Gli anni ’60 in mostra a Italia Sessanta. Arte, moda e design, dal Boom al Pop

Italia Sessanta, una mostra dedicata alla moda, arte, musica e design, insomma, tutto ciò che ha caratterizzato gli anni ’60

Come erano belle le estati nei favolosi anni ’60. A ripensarci, quasi ci si commuove: quelli come me, nati all’inizio de decennio, figli del boom economico e di un dopoguerra ancora difficile da dimenticare, figli soprattutto di operai e di impiegati di granzi aziende (un nome a caso a Torino, la FIAT), non avevano poi così tanti mezzi per passare i mesi estivi.

Non c’erano le “estate ragazzi”, qualche (s)fortunato andava in “colonia”, non c’erano social o videogiochi, e finita la scuola (a fine giugno), si passava la maggior parte del tempo in cortile, tra una partita a pallone sull’asfalto, una gara a birille (di vetro) e una battaglia a suon di cartocci (quelli da infilare nella “cerbottana”, in più delle volte ricavata da un pezzo di tubo di plastica, trovato frugando nell’immondizia).

I più fortunati, passavano le vacanze a casa dei nonni, mare o montagna non fa differenza, i meno fortunati qualche domenica in campagna, a fare il picnic, e poi, una settimana, dieci giorni al massimo al mare.

Un decennio effervescente e controverso quello dei “mitici” Anni Sessanta. Tempo di complessi mutamenti sociali e politici, certo, ma anche di originali spinte creative e dell’imporsi di nuovi approcci e nuove visioni. A mutare è il modo di vivere, di abitare, lavorare, vestire, amare e gestire il tempo libero.

anni '60 - la fiat 850 di colore bianco
La FIAT 850 vettura cult degli anni ’60

Gli anni ’60

Sono gli anni dell’alluvione di Firenze e Venezia, del ’66, delle contestazioni studentesche del ’68 e ’69, del primo esprimersi degli Anni di piombo, ma anche quelli in cui ogni sogno sembra poter diventare realtà, a partire dall’uomo a passeggio sulla Luna. A Milano nasce il Salone del Mobile, trionfano le materie plastiche che consentono ulteriore libertà creativa. Sono gli anni della plastica arancione, del design, delle più incredibili sperimentazioni. Fioriscono oggetti-icona destinati a connotare l’epoca e che, nel loro piccolo, mutano il mondo di vivere. Basti citare il mangiadischi che porta la musica ovunque si voglia: una piccola, enorme rivoluzione.

Italia Sessanta. Arte, moda e design. Dal Boom al Pop”, a Gorizia in Palazzo Attems Petzenstein dal 29 giugno al 27 ottobre, offre l’imperdibile opportunità di compiere un viaggio dentro quello che è uno dei grandi miti della storia recente.

La mostra, inappuntabile nei contenuti e nell’analisi storico critica, si annuncia leggera, divertente, coinvolgente.

Italia Sessanta

Ad accogliere i visitatori sarà una sfavillante Ferrari 275 gtb del 1965, affiancata da una Lamborghini Miura, quest’ultima presente solo in immagine, per questione di spazio, simboli evidenti e universali del design ma anche dell’imporsi della tecnologia Made in Italy.

I curatori – Carla Cerutti per il design, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin per la moda e Lorenzo Michelli per le arti visive – hanno scelto di raccontare il decennio sottolineando le assonanze di generi.

A raccontare l’antefatto, ovvero il decennio dei ’50, aveva provveduto, un anno fa, nella medesima sede, “Italia Cinquanta. Moda e Design. Nascita di uno stile”, mostra visitatissima e molto amata.

Quel racconto, parlando dei ’60, si amplia. Al di là del design e della moda, il racconto si apre anche all’arte, riconoscendo quanto questo linguaggio espressivo si intrecci con gli altri due. Nel ’64 la Biennale di Venezia ufficializza la Pop Art, che con il Radical Design impone il primato della invenzione poetica sulla funzionalità. Intanto nuove figurazioni e forme, tra Pop e Op, nuovi materiali e nuove tecnologie si irradiano dagli epicentri di Milano e Roma alle periferie, crescendo modelli originali e avanzate sensibilità.

Arte, moda…

I creativi meticciamenti tra design, arte, moda, comunicazione, musica, spettacolo producono, e rendono popolari, oggetti come il telefono Grillo e la radio TS  502, entrambi di Zanuso, i televisori Brionvega, oggi oggetto del desiderio di ogni collezionista, la macchina da scrivere Valentine di Ettore Sottsass per Olivetti, tra i tanti. Il nuovo coinvolge tutte le arti applicate, dai vetri alle ceramiche.

E, naturalmente, la moda.

In mostra abiti icona come il Pigiama Palazzo imposto da Irene Galitzine accanto agli abiti di Valentino, Capucci, Missoni, Pucci, Balestra e a borse e scarpe di Ferragamo, Gucci, Roberta di Camerino… Ma si assiste anche all’ingresso della plastica nella moda e l’influenza di Pop e Op, con le creazioni di Getulio Alviani e Germana Marucelli. Ad accogliere queste nuove creazioni sono case nuove e nuovi arredi, anch’essi spazi di sperimentazione e nuove visioni firmate da Joe Colombo, De Pas e D’Urbino, Giancarlo Piretti, Archizoom, Studio 65, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Vico Magistretti, Elio Martinelli, Umberto Riva, Gae Aulenti, Gino Sarfatti, Gio Ponti, Tobia Scarpa, tra i tanti.

Tra le invenzioni del momento, come non citare il Sacco di Gatti, Paolini e Teodoro reso celebre dai film di Fracchia?

…musica e design

Il design muta forma anche agli strumenti musicali: iconica la chitarra della Eko, Rocket, ideata dal geniale Oliviero Pigini per il gruppo musicale inglese The Rokes, destinato a mietere grandi successi in Italia. A questo proposito, una sezione sarà dedicata alla “Britaly”, la British Invasion. Molti artisti e musicisti britannici saranno, infatti, attratti dal nostro Paese e vi si stabiliranno portando con sé la nuova ventata culturale proveniente dal Regno Unito.

Dalla minigonna alla musica, all’arte: novità che l’Italia assorbe e ripropone con buon gusto e genialità.

gli annì '60 italia sessanta - la locandina con la parte anteriore di un'auto rossa  e la scritta italia sessanta

Info utili e credits

Progetto allestimento: Roberto Festi

Immagine della mostra e progetto grafico: Studio Polo 1116, Sergio Brugiolo e Chiara Romanelli

Accompagna la mostra un volume edito da Antiga Edizioni su progetto grafico di Studio Polo 1116

Palazzo Attems Petzenstein

Gorizia, piazza Edmondo De Amicis 2

0481 385335

musei.erpac@regione.fvg.it

ORARI: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00

Chiuso lunedì. Ogni prima domenica del mese ingresso gratuito

Biglietti d’ingresso:

Biglietto intero: 6 euro

Biglietto ridotto: 3 euro (ragazzi tra i 18 e i 25 anni; gruppi di almeno 10 persone; nuclei familiari con minorenni; soci Coop; soci Cec; soci FAI)

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.