(Adnkronos) – La Commissione Europea propone di redigere un primo elenco Ue di Paesi di origine sicuri, che comprenda Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. Alcuni Stati membri, sottolinea, dispongono già di elenchi nazionali di Paesi di origine sicuri. Un elenco dell'Ue li integrerà e promuoverà un'applicazione "più uniforme" del concetto, che consentirà agli Stati membri di trattare le domande di asilo dei cittadini dei Paesi elencati con una procedura accelerata, sulla base della non probabilità che le loro domande siano accolte. "Accolgo con grande soddisfazione la proposta di lista UE Paesi sicuri di origine presentata dalla Commissione europea e che ricomprende, tra gli altri, anche Bangladesh, Egitto e Tunisia" dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Ritengo altrettanto positiva la proposta di anticipare l'entrata in vigore di alcune componenti del Patto Migrazione e Asilo, in particolare la possibilità di designare Paesi sicuri di origine con eccezioni territoriali e per determinate categorie e di applicare il criterio del 20%. Si tratta infatti di fattispecie che consentono di attivare le procedure accelerate di frontiera ai migranti che arrivano da determinate Nazioni, come previsto dal Protocollo Italia-Albania". "È un'ulteriore conferma della bontà della direzione tracciata dal Governo italiano in questi anni e del sostegno di sempre più Nazioni europee. L'Italia ha svolto e sta svolgendo un ruolo decisivo per cambiare l'approccio europeo nei confronti del governo dei flussi migratori. Se oggi anche in Europa ci si pone come priorità la difesa dei confini esterni, il contrasto all'immigrazione irregolare di massa, il rafforzamento della politica dei rimpatri e l'attuazione di partenariati paritari con i Paesi di origine e transito, lo si deve per buona parte alla determinazione e alla caparbietà dell'Italia. I fatti dimostrano che avevamo ragione e che siamo sulla buona strada". "La proposta di regolamento, presentata oggi dalla Commissione europea, che ha aggiornato la lista dei Paesi Terzi sicuri, costituisce anche un successo del Governo italiano che ha sempre lavorato sia a livello bilaterale, che multilaterale per ottenere la revisione del regolamento" ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "Oltre agli Stati candidati all'adesione alla Ue, nella lista compaiono anche Egitto, Tunisia e Bangladesh, analogamente a quanto aveva previsto l’Italia non senza polemiche e contrapposizioni politiche strumentali e puramente ideologiche''. ''In linea con le nostre aspettative, la proposta lascia ai singoli Stati Membri la possibilità di designare i Paesi di Origine sicuri, con eccezioni per specifiche parti di territorio e categorie di persone – ha aggiunto -. Inoltre, come proposto dall'Italia, il regolamento contiene anche il riferimento all’anticipazione dell'attuazione di alcune normative contenute nel Patto Migrazione e Asilo; in particolare prevede la possibilità di applicare le procedure accelerate di frontiera, come quelle previste in Albania, ai richiedenti asilo che abbiano una nazionalità con un tasso di riconoscimento del diritto di asilo a livello europeo inferiore al 20%”. Nell'elenco figurano Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto e India, ma anche Marocco e Tunisia, Paesi che secondo le testimonianze di attivisti per i diritti umani, Ong, giornalisti ed esponenti della comunità Lgbtiq + non rispettano i criteri di definizione di Paese d'origine sicuro. Ma tale designazione "non rappresenta una garanzia di sicurezza per tutti i cittadini di quel Paese", specifica un portavoce della Commissione europea, aggiungendo che si tratta di un "elenco dinamico, che potrà essere ampliato o modificato nel tempo", e che i Paesi "potranno anche essere sospesi o rimossi qualora non rispettino più i criteri richiesti". "Le nuove regole velocizzano l'esame delle richieste d'asilo, ma non limitano i diritti fondamentali" afferma un portavoce della Commissione europea. "Gli Stati membri devono comunque valutare ogni domanda individualmente, con tutte le garanzie procedurali previste. Questo indipendentemente dalla provenienza del richiedente. La proposta attuale non modifica questo principio, ma consente procedure più rapide per le domande che si prevede saranno respinte, anche alla frontiera. Il sistema diventerà così più efficiente, ma senza compromettere le tutele per i richiedenti asilo", specifica il rappresentante della Commissione. La Commissione ritiene anche che i Paesi candidati all'adesione all'Ue "soddisfino, in linea di principio, i criteri per essere designato come Paese di origine sicuro, poiché, nel quadro del percorso di adesione, lavorano per garantire la stabilità delle istituzioni democratiche, lo Stato di diritto, i diritti umani e la tutela delle minoranze". Questi saranno quindi esclusi dalla lista "solo in circostanze molto specifiche, elencate nella proposta", anticipa il portavoce dell'esecutivo Ue. Oltre ai Paesi inclusi nella lista, ha spiegato un alto funzionario Ue, tutti i Paesi candidati all'adesione all'Ue vengono considerati sicuri, con dei caveat: per esempio, se nel Paese in questione è in corso una guerra, come in Ucraina, allora il Paese non è considerato sicuro, pur essendo candidato all'adesione. Idem dicasi se il Paese candidato è stato sottoposto a sanzioni, o se ricade sotto la soglia del 20% per le domande di asilo accolte. E' prevista la possibilità che la designazione di un Paese terzo come Paese di origine sicuro venga effettuata con eccezioni per determinate parti del suo territorio o categorie di persone chiaramente identificabili. La designazione dei Paesi di origine sicuri a livello dell’Unione dovrebbe permettere di superare alcune divergenze tra gli elenchi nazionali e garantire l'applicazione uniforme del concetto di Paese di origine sicuro da parte di tutti gli Stati membri nei confronti dei richiedenti asilo originari del Paese in questione, ferma restando la facoltà degli Stati membri di designare a livello nazionale Paesi terzi diversi da quelli indicati a livello Ue. Il nuovo regolamento entrerà in vigore nel 2026. Con la proposta legislativa di oggi, introducendo la lista dei Paesi di origine sicuri a livello dell’Unione, la Commissione anticipa quindi alcune previsioni del regolamento ('frontloading' nel gergo comunitario), che sarebbero dovute entrare in vigore nel giugno 2026. La presentazione della lista di Paesi sicuri era stata anticipata dalla presidente Ursula von der Leyen prima del Consiglio Europeo di marzo. Dal punto di vista formale, la Commissione ha presentato una proposta di revisione del regolamento 2024/1348. La proposta viene sottoposta alla procedura legislativa ordinaria, con esame in Consiglio e in Parlamento Europeo e negoziato inter istituzionale finale. L’esame tecnico in Consiglio dovrebbe iniziare il 24 aprile prossimo, nel gruppo di lavoro sull’Asilo. Oltre alla lista Ue dei Paesi di origine sicuri, la Commissione Europea propone di applicare in anticipo un'altra parte del patto sulla migrazione e l'asilo, ancor prima della sua entrata in vigore nel giugno del prossimo anno. Si tratta della soglia di riconoscimento del 20%: gli Stati membri possono applicare la procedura di frontiera, o una procedura accelerata, alle persone provenienti da Paesi in cui, in media, il 20% o meno dei richiedenti ottiene la protezione internazionale nell'Ue. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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