Dov’è Santa Maria Maggiore in Roma e perchè custodirà la tomba di Papa Francesco? Quali tesori sono custoditi, quali tombe e quali segreti?
Negli ultimi giorni, il nome di Santa Maria Maggiore è tornato al centro dell’attenzione. Il Papa recentemente scomparso ha espresso la volontà di essere sepolto proprio qui, lasciando questa indicazione nel suo testamento. Una scelta non casuale, ma profondamente simbolica. Una decisione che ha sorpreso molti, ma che racconta molto di lui.
Francesco era legatissimo a questa basilica. E’ la prima chiesa che ha visitato all’inizio del suo Pontificato, e l’ultima, prima di morire. Non era raro vederlo entrare in silenzio nella basilica, anche in momenti non ufficiali, per fermarsi a pregare davanti all’icona della Salus Populi Romani, una delle immagini mariane più venerate di Roma. Quell’icona, secondo la tradizione, ha protetto la città nei momenti difficili, dalle pestilenze alle guerre. Ogni viaggio apostolico, per lui, iniziava e finiva lì, in silenziosa preghiera davanti all’icona della Salus Populi Romani.
Era il suo modo di affidare alla Vergine i passi del suo pontificato, come un figlio che non parte senza salutare sua madre. Scegliere di riposare proprio lì, ai piedi di Maria, è un gesto coerente con tutta la sua vita spirituale: semplice, profonda, materna. Durante il suo pontificato, il Papa visitava spesso la basilica per affidare i suoi viaggi alla protezione della Madonna. Per lui, questo luogo rappresentava un punto fermo, un rifugio spirituale, un simbolo della sua devozione mariana. Il Papa aveva una profonda devozione verso la Madonna.
E oggi, in questo tempo sospeso, Santa Maria Maggiore diventa non solo un luogo di pellegrinaggio, ma anche il custode della memoria viva di Papa Francesco.
Ma al di là di questo legame personale, Santa Maria Maggiore è una tappa imprescindibile per chi visita Roma. Non solo per i credenti, ma anche per chi ama l’arte, la storia e l’architettura.
Dove si trova la Basilica di Santa Maria Maggiore
Situata sul colle Esquilino, a pochi minuti a piedi dalla Stazione Termini, comodissima da raggiungere, sia con i mezzi pubblici che a piedi, Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma. Fondata nel V secolo, è l’unica ad aver conservato quasi intatta la sua struttura paleocristiana. Non è solo un monumento: è un tempio mariano, un punto di riferimento spirituale, un luogo dove la fede e la bellezza camminano fianco a fianco da più di sedici secoli.
Secondo una tradizione molto cara ai romani, fu la stessa Vergine Maria a indicare il luogo in cui costruire questa basilica. Apparve in sogno al patrizio Giovanni e a Papa Liberio, chiedendo una chiesa dedicata a lei, proprio là dove sarebbe miracolosamente nevicato. E così avvenne: il 5 agosto, nel cuore dell’estate romana, la collina dell’Esquilino si coprì di neve. Per questo, ogni anno il 5 agosto, la basilica celebra il “miracolo della neve” con una suggestiva pioggia di petali bianchi che cade dal soffitto della basilica, creando un momento intenso e suggestivo.
I mosaici
Appena si entra nella basilica, ci si rende conto subito di essere in un luogo speciale. La navata centrale, ampia e luminosa, è decorata da una serie di mosaici risalenti al V secolo. Sono tra i più antichi di Roma, e raccontano scene dell’Antico Testamento con uno stile simbolico e solenne. L’oro utilizzato per lo sfondo li rende quasi viventi, illuminati dalla luce che filtra dalle finestre.
Più avanti, sull’arco trionfale, si trovano altri splendidi mosaici, questa volta dedicati alla nascita di Gesù. Ogni figura, ogni dettaglio, ha un significato preciso e racconta una parte della storia della fede cristiana.
La Salus Populi Romani: il volto della protezione materna
Al centro della devozione mariana che anima la basilica, nella Cappella Paolina, c’è l’icona della Salus Populi Romani, una delle immagini più venerate della Madonna. Secondo la tradizione, sarebbe stata dipinta da San Luca Evangelista, patrono dei pittori. Ma al di là delle leggende, questa immagine è diventata simbolo di protezione e consolazione per i romani.
Papa Francesco ha scelto proprio questa icona come guida nei suoi viaggi apostolici: la visita prima di partire e vi ritorna appena rientrato, in segno di affidamento e gratitudine. Il volto della Madonna, dolce e forte al tempo stesso, parla al cuore di chi entra nella basilica, ricordando che la fede, come una madre, non abbandona mai.


La mangiatoia di Gesù e la “Betlemme dell’Occidente”
Santa Maria Maggiore custodisce un’altra reliquia preziosa e toccante: la Sacra Culla, frammenti della mangiatoia dove, secondo la tradizione, fu deposto Gesù Bambino. Per questo motivo, la basilica è considerata la “Betlemme dell’Occidente”. Non è solo una metafora poetica: qui, per la prima volta nella storia della cristianità, è stata celebrata la Messa di Natale nella notte, un rito che si è poi diffuso in tutto il mondo.
Ancora oggi, la cripta che ospita la Sacra Culla è uno degli angoli più visitati e amati della basilica. Davanti a quelle reliquie, in molti si fermano in silenzio, in un raccoglimento che va oltre le parole.
Le tombe
Oltre alla Sacra Culla, la basilica ospita anche le spoglie di San Girolamo, grande studioso e traduttore della Bibbia, e di San Mattia, l’apostolo scelto per sostituire Giuda. Ma è anche un luogo che accoglie nel silenzio delle sue tombe la memoria di sette papi, tra cui Paolo V, Clemente VIII e Sisto V, che contribuì alla costruzione della celebre Cappella Sistina (da non confondere con quella dei Musei Vaticani).
L’ultima sepoltura, quella di Papa Francesco, si inserirà in questa lunga tradizione. Una scelta che parla di umiltà, ma anche di un legame personale e profondo con questo luogo.
Non meno importante è la presenza delle tombe di Pietro Bernini e di suo figlio Gian Lorenzo, che è considerato uno dei più grandi artisti del Barocco, autore di opere che hanno letteralmente trasformato il volto di Roma, arrichendo piazze e vie. Tra le sue sculture più famose ci sono quelle custodite nella Galleria Borghese, come Apollo e Dafne, il David e il Ratto di Proserpina: capolavori che rendono il marmo più vivo della carne.
Eppure, Gian Lorenzo Bernini riposa in una tomba semplice, nascosta tra i pavimenti della basilica. Un gesto di umiltà, in pieno stile cristiano, che contrasta con la grandezza della sua arte.
La misteriosa scala elicoidale
Non tutti i visitatori notano subito la splendida scala a chiocciola che si nasconde tra le pareti della basilica. È un capolavoro unico nel suo genere, nato dal genio del Bernini. Un’architettura elicoidale, progettata per unire funzionalità e armonia, e ricorda che Santa Maria Maggiore non smette mai di stupire. È un esempio straordinario di equilibrio tra funzionalità e bellezza, un dettaglio che mostra quanto la basilica sia piena di sorprese, anche per chi pensa di conoscerla già.
Con una forma che ricorda non solo una conchiglia ma anche il simbolo della bellezza aurea, la scala, priva di colonne, è in pietra di travertino e collega i cinque livelli del palazzo con la Sagrestia Nuova.
La Porta Santa e il Giubileo sospeso
La Porta Santa di Santa Maria Maggiore, incorniciata da secoli di storia e devozione, è una delle porte papali che vengono aperte solo in tempo di Giubileo, per accogliere i pellegrini in cerca di perdono, indulgenza e preghiera.
Il Giubileo in corso, fortemente voluto da Papa Francesco, ha portato Roma a riscoprire la sua anima più spirituale. Come ogni Anno Santo, anche Santa Maria Maggiore ha aperto la sua Porta Santa, permettendo ai pellegrini di attraversarla per ricevere l’indulgenza plenaria, segno di misericordia e rinascita spirituale.
Ma l’improvvisa morte del Pontefice ha interrotto questo cammino. Come da tradizione, il Giubileo è stato sospeso in attesa che il nuovo Papa venga eletto e decida se proseguire, modificare o annullare completamente l’Anno Santo. È una situazione rara, ma prevista dalla Chiesa, e che dona al tempo che stiamo vivendo un’aura particolare: di attesa, di riflessione, quasi di silenzio sacro.
Dove sarà la tomba di Papa Francesco
“Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale“, ha scritto Bergoglio nel suo testamento.
“Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura” (fonte Zetatielle Magazine – Adn Kronos).
Un messaggio ai fedeli
Scegliere Santa Maria Maggiore come ultima dimora significa lasciare un messaggio. Papa Francesco non ha scelto la grandiosità della Basilica di San Pietro, ma un luogo di fede profonda e di umanità semplice. Un luogo dove il sacro incontra il cuore delle persone.
Con questa scelta, il Papa riafferma il suo stile: vicino alla gente, attento alla spiritualità quotidiana, lontano dai fasti e più vicino all’essenza del messaggio evangelico. Santa Maria Maggiore diventa così non solo il suo sepolcro, ma anche il simbolo di un’eredità spirituale che continuerà a parlare a credenti e non credenti.
La scelta della sepoltura in Santa Maria Maggiore non è solo una questione di affetto personale. È un invito a guardare alla Chiesa come a una madre accogliente, come lo è la Madonna per i credenti. Il Papa ha voluto, con questa decisione, restare in mezzo al popolo, in una basilica che è visitata ogni giorno da persone di tutto il mondo, non isolato nel cuore dei Palazzi Vaticani.
Con questo gesto finale, ha voluto dire qualcosa di semplice e potente: la fede vive nei luoghi dell’incontro, nella bellezza condivisa, nella preghiera che unisce. E Santa Maria Maggiore è tutto questo.
Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus.
Papa Francesco
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