L’Unione Europea ha deciso di introdurre nella lista dei “nuovi alimenti” la farina di larve trattata con raggi UV, un tema che sta suscitando dibattiti e perplessità in tutta Europa. La Commissione Europea ha autorizzato la commercializzazione di questo prodotto per il consumo umano, aprendo così nuove prospettive alimentari, ma anche innescando timori e dubbi.
In base a questo regolamento, il Nuovo Millennio diventa l’anno del “novel food”, dove l’industria alimentare e i suoi affaristi si ingegnano per produrre cibo sfruttando “risorse alternative” a costi bassissimi.
Quali alimenti conterranno farina di larve?
Cari amici e amiche della pasta e dei prodotti da forno, questa è tutta per voi. Pasta, pane, panini, dolci, merendine, ma anche formaggi e addirittura composte di frutta e di verdura potranno contenere farina di larve.
Certo, per i fighetti della tavola estrema può essere una food experience da raccontare ai giargiani, ma qui si tratta di cambiare non solo i parametri dell’alimentazione, ma una cultura intera fatta di tradizioni e di genuinità.
La raccomandazione è quella di leggere sempre bene le etichette, per non incorrere in un prodotto non desiderato. Più difficile sarà individuare la presenza di farina di larve o di insetti in prodotti sfusi venduti a banco, come panetterie, gelaterie, pasticcerie eccetera, dove dovremo contare solo ed esclusivamente sulla buona fede dell’esercente e sul suo rigoroso senso del dovere nell’esporre cartelli chiari e ben visibili degli ingredienti utilizzati per la produzione.
Chi ci guadagna?
Non certo l’Italia, sia in termini economici, sia culturali. L’Unione Europea, che da tempo, boicotta suo malgrado il made in Italy, ha stabilito che non tutti potranno produrre farina di larve. Il testo del Regolamento, infatti, specifica che nei prossimi cinque anni “solo la società (francese) Nutri’Earth è autorizzata a immettere sul mercato il nuovo alimento”, salvo nel caso in cui un’altra società ottenga l’autorizzazione per tale nuovo alimento o abbia il consenso di Nutri’Earth“.
Un vero e proprio caso di monopolio del mercato, molto rischioso per l’economia del settore.
Esiste già un precedente, che riguarda la produzione di farina di insetti. Anche in questo caso, l’Unione Europea aveva dato l’autorizzazione esclusiva solo la Cricket One Co. Ltd (fonte Il sole 24ore).
Si suppone che le motivazioni di queste decisioni si basino sulla tutela degli standard qualitativi del prodotti e che siano mirate ad evitare una produzione incontrollate da parte di aziende extracomunitarie, meno attente alle produzioni. Quello che preoccupa è l’esclusiva a favore di Nutri’Earth che di fatto diventa l’unico fornitore per tutta la filiera coinvolta.
C’è chi dice no!
Tornando al mero utilizzo della farina di larve, al di là delle forti obiezioni della comunità vegana, si sono subito sollevate critiche importanti e scetticismo da parte dei consumatori, vuoi per cultura, vuoi per diffidenza, che già riguardavano l’utilizzo di farina di insetti per la preparazione di pasta e altri derivati.
Tra le voci critiche, spicca quella dell’eurodeputato di Forza Italia, Salvatore De Meo, che ha espresso chiaramente la sua posizione contraria in un comunicato stampa.
“Esprimo la mia forte preoccupazione per la decisione della Commissione Europea di autorizzare l’immissione in commercio per il consumo umano della farina di larve come “nuovo alimento””, ha dichiarato l’europarlamentare Salvatore De Meo in una nota.
Il dibattito sulla farina di larve tocca temi sensibili, come la sicurezza alimentare, l’impatto sulle filiere agricole tradizionali e il rispetto delle specificità culturali dei diversi Paesi europei. Le parole di De Meo evidenziano una forte perplessità rispetto a questa decisione, soprattutto in relazione alle implicazioni per il consumatore.
Sicurezza alimentare e rischi per il consumatore
A garanzia della sicurezza alimentare, il Governo italiano ha introdotto misure per garantire una chiara etichettatura dei prodotti a base di insetti autorizzati dall’Unione Europea, che devono essere commercializzati con chiare indicazioni in merito al tipo e quantità di insetti utilizzati, Paese d’origine e rischi allergenici.
Tali misure si applicheranno anche alla polvere di larve di Tenebrio molitor trattata con raggi UV, e i prodotti contenenti questo nuovo alimento dovranno essere venduti in comparti separati e segnalati.
Malgrado le rassicurazioni del Governo, i dubbi e le perplessità sussistono.
“La mia preoccupazione – precisa De Meo – nasce dal fatto che attualmente, sul tavolo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ci sono oltre una decina di richieste di valutazione per cibi derivanti da insetti edibili che a breve potrebbero entrare a far parte della nostra alimentazione, danneggiando le filiere agricole tradizionali e creando confusione nel consumatore che dovrà porre attenzione ai possibili rischi di reazioni allergiche, come confermato dalla stessa EFSA, favoriti dall’utilizzo di queste farine”.
La questione solleva dubbi non solo sul piano culturale, ma anche su quello della salute. Le reazioni allergiche, infatti, rappresentano un rischio concreto, come confermato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Per i consumatori, potrebbe diventare sempre più complicato riconoscere i rischi legati alla presenza di questi nuovi ingredienti negli alimenti quotidiani.
L’impatto sulle filiere agricole e sul Made in Italy
Un altro aspetto critico riguarda l’impatto sulle produzioni agricole europee, in particolare quelle italiane. “Questa scelta rischia di penalizzare gli sforzi che l’agricoltura europea sta facendo verso una sempre maggiore sostenibilità, arrecando un danno alle nostre produzioni di qualità, tra cui quelle del Made in Italy, perché vengono ignorate le specificità culturali e le tradizioni alimentari su cui, invece, l’Ue dovrebbe puntare con più forza e convinzione”, conclude De Meo.
Le dichiarazioni sottolineano come questa decisione potrebbe minare la competitività delle eccellenze agroalimentari italiane, che si basano su tradizioni secolari e standard qualitativi elevati. Ignorare tali specificità significa, per molti, allontanarsi dai principi fondamentali su cui l’Europa dovrebbe fondare le sue politiche alimentari.
La decisione di autorizzare la farina di larve come nuovo alimento rappresenta un passo che divide. Da un lato, si intravedono opportunità legate all’innovazione e alla sostenibilità; dall’altro, emergono timori per la sicurezza alimentare e l’impatto culturale ed economico. Le dichiarazioni di Salvatore De Meo riflettono il punto di vista di chi teme che questa scelta possa rappresentare un rischio più che un’opportunità, soprattutto per le tradizioni culinarie europee e italiane.
Il dibattito è aperto e probabilmente continuerà ad animare le discussioni nei prossimi mesi, coinvolgendo istituzioni, consumatori e produttori. Resta da vedere se queste novità saranno davvero accettate e integrate nel panorama alimentare europeo, ma soprattutto dalla nostra cultura, squisitamente italiana.
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