “voglia di far ridere” deriva da quella serenità che ho sempre respirato in famiglia. Mia mamma Luisa era un po' come me: ironica, sorridente e con la battuta pronta. Il mio papà Gino era più riflessivo, più incline alla saggezza, ma sempre sereno. Io ho fatto un bel frullato di queste caratteristiche, ci ho aggiunto quello che la natura mi ha regalato attraverso il temperamento et voilà: signore e signori, questa è la Fumero! Una signora buffa ma dignitosa; un soggetto autoironico ma profondamente rispettoso degli altri; una donna che può interpretare mille personaggi, pur rimanendo sempre se stessa. Una persona che finge sul palcoscenico ma che è profondamente vera nella vita reale.