Fine di un incubo per i proprietari che si sono ritrovati la casa occupata: cosa cambia con il nuovo Decreto Sicurezza. Nuove regole e pene pesanti. Ecco come fare per rientrare rapidamente in possesso dell’immobile.
Negli ultimi anni, l’occupazione abusiva delle case è diventata un vero incubo per tantissimi italiani. E parliamo di proprietari che pagano regolarmente le tasse, che hanno sempre rispettato la legge e che si sono ritrovati privati dei loro diritti più basilari: quello di rientrare a casa propria.
Un incubo che oltre ad essere un danno aveva i risvolti dell’assurdo, poichè non esisteva una legge ben strutturata che tutelasse le persone dai ladri di case. Ma come si fa a rubare una casa? Semplicemente occupandola, in uno Stato dove un reato del genere non è considerato “urgente” e prevede una lenta, lunga e laboriosa burocrazia.
I ladri di case
Durante la pandemia, il problema è esploso: tante le persone, soprattutto anziane, che sono state ricoverate in ospedale per Covid e, al loro ritorno, si trovavano la casa occupata da perfetti sconosciuti. Una violenza non solo materiale, ma anche psicologica.
Ci sono poi i tanti italiani che possiedono una seconda casa: magari una casa ereditata dai nonni, oppure il frutto di anni di sacrifici. In molte città italiane, soprattutto nei quartieri popolari, era diventato normale sentire storie di porte cambiate all’improvviso, con famiglie sconosciute che si erano insediate senza alcun diritto. Un vero incubo, senza esagerare.
E che dire degli affitti? Moltissimi proprietari affittano regolarmente, firmando contratti a norma di legge. Peccato che alla fine si ritrovano con inquilini che smettono di pagare e si rifiutano di lasciare l’immobile, protetti da cavilli legali infiniti.
Oltre al danno, la beffa
Il problema vero è che per anni li proprietari sono rimasti soli, vittime di occupazioni abusive, costretti ad affrontare spese legali, stress, e attese interminabili.
Ma non solo: oltre al danno, anche la beffa.
Chi si vedeva occupare la casa doveva continuare a pagare l’IMU sulla seconda casa, le spese condominiali (se era un appartamento), le tasse locali… insomma, il fisco non si è mai dimenticato di loro.
Il peggio toccava ai proprietari che si ritrovavano con la propria casa di residenza occupata, magari al rientro dalle vacanze, costretti a trovare una nuova sistemazione a proprie spese, magari pagando un affitto altissimo per avere un tetto sulla testa, mentre la loro abitazione restava nelle mani di qualcun altro, impunemente.
Insomma, oltre a non avere tutele, dovevano anche mettere mano al portafoglio.
Un’ingiustizia colossale, che lo Stato ha ignorato per anni.
Quando le inchieste giornalistiche cambiano le cose
Solo grazie a una battaglia mediatica intensa qualcosa ha iniziato a muoversi.
Gran parte del merito va riconosciuto a Mario Giordano e alla trasmissione “Fuori dal Coro”, che hanno portato alla luce decine di casi assurdi, storie di persone derubate della propria casa nell’indifferenza generale.
Non è stato un intervento spontaneo dello Stato a cambiare le cose, ma una pressione pubblica enorme, nata dall’inchiesta giornalistica.
È grazie a questo impegno che oggi possiamo finalmente parlare di una nuova legge a difesa dei proprietari.
Cosa prevede il Decreto Sicurezza
Il Decreto Sicurezza introduce finalmente un nuovo reato specifico: l’occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui.
“Chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze, ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da due a sette anni. Alla stessa pena soggiace chiunque si appropria di un immobile destinato a domicilio altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l’immobile occupato”.
Che cosa significa in pratica?
Chi occupa o trattiene senza titolo un immobile che serve da casa per un’altra persona, usando violenza, minaccia oppure con truffe o raggiri, rischia una pena da due a sette anni di carcere.
Stessa pena per chi, dopo aver occupato, cede a terzi l’immobile, in pratica, subaffittando la casa.
E non finisce qui: anche chi aiuta in qualche modo l’occupazione, per esempio, organizzando l’occupazione, facendo da intermediario o anche solo pagando per ottenere un immobile occupato, rischia la stessa condanna.
Cosa fare in caso di occupazione abusiva
Se purtroppo, siete vittime di questo reato, innanzitutto è necessario fare un distinguo tra procedura penale e civile. Per accedere ad una procedura rapida della controversia, si deve richiedere un’azione di reintegrazione ai sensi dell’art. 1168 del c.c., e quindi scegliere la via civile.
Questo tipo di procedura permette di chiedere al giudice un provvedimento di reintegrazione nel possesso, ha caratteristiche di urgenza, pertanto non necessita di indagini preliminari.
Diverso è l’iter che invece si attiva se si decide di sporgere formale denuncia/querela. In questo caso, si attiva la procedura penale che ha tempi più lunghi, in primis, per via degli accertamenti e indagini preliminari da parte degli inquirenti e poi, per il fatto che prevede un processo e relativa sentenza.
Ma attenzione: se la vittima è incapace di difendersi, come nel caso di anziani o disabili, si procede automaticamente, senza bisogno di querela.
Inoltre, la legge premia chi collabora: se l’occupante si pente subito, aiuta a chiarire i fatti e libera volontariamente l’immobile, può evitare il carcere.
“Non è punibile l’occupante che collabori all’accertamento dei fatti e ottemperi volontariamente all’ordine di rilascio dell’immobile. Il delitto è punito a querela della persona offesa.”
Una svolta enorme, considerando che prima tutto si impantanava nei tribunali per anni e spesso chi subiva restava senza casa e senza giustizia.
Quanto tempo ci vuole per liberare una casa occupata e come avviene la restituzione dell’immobile?
Un altro cambiamento radicale, introdotto dal Decreto Sicurezza, riguarda la restituzione immediata della casa al legittimo proprietario.
Il nuovo articolo 321-bis del codice di procedura penale recita: ”Gli ufficiali di polizia giudiziaria, ove sussistano fondati motivi per ritenere l’arbitrarietà dell’occupazione, ordinano all’occupante l’immediato rilascio dell’immobile e contestualmente reintegrano il denunciante nel possesso dell’immobile medesimo”. Quindi, appena arriva la denuncia, la polizia giudiziaria deve andare subito a verificare e ordinare l’immediato rilascio della casa.
Senza attendere mesi o anni.
E cosa succede se l’occupante si rifiuta di uscire o oppone resistenza? “In caso di diniego dell’accesso, di resistenza, di rifiuto di eseguire l’ordine di rilascio o di assenza dell’occupante, gli ufficiali di polizia giudiziaria, ove sussistano fondati motivi per ritenere l’arbitrarietà dell’occupazione, dispongono coattivamente il rilascio dell’immobile e reintegrano il denunciante nel possesso del medesimo, previa autorizzazione del pubblico ministero, scritta, oppure resa oralmente e confermata per iscritto, o per via telematica”.
Quindi, previo ordine del giudice, anche solo verbale, la polizia giudiziaria può procedere con la forza all’allontanamento dell’occupante.
Tutto deve avvenire in tempi strettissimi: entro 48 ore la P.G. deve fare il verbale, che poi deve essere convalidato dal giudice.
Se non si rispettano i tempi o il giudice non convalida entro dieci giorni, l’ordine di rilascio decade.
Nuove tutele per i proprietari di prima casa
Infine, il decreto introduce una protezione speciale: se la casa occupata è l’unica abitazione del denunciante, la procedura deve essere ancora più veloce e senza alcuna perdita di tempo.
“Nei casi in cui l’immobile occupato sia l’unica abitazione effettiva del denunciante, gli ufficiali di polizia giudiziaria che ricevono denuncia del reato di cui all’articolo 634-bis del codice penale, espletati i primi accertamenti volti a verificare la sussistenza dell’arbitrarietà dell’occupazione, si recano senza ritardo presso l’immobile del quale il denunziante dichiara di essere stato spossessato, al fine di svolgere le attività di cui all’articolo 55. 3“.
Finalmente, quindi, chi si ritrova a subire un’occupazione può tornare a casa propria senza essere lasciato marcire nei tribunali.
Il nuovo Decreto Sicurezza è sicuramente una vittoria per i tanti italiani che per anni hanno subito ingiustizie senza poter contare su una vera tutela.
È la fine, si spera, di un’epoca in cui i diritti dei proprietari venivano calpestati nell’indifferenza generale.
Ma rimane l’amaro in bocca: perché tutto questo è arrivato solo dopo anni di soprusi, danni economici e umiliazioni.
E soprattutto non grazie a un’azione lungimirante dello Stato, ma grazie al coraggio di un giornalista e di una trasmissione televisiva, Mario Giordano e “Fuori dal Coro”, che hanno avuto il merito di rompere il muro del silenzio.
È il caso di dirlo: meglio tardi che mai.
Di seguito il testo del Decreto Sicurezza (scorrere il file per leggere l’art. 10 evidenziato in arancione)
Foto copertina di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay