Cambio di rotta nella gestione delle emergenze sanitarie: il nuovo piano pandemico per l’emergenza covid. Non solo vaccini, maggior tutela per le libertà personali e stop ai DPCM.
Il nuovo Piano nazionale pandemico, recentemente inviato alla Conferenza Stato-Regioni, segna una svolta fondamentale nella gestione delle emergenze sanitarie in Italia. Se la pandemia di Covid-19 ha visto l’introduzione di misure drastiche e mai sperimentate prima, il piano attuale mantiene la priorità della salute pubblica ma sembra orientarsi verso un approccio che bilancia meglio la tutela della libertà personale e l’efficacia sanitaria.
Un’analisi delle misure adottate durante il periodo pandemico e le novità introdotte dal Piano dimostra quanto le esperienze passate abbiano influito sulla visione della gestione delle emergenze future.
2020, emergenza Covid: un esercizio di restrizioni e coercizioni
Durante la pandemia di Covid-19, le misure sanitarie si sono evolute in maniera drastica, passando da restrizioni minimali a imposizioni che hanno profondamente limitato la libertà personale dei cittadini. Sono ancora vivi nella memoria di tutti, i divieti stringenti adottati, dai quelli uscita alle misure sanitarie, ma facciamo un piccolo recap, per comprendere le decisioni prese nel nuovo piano pandemico.
9 marzo 2020: le prime misure adottate impongono il lockdown totale. Si può uscire solo per motivi urgenti e giustificati, e non oltre 150 metri dalla propria casa. L’impossibilità di andare oltre una stretta cerchia di luoghi, spesso senza una vera spiegazione scientifica alla base di tali limiti, genera una profonda frustrazione nella popolazione. Arrivano le zone verdi, arancioni e rosse che delimitano paesi, città e regioni. Impossibile attraversare un confine senza la giustificazione.
A questi divieti si aggiunge l’obbligo delle mascherine, che non solo diventano costose e introvabili, ma rappresentano una costrizione quotidiana che pochi avrebbero immaginato prima della pandemia. In un primo momento, la loro applicazione sembra limitata ad alcuni luoghi pubblici, ma ben presto diventa obbligatorio indossarle in qualsiasi contesto sociale, anche all’aperto in assenza di assembramenti, generando dibattito sul loro reale impatto sulla salute pubblica.
Andrà tutto bene
Vietato ogni contatto fisico, Barbara D’Urso ci insegna a lavarci le mani correttamente, trattandoci come scolaretti in prima elementare, gli italiani diventano esperti di pangolini e pipistrelli. Sul piccolo schermo fa capolino una nuova stirpe di Very Important Person, i virologi. Le nuove super star del palinsesto occupano tutti i canali televisivi e ci indottrinano contraddicendosi l’un l’altro, offendendosi a colpi di tweet, immergendosi in un bagno di gloria che non avrebbero mai osato sperare. Il format funziona e diventa virale almeno quanto il Covid, anzi di più.
I social diventano il deus ex machina della comunicazione, visto che il Primo Ministro in persona preferisce facebook alla TV nazionale per enunciare i suoi innumerevoli decreti, come la professoressa Humbridge di Harry Potter. Le regioni fanno un pò quello che vogliono con ordinanze ad minkiam, con la piena benedizione del Governo e quindi ciò che vale in Toscana non ha senso in Campania. Vigili urbani che inseguono il vecchietto che corre sulla spiaggia perchè non vuole rinunciare alla sua passeggiata salutare, canti patriottici dai balconi e sulle lenzuola del corredo buono stese al sole si legge ovunque il mantra universale: andrà tutto bene.
Le ultime parole famose. Nell’arco di qualche mese tutto sarà vietato, persino matrimoni, funerali, comunioni e cresime, feste di compleanno, pranzi e cenoni. Vietato. Punto.
Il teatro dell’assurdo
Un delirio che durerà praticamente un anno, ma se si pensava di vedere la luce in fondo al tunnel, nel giugno del 2021, con l’estate alle porte, arriva l’illuminazione. E la luce in fondo al tunnel si chiama Greenpass e sostanzialmente è un passepartout per partecipare ad eventi pubblici, viaggiare e muoversi liberamente su tutto il territorio nazionale, anche nelle zone arancioni o rosse, ma solo per le persone vaccinate o che hanno contratto il covid. Chi non ce l’ha è fuori, anzi, sta fuori, in tutti i sensi. Come a LoL, insomma e chi ride è fuori, perché diventa reato deontologico persino l’ironia.
Come se non bastasse, visto la reticenza di molti nei confronti delle vaccinazioni NON obbligatorie, arriva anche il super greenpass. Si apre uno scenario da Guerra dei Mondi con pro vax e no vax che si promettono di aspettarsi fuori da facebook per massacrarsi a vicenda. Giuro, ho visto più famiglie distrutte dall’ideologia “vaxnovax” che dai tradimenti su tinder.
Ma l’apoteosi si realizza con la brillante idea di istituire una multa simbolica di 100 euro per chi è “de coccio” e di vaccinarsi non ne vuole proprio sapere. Una forma di coercizione economica che suscita polemiche e preoccupazioni, sollevando dubbi non solo sulla libertà personale garantita dalla Costituzione, ma anche in funzione della scelta in relazione alla salute personale. In realtà, si rivelerà un puerile tentativo di fare cassa, incostituzionale e bocciato da diversi tribunali.
E meno male che sarebbe dovuto andare tutto bene.
Il nuovo piano pandemico
Torniamo seri.
Forte dell’esperienza passata, a distanza di quasi tre anni, è arrivato il nuovo piano pandemico per l’emergenza Covid, ma si estende a qualsiasi emergenza sanitaria.
Il primo aspetto fondamentale riguarda i vaccini. Il Piano riconosce i vaccini come uno strumento importante nella lotta contro le pandemie ma non li considera come l’unica soluzione.
Il Piano odierno ribadisce che, per combattere un agente patogeno, è necessario un approccio combinato, che includa test, isolamento, tracciamento dei contatti e quarantene.
Durante la pandemia di Covid-19, molte di queste misure sono state introdotte per la prima volta e applicate con forza, anche se talvolta le restrizioni sulla libertà individuale hanno sollevato dibattiti. Con il nuovo Piano, non possono essere adottate attraverso atti amministrativi, l’adozione di misure coercitive tramite DPCM, come accaduto in passato. Le misure restrittive, se necessarie, saranno applicate solo in situazioni eccezionali e attraverso leggi che rispettino i principi costituzionali. Finalmente.
Il Nuovo Piano Pandemico: Un Approccio Più Equilibrato
Il nuovo Piano pandemico nazionale riconosce i vaccini come uno strumento fondamentale di difesa contro le pandemie, ma va ben oltre questa visione monocausale. In buona sostanza, ribadisce che i vaccini non sono l’unica risorsa disponibile per il contrasto agli agenti patogeni e vanno utilizzati in combinazione con altre misure sanitarie. È quindi chiaro che il Piano non intende ripetere l’approccio unidimensionale della pandemia di Covid-19, ma invita a un intervento mirato e modulato secondo le specifiche esigenze sanitarie del momento.
La Trasparenza e la Comunicazione: Il Nuovo Approccio
Il Piano pone anche una forte enfasi sulla comunicazione delle misure sanitarie adottate. L’esperienza del Covid-19 ha messo in luce la difficoltà delle autorità a gestire un flusso informativo costante e chiaro. In molte occasioni, la comunicazione è stata confusa o ambigua, contribuendo a generare un senso di incertezza nella popolazione.
Oggi, il Piano promette maggiore chiarezza e trasparenza, con l’impegno delle istituzioni a divulgare tempestivamente le informazioni e a farlo in un linguaggio semplice, comprensibile da tutti. Ogni cittadino dovrà essere informato in modo adeguato, non solo sulla base di decisioni politiche, ma fondandosi su evidenze scientifiche che spieghino le motivazioni alla base delle misure.
Per dirla in breve: niente pane per i leoni da tastiera che vivono di social.
La Proiezione per il Futuro: Scenari e Preparazione
Il Piano stabilisce tre possibili scenari di rischio, dai più probabili ai più catastrofici. In caso di emergenza Covid o da un virus influenzale con patogenicità lieve, i ricoveri potrebbero oscillare tra i 18.000 e i 47.000, ma il Piano prevede anche scenari più gravi, con milioni di ricoveri e terapie intensive al limite, un rischio che non può essere escluso, come dimostrato dal picco di casi nel 2020.
Il nuovo Piano, tuttavia, punta a una preparazione più attenta e strutturata. Sebbene le simulazioni siano ancora teoriche, l’idea è quella di non essere mai impreparati di fronte a un possibile scenario peggiore, che possa coinvolgere la salute di milioni di italiani. La pianificazione dei posti letto ospedalieri e delle risorse necessarie per affrontare una crisi sanitaria è un aspetto fondamentale del Piano, che cerca di evitare il caos e l’emergenza nell’emergenza che si è verificata con il Covid-19.
Vien da pensare che, per avere queste garanzie a livello di assistenza ospedaliera, si stia lavorando per rinforzare gli organici dei reparti ospedalieri e degli ambulatori, con un’integrazione massiccia di medici, infermieri e operatori sanitari, o per lo meno, si spera.
Un Nuovo Modello di Gestione Sanitaria
Il nuovo Piano pandemico segna una chiara rottura con le modalità di gestione dell’emergenza adottate durante la pandemia di Covid-19. Il rifiuto delle misure coercitive e il rafforzamento della libertà di scelta in ambito sanitario rappresentano una dichiarazione di intenti che risponde alle critiche mosse nei confronti delle restrizioni stesse. Allo stesso tempo, la consapevolezza che la pandemia non è un evento isolato e che la preparazione è la chiave per affrontare future crisi sanitarie è una lezione che emerge con forza.
Il futuro delle politiche sanitarie italiane dovrà necessariamente tenere conto di un bilanciamento tra la protezione della salute pubblica e la tutela dei diritti fondamentali, ma anche della capacità di adattarsi con rapidità e responsabilità a scenari sanitari in continua evoluzione. Il nuovo Piano nazionale pandemico si propone di preparare l’Italia ad affrontare le emergenze sanitarie in modo più equilibrato e razionale, senza rinunciare alla libertà, ma senza dimenticare la responsabilità collettiva di proteggere la salute di tutti.
Misure Straordinarie e L’Importanza della Trasparenza
Nel caso di un’emergenza Covid, o comunque sanitaria, il Piano prevede la nomina di un Commissario Straordinario all’emergenza, una figura che agirà in deroga alle normali disposizioni, con poteri esecutivi speciali per affrontare situazioni straordinarie. Questo approccio ricorda l’esperienza già vissuta, quando si sono creati organismi speciali per gestire la crisi, come il Comitato Tecnico Scientifico.
“La nomina di Commissario straordinario all’emergenza, un ufficiale nominato dal Governo che agisce in deroga alle disposizioni ordinarie e per un tempo determinato, allo scopo di far fronte a eventi straordinari attraverso poteri esecutivi speciali”.
Inoltre, il Piano sottolinea l’importanza della trasparenza nella comunicazione delle misure adottate. Se in passato, la comunicazione delle restrizioni e delle norme sanitarie ha suscitato confusione e incertezze. Oggi, invece, si punta a un’informazione chiara e tempestiva, con la diffusione di dati scientifici accessibili e comprensibili, per garantire che tutti i cittadini siano consapevoli delle azioni da intraprendere per tutelare la propria salute e quella collettiva.
Protezione delle Libertà Individuali e Responsabilità Collettiva
Uno degli obiettivi principali del Piano è la tutela delle libertà individuali. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato che, mentre le misure sanitarie sono fondamentali per proteggere la salute pubblica, è essenziale che siano rispettati i diritti civili e sociali. “C‘è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini“. Così si è espresso il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine della Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitari.
In conclusione, il nuovo Piano pandemico non solo affronta la gestione delle emergenze sanitarie future, ma promuove anche un cambiamento nella relazione tra autorità e cittadini. Con l’approccio combinato alle misure sanitarie e una forte enfasi sulla trasparenza, il Piano si propone di costruire un sistema di difesa collettiva che rispetti libertà individuali e favorisca una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte della popolazione.
Andrà tutto bene (?)
Foto di Herbert II Timtim da Pixabay
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