“Missing You”: il thriller che intreccia memoria e inganno

Con Missing You, Netflix torna a esplorare l’universo narrativo di Harlan Coben, autore maestro nel coniugare mistero e vita privata. La miniserie britannico-americana racconta una storia che parte da un presupposto semplice ma destabilizzante: cosa succede quando l’amore della tua vita, creduto morto o scomparso, riappare all’improvviso?

La regia bilancia con abilità suspense e malinconia, dando vita a un thriller emozionale dove il cuore batte insieme al mistero. Il tono è elegante, quasi cinematografico, con atmosfere cupe e una fotografia che predilige luci fredde e contrasti netti, come se ogni scena fosse il riflesso di un ricordo distorto. Missing You non punta solo a risolvere un enigma, ma a svelare il modo in cui la memoria, l’ossessione e la speranza possono diventare armi a doppio taglio.

Missing You

La protagonista è Kat Donovan, detective di New York segnata dalla perdita del padre e da un fidanzato scomparso anni prima senza spiegazioni. La sua vita procede su binari controllati, finché una sera, scrollando un’app di incontri, riconosce un volto impossibile da dimenticare: quello di Jeff, l’uomo che aveva amato e pianto. Da quel momento, la realtà inizia a incrinarsi. Mentre Kat cerca di scoprire se l’uomo che vede online è davvero chi dice di essere, si trova coinvolta in un’indagine più ampia, legata a una rete di truffe, omicidi e sparizioni.

Tutto ruota attorno alla fiducia, in sé stessi, negli altri, e nella verità dei ricordi. La narrazione alterna presente e passato con fluidità, creando una tensione continua, dove ogni flashback aggiunge un tassello emotivo e ogni scoperta sembra cancellarne un altro. Missing You si guarda tutto d’un fiato: ogni episodio lascia la sensazione che dietro l’amore si nasconda sempre qualcosa di più oscuro.

La nostalgia come arma narrativa

Il titolo Missing You non è casuale: richiama la celebre canzone di John Waite del 1984, un brano che raccontava la ferita dell’assenza e l’illusione di “non mancare” qualcuno mentre in realtà se ne sente ogni respiro. La serie riprende quello stesso spirito malinconico, trasformandolo in tensione drammatica. Al centro c’è il tema della memoria affettiva, di come il ricordo dell’amore possa deformare la percezione della realtà.
La regia utilizza una palette visiva fatta di blu e grigi, simboli di un passato che non si riesce a lasciar andare. Gli spazi urbani diventano specchi emotivi: freddi, impersonali, ma pieni di fantasmi. Le interpretazioni sono misurate, in particolare quella della protagonista, che riesce a esprimere vulnerabilità e determinazione senza mai scadere nel melodramma. Lo stile di Coben è riconoscibile: intrecci narrativi complessi, rivelazioni a catena e una riflessione costante su quanto poco conosciamo davvero chi amiamo.

Tra cuore e indagine

Missing You è una serie capace di unire thriller e sentimento con grande equilibrio. Il ritmo è incalzante ma mai caotico, e l’intreccio emotivo dà profondità a una storia che, in mani meno esperte, sarebbe stata solo un giallo romantico. Il legame con la musica di John Waite aggiunge un tocco poetico, una vibrazione nostalgica che attraversa la narrazione. La regia è pulita, la fotografia curata, e i colpi di scena arrivano al momento giusto, con una tensione crescente e coerente.
Chi invece cerca un thriller più “tecnico” o un crime dalle dinamiche realistiche potrebbe trovarlo troppo sentimentale. Alcuni passaggi si concedono un eccesso di melodramma, e il finale — pur soddisfacente — lascia un retrogusto dolceamaro che può dividere il pubblico. Nonostante ciò, la forza emotiva della storia resta il suo marchio distintivo.

Un mistero che parla d’amore e di verità

Missing You è più di un semplice thriller: è una riflessione sul potere del ricordo e su quanto l’amore possa sopravvivere alla verità. Netflix confeziona un racconto che mescola suspense, malinconia e introspezione, dimostrando che il mistero più grande non è chi ha commesso un delitto, ma quanto siamo disposti a credere in ciò che sentiamo.

La serie è un viaggio nella memoria emotiva, dove ogni scoperta è una ferita che si riapre. E proprio come nella canzone di John Waite, Missing You ci ricorda che, anche quando cerchiamo di dimenticare, alcune presenze restano, invisibili, a sussurrare nel silenzio.

Potrebbero interessarti:

Codici, crimini e coraggio: il fascino silenzioso di “The Bletchley Circle”

Pax Massilia, il crime francese che divide e conquista

Ballard: il futuro del Bosch-verse ha un volto nuovo

Segui Zetatielle Magazine su FacebookInstagramX e Linkedin e ascoltaci su RID968.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
Logo Radio