Nel cuore dell’estate, tra le curve dolci delle colline astigiane, l’arte contemporanea si fa spazio dove il paesaggio è una sinfonia di curve e filari. Dal 4 al 6 luglio, il Castello di Moasca torna a essere luogo d’incontro tra linguaggi contemporanei e memoria storica con l’undicesima edizione di Art Site Fest.
L’occasione è l’anteprima del progetto Terrazza Monferrato, inserito nel programma 2025 del progetto ideato da Domenico Maria Papa che porta l’arte nei luoghi della storia, dell’impresa, della natura. L’iniziativa si inserisce all’interno della manifestazione “Nero di Stelle”, evento serale che unisce il vino all’osservazione astronomica, ormai diventato una tradizione per gli abitanti e i visitatori della zona.
“Terrazza Monferrato” rappresenta la prima tappa di un percorso espositivo più ampio che attraverserà l’intero 2025. Le opere dialogano con la pietra, con le viti, con la luce mutevole delle colline. Nessun distacco tra arte e luogo, ma un’intimità costruita per stratificazione, gesto dopo gesto. La scelta di Moasca non è casuale: è un luogo che chiede di essere abitato con rispetto, che restituisce profondità a chi sa rallentare e guardare. Art Site Fest non si propone come una mostra, ma come un’esperienza.
Un fine settimana tra arte, natura e sguardi cosmici
Il tema scelto per questo primo appuntamento è Paesaggi Siderali. Il titolo si intreccia con Nero di Stelle, evento tradizionalmente promosso dal Comune di Moasca, che unisce la cultura del vino con l’osservazione astronomica. Il castello diventa così fulcro di una serie di appuntamenti che attraversano linguaggi e sensibilità diverse, con l’arte a fare da collante e da lente attraverso cui rileggere il territorio.
“«Paesaggi Siderali» – spiega Domenico Maria Papa – è il tema di questo primo appuntamento e unisce la nostra proposta artistica all’evento «Nero di stelle», promosso dal Comune di Moasca, che da anni dedica agli amanti del buon vino e dell’astronomia una notte magica, il primo sabato del mese di luglio”.
Un evento che non si limita a collocare l’arte nei luoghi, ma costruisce una trama viva tra creazione, territorio e comunità.
Art site Fest
Art Site Fest nasce da una visione precisa: portare l’arte nei luoghi della storia e della natura, trasformando la visita in un’esperienza culturale totale. In passato ha attraversato castelli, regge, musei e dimore storiche, da Torino alla Valle d’Aosta. E la scelta di Moasca non è casuale. Questo piccolo borgo affacciato su uno dei paesaggi vitivinicoli più suggestivi d’Europa, riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, diventa il teatro ideale per un dialogo tra arte e paesaggio.
Il progetto coinvolge artisti internazionali chiamati a realizzare opere site specific, capaci di leggere i luoghi senza sovrapporsi a essi. Il primo intervento è firmato da Elizabeth Aro, artista argentina che da anni lavora tra Europa e America Latina, e che ha scelto Moasca per un tributo luminoso a Davide Lajolo.


Mi scoprii nell’anima
Ci sono luoghi che sembrano fatti apposta per accogliere la visione di un artista. Il Castello di Moasca è uno di questi. La sua torre, svettante sulle colline del Monferrato, diventa la base per un’opera luminosa pensata appositamente per quel panorama. L’artista argentina Elizabeth Aro firma “Mi scoprii nell’anima”, installazione site specific che intreccia luci e neon in una trama sospesa tra paesaggio e memoria. Un omaggio a Davide Lajolo, scrittore e intellettuale legato visceralmente a queste terre, capace di raccontare il Monferrato come uno spazio dell’anima.
“Mi avvicino al paesaggio attraverso l’opera di Davide Lajolo; la sua dimensione esistenziale e poetica capace di fondare una identità individuale e collettiva”, spiega Elizabeth Aro, che nell’installazione lavora sulla percezione dello spazio e sulla relazione con la natura. “Cerco di immedesimarmi con il suo sguardo e vedere la terra non solo come sfondo ma come presenza viva, carica di memoria, capace di illuminare la vita interiore degli uomini”.
Accanto all’installazione luminosa, Elizabeth Aro presenta anche una mostra personale all’interno delle sale espositive, con nove opere dedicate al tema del paesaggio e dell’universo. Un percorso che tocca temi esistenziali, legami familiari, esplorazioni sensoriali e memorie sospese.
La bellezza come resistenza
L’intervento al castello non è un’operazione estetica, ma un invito alla consapevolezza. Nell’epoca della saturazione visiva, Elizabeth Aro sceglie di sottrarre. Di concentrarsi su pochi elementi, essenziali, per restituire profondità al nostro sguardo. “Di fronte a un mondo saturo di immagini, mi concentro su elementi precisi del nostro mondo, fissando lo sguardo – in questa occasione – sul paesaggio. Sospendendo il tempo e mettendo così in discussione il nostro rapporto con la natura”, scrive l’artista, da sempre attenta a una pratica che non separa l’arte dalla vita.
In mostra, nella sala espositiva del castello, nove opere accompagnano l’installazione esterna, in un percorso che attraversa i temi della natura e dell’universo. Qui emerge con chiarezza quella che Aro stessa definisce “una ricerca in continuo movimento”, fatta di materiali diversi, spesso leggeri, ma mai decorativi. “Io produco oggetti pensanti, che rispondono a domande e si interrogano, che si svegliano quando posiamo lo sguardo su loro e ci fanno attivare le diverse aree del cervello per evocare, ricordare, riconoscere e ricostruire il proprio io in un modo diverso”.
Camminare dentro un paesaggio Unesco
L’esperienza artistica si allarga al territorio. Il festival, infatti, invita anche a scoprire il paesaggio fuori dalle mura. Intorno al castello, le colline del Monferrato invitano a essere esplorate a passo lento. Con le escursioni organizzate dalla Scuderia Serego di San Marzano Oliveto, anche chi non ha mai montato a cavallo può attraversare i sentieri tra i filari, accompagnato da guide esperte. I percorsi sono semplici, ma la bellezza è totale.
I bambini dagli otto anni possono cavalcare un pony. Chi preferisce il silenzio delle due ruote può scegliere i percorsi in e-bike proposti da Girobike, con itinerari su misura pensati per immergersi nella natura, senza fretta. Non è solo svago: è una forma di attenzione, di cura, di rispetto. Per il paesaggio e per se stessi.
Il castello ritrovato
Ogni luogo ha una voce, ma a volte serve tempo perché torni ad essere ascoltata. Il Castello di Moasca per secoli è stato un punto fermo nel disegno irregolare delle colline del Monferrato. La sua storia comincia prima ancora del Trecento e attraversa assedi, ricostruzioni e abbandoni. Nell’estate del 1308, dopo ventidue giorni di assedio, fu espugnato dai militi guelfi: un episodio che segnò la fine del dominio dei De Castello, famiglia ghibellina ormai al tramonto. Seguì un lungo silenzio. Delle sue forme originarie si perse memoria, come accade a tante architetture che sembrano destinate a scomparire nel tempo.
Nel 1351 il maniero venne ricostruito e, nei secoli successivi, adattato alle esigenze di ogni epoca. Nell’Ottocento fu trasformato in abitazione privata, con una distribuzione interna funzionale e rigorosa.
Poi, il lungo abbandono del dopoguerra. Il castello cadde nell’incuria, rischiando di diventare un rudere anonimo, una sagoma dimenticata tra le vigne. Ma un intervento di recupero rispettoso e intelligente ha restituito al paese il suo simbolo, non come oggetto da cartolina, ma come luogo vivo, aperto, pronto a generare incontri.
Oggi il Castello di Moasca è uno spazio polifunzionale che unisce memoria e presente. Ospita una biblioteca, una sala espositiva e il ristorante “Tra la Terra e il Cielo”, dove si può riscoprire la cucina piemontese attraverso materie prime selezionate e vini locali. È un luogo che parla non solo di storia, ma di futuro, e che grazie ad Art Site Fest si inserisce in una rete più ampia di valorizzazione culturale. Non è più solo un punto sulla mappa: è tornato a essere un centro, un catalizzatore di idee, esperienze e bellezza
L’universo di Elizabeth Aro
Classe 1961, Elizabeth Aro ha attraversato continenti e linguaggi, esplorando i confini tra scultura, installazione e fotografia. Il suo lavoro è un invito alla contemplazione, ma anche alla consapevolezza. Ogni opera nasce da un’idea precisa che trova la sua forma in materiali, luci e gesti calibrati, spesso legati a una dimensione femminile e collettiva.
La sua carriera si è sviluppata tra Buenos Aires, Madrid, Milano e molte residenze internazionali. Espone in contesti istituzionali e in spazi indipendenti, sempre con una coerenza che attraversa poetica e pensiero. La collaborazione con Art Site Fest non è nuova: il suo legame con Moasca è parte di una relazione che dura nel tempo, fatta di ascolto e attenzione per i luoghi.


Info utili e credits
Dove: Castello di Moasca (AT)
Quando: 4 – 6 luglio 2025 – Anteprima “Terrazza Monferrato” – Art Site Fest
In collaborazione con: evento “Nero di Stelle”
Programma completo sul sito ufficiale di ART SITE FEST
Ristorante: “Tra la Terra e il Cielo”