E’ partito il Raid dell’Etna edizione 2025: In Sicilia, tra motori ed auto d’epoca, 90 equipaggi da tutto il mondo percorreranno oltre mille chilometri tra paesaggi suggestivi e città siciliane
Il conto alla rovescia è finito: Palermo ha visto accendersi i motori di uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati di auto storiche: il Raid dell’Etna, che quest’anno festeggia la sua ventisettesima edizione.
Dal 28 settembre al 4 ottobre le strade dell’isola si trasformano in un lungo palcoscenico dove passato e presente si intrecciano, grazie a un corteo di novanta equipaggi che percorreranno circa mille chilometri da una costa all’altra. Non è soltanto una manifestazione motoristica, ma un viaggio dentro la memoria collettiva, una rievocazione che mette in scena il design, la meccanica e la cultura automobilistica di epoche diverse.
Auto d’epoca tra passato e presente
La presentazione ufficiale, avvenuta a Catania nella sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha dato subito il tono all’evento. «Le auto d’epoca raccontano il nostro passato e il nostro presente – ha dichiarato il deputato regionale Alessandro Porto – il circuito è importante non solo per il valore storico dei veicoli, ma anche per il suo impatto sul turismo culturale ed enogastronomico». Ed è proprio questo lo spirito del Raid che va al di là di un semplice raduno, ma è un itinerario che unisce motori e identità siciliana che attrae inevitabilmente pubblico e curiosi da ogni parte del mondo.
Gli organizzatori, guidati da Giovanni Spina e Stefano Consoli con la Scuderia del Mediterraneo, hanno lavorato per un anno intero alla preparazione del percorso e delle tappe. Il risultato è un circuito che non si limita a toccare le città più note, ma include borghi, siti archeologici e località meno battute, costruendo così un percorso che racconta la Sicilia nella sua interezza.
A rendere il tutto ancora più prezioso è la varietà delle auto: dal fascino delle anteguerra fino alle sportive degli anni Sessanta e Settanta, ogni veicolo diventa una pagina di storia in movimento. Il pubblico, già nelle prime ore, ha risposto con entusiasmo: appassionati esperti, famiglie, scolaresche e turisti si sono fermati lungo le strade per vedere sfilare le prime vetture. Il Raid dell’Etna si conferma così non solo un evento automobilistico, ma anche un rito collettivo che apre una settimana di spettacolo e meraviglia.
Automobili e piloti
Se il Raid dell’Etna resiste e cresce da quasi tre decenni, il merito è anche delle auto che vi partecipano. Per l’edizione 2025 la lista è impressionante: Ferrari California, Porsche 996, Jaguar XK, insieme a modelli anteguerra che portano con sé un fascino intatto, nonostante il peso degli anni. L’autorevole parterre di veicoli restituisce l’immagine di un museo a cielo aperto che percorre, chilometro dopo chilometro, curva dopo curva, la storia non solo dell’automobilismo, ma l’identità storica del nostro Paese, in una regione simbolo del nostro tricolore nel mondo.
La provenienza degli equipaggi aggiunge un ulteriore livello di suggestione. Oltre agli italiani, arrivano collezionisti d’auto d’epoca da tutto il mondo. “È emozionante lanciare questa nuova edizione del Raid che celebra la storia delle auto d’epoca – afferma Giovanni Spina, organizzatore del Raid dell’Etna Eberhard & Co. – è una grande soddisfazione accogliere macchine di notevole valore. Sono 90 gli equipaggi partecipanti, provengono dal Nord Italia, Europa, Giappone, Canada, Colombia, Argentina, Brasile e Stati Uniti”.
In totale sono rappresentati quattro continenti. Molti tornano anno dopo anno, segno che il Raid non è solo una gara, ma un appuntamento che entra nel cuore di chi lo vive. Per alcuni diventa quasi un pellegrinaggio annuale, un modo per coniugare la passione automobilistica con la scoperta della Sicilia.
Il motore della manifestazione
Non si tratta solo di auto e piloti, ma anche di storie personali e legami. C’è chi partecipa con la macchina di famiglia, tramandata da generazioni, e chi ha restaurato un modello raro per l’occasione. Lungo il percorso si incontrano anche relazioni internazionali che nascono dal semplice scambio di una chiave inglese o da una chiacchierata durante le soste. È questo tessuto umano che rende il Raid dell’Etna qualcosa di diverso da una competizione sportiva: è una comunità temporanea che ogni anno si ricrea, fatta di passione condivisa, curiosità reciproca e rispetto per il patrimonio meccanico e culturale.
Il pubblico che accoglie la carovana aggiunge la sua parte di magia. Giovani e meno giovani si avvicinano con smartphone e macchine fotografiche, ma anche con lo sguardo stupito di chi vede passare testimonianze di un passato che sembra usciti da un album di famiglia o da un film in bianco e nero. Gli organizzatori parlano spesso di “museo itinerante” e la definizione non è retorica: il Raid riesce a trasformare strade e piazze in un’esposizione vivente che coinvolge tutti i sensi, dal rombo dei motori all’odore della benzina, dal luccichio delle carrozzerie al calore del pubblico.
Un museo itinerante
Il cuore del Raid dell’Etna è il percorso, un filo rosso che unisce Palermo a Catania attraversando alcune delle località più suggestive dell’isola. In questa edizione, la carovana farà tappa a Castellammare del Golfo, Selinunte, Mazara del Vallo, Partanna, Erice, Agrigento e Racalmuto, prima di concludere il suo viaggio alle pendici dell’Etna.
Ogni città diventa per qualche ora un palcoscenico naturale, con piazze e strade che si riempiono di auto, fotografi e spettatori. È un modo diverso di vivere il territorio: non solo turismo classico, ma una forma di promozione che unisce la bellezza dei luoghi al fascino delle macchine.
Le soste non sono semplici pause logistiche. Ogni arrivo è un evento, con i sindaci e le comunità locali che spesso accolgono gli equipaggi come ospiti d’onore. “L’evento riscuote grande successo tra gli equipaggi di quattro diversi continenti – spiega Stefano Consoli, organizzatore del Raid dell’Etna Eberhard & Co. – il pubblico che assiste all’arrivo del corteo è fatto di esperti, ma anche di giovani curiosi, ci attendono anche gruppi scolastici, suscitiamo grande curiosità e stupore”.
Infatti, le scuole organizzano uscite per far vedere agli studenti auto che i libri non mostrano, i commercianti approfittano dell’afflusso di pubblico, i turisti si trovano improvvisamente davanti a un corteo di Ferrari e Jaguar mentre visitano un tempio o una cattedrale. In quest’ottica, il Raid dell’Etna diventa un catalizzatore di vita sociale ed economica, portando benefici che vanno oltre l’aspetto sportivo.
Un viaggio nel tempo e nel territorio siciliano
L’itinerario è anche un omaggio alla varietà del paesaggio siciliano. Dalle coste tirreniche alle colline dell’entroterra, dai siti archeologici come Selinunte alle fortezze medievali di Erice, fino al panorama unico della Valle dei Templi e alle strade che salgono verso l’Etna, ogni chilometro aggiunge un tassello al mosaico dell’isola.
“Il nostro passaggio è sempre uno spettacolo pubblico, abbiamo creato un museo itinerante a cielo aperto che ogni anno riserva sorprese con auto d’epoca rarissime. Gli equipaggi sono sempre più numerosi, alcuni tornano per ogni edizione, colgono l’occasione di conoscere e apprezzare mete turistiche culturali lungo il circuito siciliano che ogni anno è diverso e include nuovi tesori da scoprire”, conclude Consoli.
Per i piloti e i navigatori, guidare lungo questi tracciati significa confrontarsi con strade spesso impegnative, curve strette, salite ripide e tratti che mettono alla prova l’affidabilità di auto nate in altri tempi. Ma è proprio questa sfida a rendere l’esperienza indimenticabile: ogni tratto percorso è una conquista, ogni arrivo un piccolo trionfo.
Il Raid non dimentica la sua dimensione turistica. Gli organizzatori scelgono con cura le tappe per valorizzare il patrimonio culturale e enogastronomico. Durante le soste, gli equipaggi hanno modo di assaggiare piatti tipici, visitare cantine o entrare in siti archeologici, trasformando la competizione in un viaggio completo. Una scelta vincente che contribuisce al successo internazionale della manifestazione: chi partecipa non porta a casa solo un ricordo automobilistico, ma un’esperienza siciliana a tutto tondo, fatta di paesaggi, sapori e incontri.
Sport, passione e comunità
Il Raid dell’Etna non è soltanto una sfilata. C’è anche la componente agonistica, con prove cronometrate che si svolgono lungo il percorso e mettono alla prova la precisione dei piloti e l’affidabilità delle vetture.
Non si corre per la velocità pura, ma per la regolarità, un aspetto che richiede concentrazione e complicità tra pilota e navigatore. Sono prove che possono sembrare minori rispetto alle grandi gare internazionali, ma per chi le vive hanno lo stesso peso emotivo: il cronometro non perdona e la soddisfazione di un buon risultato resta impressa nella memoria.
I premi non riguardano solo le prove cronometrate. I riconoscimenti vanno anche le auto più antiche, quelle più prestigiose, le scuderie con il maggior numero di equipaggi e le provenienze più lontane. È un modo per valorizzare tutte le anime dell’evento: la rarità dei veicoli, la fedeltà dei partecipanti, il coraggio di chi affronta migliaia di chilometri per raggiungere la Sicilia.
La cerimonia finale diventa così un momento di festa collettiva, dove non conta solo vincere ma anche esserci, condividere la passione e salutarsi con la promessa di rivedersi l’anno successivo.
Eravamo quattro amici al bar….
Dietro le quinte c’è un lavoro enorme che spesso non emerge alla vista del pubblico. “Con il team della Scuderia del Mediterraneo lavoriamo un intero anno per tracciare in Sicilia il circuito che attraversa i tesori culturali, archeologici e paesaggistici delle diverse province dell’Isola”, afferma orgoglioso Giovanni Spina. La Scuderia del Mediterraneo, con figure come Giovanni Spina, Stefano Consoli, Salvatore Salvaggio, Andrea Gandolfo e molti altri, costruisce l’evento pezzo dopo pezzo: dalle autorizzazioni alle logistiche, dalla scelta delle tappe alla gestione delle prove. È un impegno che dura dodici mesi e culmina in questa settimana di festa. Senza questo sforzo, il Raid non esisterebbe.
Alla fine, ciò che resta è la sensazione di aver assistito a qualcosa di unico. Il passaggio delle auto lungo le strade siciliane non è solo uno spettacolo per appassionati: è un atto di memoria, un invito a riscoprire la storia attraverso il design e la meccanica. È anche un modo per rafforzare il legame tra le comunità locali e il territorio, tra la Sicilia e il mondo. Ogni edizione porta con sé sorprese, emozioni e nuove storie da raccontare. Nel 2025, ancora una volta, il Raid dell’Etna dimostra che i motori d’epoca non appartengono al passato: continuano a parlare al presente e a disegnare nuove strade per il futuro.
Potete trovare il programma e le tappe del viaggio sul sito ufficiale della manifestazione e sulla pagina facebook
Foto copertina di NoName_13 da Pixabay


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