Baudo, aperta la camera ardente: il dolore di amici e colleghi, il saluto degli ammiratori

(Adnkronos) –
Aperta la camera ardente pubblica di Pippo Baudo, morto nella serata di sabato 16 agosto al Campus Biomedico di Roma all’età di 89 anni. Il suo pubblico, che lo ha amato nel corso della sua sessantenne carriera costellata di successi, è in fila dalle prime ore di questa mattina al Teatro delle Vittorie, uno dei luoghi della Rai che lo hanno visto tante volte protagonista, per porgere l’ultimo saluto al celebre conduttore, che ha scritto la storia della televisione italiana con il Festival di Sanremo, Fantastico e Domenica In.  La camera ardente sarà aperta fino alle 20 di oggi e poi domani, martedì 19 agosto, dalle 9 fino alle 12. I funerali si terranno mercoledì 20 agosto alle 16 nella Chiesa di Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania, città natale di Baudo. Le esequie saranno trasmesse in diretta sul Tg1 dalle 15.30 alle 18:10. Tra i primi ad arrivare questa mattina, prima dell'apertura al pubblico, sono stati il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, Mara Venier e Katia Ricciarelli arrivate insieme, mano nella mano. E ancora: Gloria Guida, Gigi Marzullo e Max Giusti.  Tra gli altri anche Eros Ramazzotti. L’artista è entrato dalla porta secondaria, irriconoscibile con cappello e occhiali scuri. “Era il migliore”, dice il cantante all’uscita del teatro. È stato proprio Baudo a lanciare Ramazzotti, vincitore della sezione Nuova Proposte di Sanremo 1984 con il brano ‘Terra Promessa’ e poi nell’86 tra i Big con ‘Adesso tu’.  La Rai intitoli a Pippo Baudo il Teatro delle Vittorie, la proposta la lancia Lino Banfi, che dopo aver reso omaggio al feretro del decano dei conduttori Rai, lasciando la camera ardente allestita proprio al Teatro delle Vittorie, si è rivolto al direttore generale della Rai, Roberto Sergio, che lo accompagnava fuori: "Roberto, perché non intitolate il teatro delle Vittorie a Pippo Baudo?", ha detto l'attore che poi ha aggiunto, rivolto ai cronisti, con la sua parlata barese: "Io la proposta l'ho lancieta". E Roberto Sergio ha subito raccolto l'assist dell'attore: "ne parleremo in Consiglio di amministrazione", ha detto. "Si è spenta la tv. Si è spento un faro, un punto riferimento importantissimo", le parole di Carlo Conti. Interrogato sull'intenzione della famiglia Vacchino di intitolare a Baudo il camerino principale del Teatro Ariston, Conti ha mostrato profonda gratitudine: "Sarà per me un onore entrare in quel camerino". "E' stato un grande esempio per trasformare un presentatore in conduttore che detta i tempi, è stato il primo. Mi sento erede? Non esistono eredi, Baudo è troppo grande: non ha eredi. Gli rubavo dettagli? Quando mi dicevano che 'baudeggiavo', mi facevano un grande complimento". Mentre Fiorello
ricorda il legame tra i due. "Per noi siciliani è stato sempre un vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo, da ragazzo", racconta Fiorello. "Sapere di essere siciliani come Pippo Baudo ci riempiva il cuore. Lo seguivamo più degli altri, conduceva persino il festival della canzone siciliana su Antenna Sicilia, che da noi faceva il 100% di share". “La Rai gli deve moltissimo”, dice Fiorello e aggiunge: “Dovrebbe sostituire il cavallo di Viale Mazzini con una statua di Pippo Baudo. Perché lui ha tracciato un solco enorme dove tutti noi abbiamo imparato, ci ha insegnato senza voler insegnare, solo guardandolo". "Tutti quanti si adopereranno nel solco proprio della tradizione e della modalità di espressione di Pippo. Io credo che ci siano tantissimi personaggi straordinari, abbiamo appena visto Mara che è venuta a dare il saluto, arriveranno dopo Carlo Conti, Rosario Fiorello, c'è Renzo Arbore. Insomma la Rai non è finita, la tv televisione non è finita, Pippo è con noi e tutti si ispireranno a lui. Compreso credo anche il giovane De Martino che è uno straordinario performer, uno straordinario artista", ha detto dal canto suo Roberto Sergio.  Per la consigliera d'amministrazione della Rai Simona Agnes. "Pippo Baudo rappresenta anche la storia della mia famiglia, legata ovviamente a mio padre (Biagio Agnes, ndr.), che fu direttore generale della Rai per tanti anni. Entrambi rappresentano quei valori, quell'orgoglio di appartenenza alla Rai, che anche in questi due giorni ha dimostrato di essere una grande azienda. Una grande azienda che in questi momenti sa essere veramente la più grande".  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Logo Radio