Sindaco di Isernia dorme in tenda per protesta

Quella dei tagli alla sanità è una realtà molto discussa, in un Paese dove la sanità è pubblica e totalmente gratuita. Ma, ormai l’assistenza sanitaria che dovrebbe essere per tutti, gratuita e accessibile sta diventando un lusso per pochi, visto le lunghe liste di attesa per diagnostiche ed interventi chirurgici.

Se poi ci aggiungiamo anche la chiusura di tanti reparti ospedalieri o, addirittura, di strutture intere, ecco che le risorse a disposizione degli assistiti diminuiscono ancor più drasticamente, soprattutto se a decidere tali chiusure sono parametri che non tengono conto delle necessità territoriali ma solo dei numeri. Si, perchè sono i numeri a parlare e non più le persone. Ad esempio, se un ospedale non supera la soglia di almeno 500 parti l’anno, non può più disporre di un reparto maternità. E in un comune come Isernia che conta poco più di 20mila abitanti, in un territorio già sofferente per risorse, economia e, di conseguenza, crescita demografica, questi parametri diventano la scure che si abbatte sull’unica struttura ospedaliera ancora attiva.

Cosa succede ad Isernia

Per difendere l’unico ospedale ancora attivo in Isernia, il Primo Cittadino ha deciso di protestare contro i tagli attuati al nosocomio F. Veneziale, e da stasera dormirà in una tenda allestita proprio davanti alla struttura ospedaliera.

La situazione all’ospedale “F. Veneziale” di Isernia è ormai diventata inaccettabile. In Cardiologia 5 posti letto su 10 sono chiusi per mancanza di monitor funzionanti: una criticità gravissima che ricade sul Pronto Soccorso e mette a rischio la sicurezza dei pazienti. A questo si sommano la carenza cronica di personale e turni massacranti per gli operatori sanitari, ai quali va tutta la mia solidarietà“. Scrive il Sindaco di Isernia, in un lungo post sui suoi social.

Gli anestesisti mancano e, di conseguenza, si possono eseguire solo interventi programmati e non in urgenza, il pronto soccorso va in sofferenza per mancanza di personale e la situazione ormai è arrivata ad un punto di non ritorno.

Restano, inoltre, le preoccupazioni legate al futuro del laboratorio di Emodinamica: i dati Agenas confermano che è un servizio attrattivo, efficiente e indispensabile per tutto il territorio. Non può essere ridimensionato, ma va potenziato e riconosciuto come Unità Operativa Complessa. Solo così se ne potrà garantire continuità e stabilità. La salute dei cittadini non può essere sacrificata né rinviata. L’ospedale di Isernia merita attenzione, investimenti e rispetto, esattamente come le altre strutture ospedaliere di questa regione”.

La morte del territorio è una conseguenza e non la causa

E’, purtroppo, un mal comune (e non certo un mezzo gaudio) di molti comuni che stanno vivendo la desertificazione, la perdita di servizi, di opportunità e di vita quotidiana. E si continua a voler far credere che sia lo spopolamento a giustificare la chiusura di scuole, banche e ospedali, mentre è esattamente il contrario. Laddove non ci sono infrastrutture di pubblica utilità, il territorio muore. E ben venga la resilienza dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni locali, perchè il borgo, il piccolo comune sono alla base delle nostre tradizioni, del nostro made in Italy nel mondo, e non sono marginali realtà di cui si può fare a meno.

Sono risorse da valorizzare e supportare e la perdita di anche solo una di queste cittadine, paesi o borghi, è un fallimento di tutta una nazione e della sua politica.

La protesta del Sindaco di Isernia ha suscitato commenti e giusta indignazione verso le istituzioni e la politica nazionale.

Ha ragione – evidenzia il Presidente Uncem Marco BussoneLe parole non bastano più. Ad Agnone dieci giorni fa ho ribadito con i Sindaci Saia e i Colleghi Capracotta e di altri paesi che gli ospedali vanno potenziati e non chiusi. Si investano più risorse, si rafforzino reparti e personale. Incredibile che Sindaci e Comunità non vengano ascoltati. È gravissimo, pazzesco. Genera rabbia e piena indignazione. Pronti come Uncem a una nuova dura manifestazione di piazza, quando i Sindaci lo vorranno. Le comunità del Molise e della montagna italiana, che qualcuno vuole ridurre, distruggere, frenare, penalizzare, non si arrendono. Con forza. Anche con atti importanti di pacifica mobilitazione“.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”
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