“Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l’amore è”: Amalfitano e la bellezza inquieta del ritorno
Un viaggio tra rinascita e disincanto, dove l’amore diventa linguaggio universale
C’è un senso di resurrezione in “Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l’amore è”, il nuovo progetto discografico di Amalfitano. Un viaggio emozionale in 12 tracce che attraversano sentimenti, visioni e frammenti di realtà, intrecciando il vissuto personale con riflessioni più ampie su un mondo sempre meno prevedibile.
L’amore, qui, non è rifugio né idillio: è un campo di battaglia, una forza che distrugge e ricrea, che svela le fragilità e illumina le zone d’ombra. Ogni canzone è una prospettiva, un punto di vista su come si sopravvive, e si rinasce, nel caos emotivo contemporaneo.
A impreziosire il progetto, una serie di disegni realizzati da Amalfitano stesso, vere e proprie mappe interiori da cui sono nati i brani. Immagini e note convivono in un dialogo continuo, restituendo la visione di un artista totale, che attraversa la vita con la stessa intensità con cui la racconta.


Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l’amore è
L’album si apre con “Mille volte sì”, un’esplosione di energia che mette subito in chiaro il tema portante: l’amore come forza motrice capace di ribaltare la realtà, di rimettere in moto tutto anche quando sembra fermo.
Con “AZZURRISSIMO” arriva una boccata d’aria mediterranea: un pezzo che profuma di limone e di luce, dove la ballata italiana incontra il country americano in un abbraccio cromatico e sensoriale.
“L’Iliade” rallenta i battiti e apre alla riflessione: l’eroismo di Achille si intreccia alla vita quotidiana, alle sue battaglie invisibili, alla malinconia del tempo che consuma. Poi “Siamo tutti cattivi” riporta tutto nel presente, in un atto d’accusa lucido verso un’umanità apatica e narcisista, incapace di provare stupore.
L’armonica di Francesco Bianconi introduce “Fai come vuoi”, un viaggio tra sogno e disincanto, tra Jacques Brel e Corto Maltese, in un carosello di personaggi surreali che parlano, in fondo, di solitudine. “Holy drinkard”, unico brano in inglese, cita la Leggenda del santo bevitore e mescola ironia e spiritualità in un equilibrio precario.
Con “Aznavour” si torna all’essenziale: un addio lieve, che sa di fine e di rinascita. “Vai a costruire le campane”, dedicata al figlio, è un invito a creare, a lasciare segni, a resistere alla malinconia.
“Cosa dolce” è il sollievo dopo la tempesta, un elogio alla semplicità. “cinquesette” scava invece nei disturbi dell’anima — ansia, alcol, silenzio — con un tocco di verità disarmante.
Chiude “L’ultimo concerto” e, infine, “I titoli di coda scorreranno sul fiume Tevere”, strumentale che lascia andare le canzoni come ricordi trasportati via dalla corrente.
“Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l’amore è” non è solo un disco: è un diario emotivo, un ritorno dal silenzio. Amalfitano ci mostra che la resurrezione è possibile — basta avere il coraggio di dire ancora, mille volte sì.
Amalfitano
All’anagrafe Gabriele Mencacci Amalfitano, è un cantautore e musicista nato e cresciuto tra Roma, Cortina D’Ampezzo e Londra. Già voce e chitarra dei Joe Victor, pubblica gli album “Il Disco di Palermo” (2022) e “Tienimi la mano, Diva!” (2024). Nella sua musica attraversa paesi invisibili e amori senza freni, raccontando storie turbolente, notti devastanti e spesso al limite dell’assurdo, trasportate in parole e ritornelli da cantare. Ruvido e sincero, possiede un’anima rock n’roll e un cantautorato assolutamente italiano.
I suoi dischi sono il risultato di una grande ricerca musicale in cui il rock anglo-americano degli anni ’70 e quello alternativo degli ’80/’90 si fondono a servizio della vocalità di Gabriele, potente e viscerale. Artista poliedrico, negli anni si è dedicato a musica, scrittura e arte. Produce infatti quadri e disegni che ha anche esposto in una mostra personale a Roma nel 2019 con il nome d’arte Zin Suddu, incentrata sul tema dell’antidiluviano nell’immaginario artistico.
Dal 2020 inizia la collaborazione con Laterza Editori per lo spettacolo “Mystery Train” insieme all’americanista Alessandro Portelli, un viaggio nell’immaginario americano che ripercorre il rapporto dell’America con la modernità attraverso la storia dei treni e la rivoluzione industriale, tra racconti, poesie e canzoni del folk americano.
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Save the date:
Amalfitano porterà sul palco i brani che compongono “Sono morto x 15 giorni ma sono tornato perché l’amore è” in occasione di un tour che toccherà alcune delle principali città italiane.
Gli appuntamenti sono previsti per giovedì 18 dicembre al Monk di Roma, venerdì 9 gennaio al Duel Club di Napoli, sabato 10 gennaio all’Officina degli Esordi di Bari, venerdì 16 gennaio in Santeria Toscana 31 a Milano, sabato 17 gennaio allo Spazio 211 di Torino, venerdì 30 gennaio al Glue di Firenze e sabato 31 gennaio al Locomotiv Club di Bologna.
Biglietti disponibili su OTR.
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