Italia-Brasile, dalla cittadinanza facile al passaporto che ‘sparisce’: cosa succede in tribunale

(Adnkronos) – Prima la cittadinanza facile, e la relativa truffa, poi anche la cittadinanza che sparisce, senza lasciare traccia, o quasi. L’ondata di nuovi italo-brasiliani, che ha prodotto un gigantesco business negli anni scorsi solo in parte ridimensionato dall’intervento del governo che ha rivisto le regole per l’accesso allo ‘ius sanguinis’ con il dl convertito in legge a maggio 2025, inizia a farsi sentire anche nelle aule dei tribunali italiani. Come? Attraverso le maglie larghissime della rete che dovrebbe connettere procure, comuni e consolati e che invece consente ampie zone grigie. A ricostruire l'origine di una falla che rischia di allargarsi è un’inchiesta dell’Adnkronos.  In sostanza, quando un cittadino italo-brasiliano viene coinvolto in un procedimento che dovrebbe portarlo a processo in Italia per responsabilità penali, capita con una certa frequenza che le notifiche non arrivino a destinazione e che le prove della sua cittadinanza italiana acquisita si perdano per strada. Basta una richiesta non archiviata, un file nascosto, la riposta di un comune italiano che non arriva o il silenzio ostinato di un Consolato. Con la complicità di negligenze e omissioni troppo frequenti per essere accidentali. Il risultato è che ci sono brasiliani con il passaporto italiano in mano che ‘appare e scompare’ secondo convenienza.   Come per i reati commessi, è possibile perseguire in Italia il reato subito all’estero in danno di un cittadino italiano. A tal proposito occorre presentare l’istanza di procedimento e, nel caso in cui il reato in Italia sia perseguibile a querela, anche la stessa querela. Ma perché si possa procedere ha un peso il dato della presenza sul territorio nazionale di chi è indagato, o anche la possibilità che possa essere presente. Evidente come essere cittadino italiano e avere in mano un passaporto italiano sia un elemento rilevante. Non solo. Una eventuale condanna in Italia può incidere sul mantenimento della cittadinanza. In questo contesto, accertare correttamente la residenza di un indagato o il possesso del passaporto italiano sposta l'efficacia dell'azione giudiziaria. E può bastare una mancata, oppure omessa, risposta di un Comune o di un Consolato a bloccare i procedimenti.   La cronaca ha portato alla luce negli ultimi due anni, diversi casi di truffe e frodi, commesse con la complicità di comuni italiani. Nel caso dei legami con il Brasile sono soprattutto nel Nord Est. Emblematico il caso del piccolo comune di Crocetta del Montello, in provincia di Treviso, emerso a seguito di una indagine della Guardia di Finanza. Tra il 2018 e il 2022, circa 160 persone provenienti dal Sud America soggiornavano per pochi giorni nel territorio comunale, giusto il tempo necessario per completare la pratica burocratica e vedersi riconoscere la cittadinanza per discendenza. Un meccanismo che, secondo le Fiamme Gialle, si basava su dichiarazioni false e illecite attestazioni di residenza. Tra gli indagati sei cittadini brasiliani, tre agenti della polizia locale di Crocetta e un’anziana residente. A Val Zoldo, in provincia di Belluno, che conta 2.850 abitanti, ci sono state oltre 600 pratiche di oriundi sudamericani con avi italiani. Lo schema, uguale a molti altri casi analoghi, prevedeva la collusione di agenzie e funzionari pubblici che organizzavano residenze fittizie, permettendo ai richiedenti di saltare le lunghe liste d'attesa dei consolati brasiliani. Tutto, a fronte del pagamento di migliaia di euro per ottenere la cittadinanza in pochi mesi anziché in anni, sfruttando la possibilità di richiedere la cittadinanza per residenza e velocizzare il processo.   Nel 2024 si stimano 121mila acquisizioni di cittadinanza, in aumento del 4,4% rispetto alle 116mila del 2023. Le acquisizioni della cittadinanza italiana avvengono nella maggior parte dei casi (52% nel 2023, secondo gli ultimi dati definitivi) per discendenza (iure sanguinis). Le acquisizioni sono numerose nei Paesi dell’America centro-meridionale (oltre 90mila nel 2023; 45,5 per mille residenti di quei paesi), in particolare in Brasile (oltre 41mila; 70,1 per mille) e in Argentina (circa 33mila; 35,2 per mille), soprattutto per effetto dei riconoscimenti iure sanguinis. I primi due consolati per numerosità del fenomeno sono San Paolo (quasi 21mila acquisizioni; 81,7 per mille residenti) e Buenos Aires (oltre 12mila; 37,3 per mille) che, nell’insieme, raggruppano il 28,4% del totale delle acquisizioni, che sono molto meno numerose, invece, nei Paesi europei (circa 14mila, 4,2 per mille residenti).  La legge 23 maggio 2025 ha convertito il decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di cittadinanza. In estrema sintesi, la nuova legge introduce modifiche alla legge italiana sulla cittadinanza, principalmente limitando lo ius sanguinis (cittadinanza per discendenza) per i figli e i nipoti di italiani nati all'estero. Ora, la trasmissione automatica della cittadinanza è vincolata a un legame effettivo con l'Italia, come l'avere un genitore o un nonno nato in Italia e/o che vi abbia risieduto per un certo periodo. Eloquenti le parole con cui il Ministro degli Esteri Antonio Tajani chiariva la ratio dell'intervento: “non verrà meno il principio dello ius sanguinis e molti discendenti degli emigrati potranno ancora ottenere la cittadinanza italiana, ma verranno posti limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di 'commercializzazione' dei passaporti italiani. La cittadinanza deve essere una cosa seria”. (Di Fabio Insenga) 
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