“L’estate sta finendo” e il momento d’oro dei Righeira

Ci sono canzoni che, appena parte la prima nota, ti riportano a un preciso momento della vita. L’estate sta finendo è una di quelle. Esce nel 1985, firmata dal duo torinese dei Righeira, e diventa subito un inno di fine stagione, un ponte tra la spensieratezza estiva e il ritorno alla realtà. La loro vittoria al Festivalbar di quell’anno non è casuale: il brano ha tutto: ritmo, stile e un testo capace di parlare a tutti.
Conoscendo personalmente Michael e, soprattutto, Johnson, posso dirvi che quell’ironia e quell’energia che trasmettono non sono costruite per il palco. Sono il riflesso di un approccio autentico alla musica e alla vita, fatto di curiosità, gioco e una punta di provocazione intelligente.

Mettetevi comodi, magari con un bicchiere di Fernet alla menta con ghiaccio a disposizione (siamo rimasti io, Johnson e pochi altri a berlo, ma si accettano proseliti), un radiolone che spari la canzone a palla, e…buona lettura (e buona estate, anche se sta quasi finendo)…

Festivalbar 1985

Il 1985 è un anno denso di avvenimenti, sia nel mondo che nella musica. In Italia, il Festivalbar è ancora un evento centrale, capace di decretare il “tormentone ufficiale” dell’estate. La kermesse si svolge nelle piazze più belle d’Italia, portando musica e artisti a stretto contatto con il pubblico.
Quell’edizione vede la presenza di star internazionali e nazionali, ma sono proprio i Righeira, con il loro look colorato, le geometrie anni ’80 e il sound elettronico, unito a un irresistibile refrain di sassofono, a conquistare la platea. In un’Italia ancora affezionata alla melodia tradizionale, il loro mix di synth pop e testi apparentemente leggeri rappresenta un vento fresco, figlio delle contaminazioni musicali europee.

1985

Il 1985 non è soltanto l’anno di L’estate sta finendo. Nel mondo, la musica vive un momento epocale: il Live Aid, organizzato da Bob Geldof, unisce in un’unica maratona benefica artisti di fama mondiale, regalando al pubblico uno spettacolo indimenticabile e dimostrando il potere della musica come strumento di solidarietà globale.

Al cinema, nelle sale escono titoli destinati a diventare cult come Ritorno al futuro e The Breakfast Club, veri e propri manifesti generazionali capaci di catturare lo spirito degli anni ’80. Sul piano politico, la Guerra Fredda non è ancora finita, ma l’arrivo di Michail Gorbačëv alla guida dell’Unione Sovietica lascia intravedere i primi segni di distensione tra i blocchi. Nella vita di tutti i giorni, intanto, la tecnologia comincia a cambiare le abitudini: i primi telefoni cellulari, ancora ingombranti e riservati a pochi, fanno capolino, mentre la moda esplode in colori accesi, spalline esagerate e acconciature voluminose. In questo contesto frizzante e in rapida evoluzione, i Righeira incarnano alla perfezione l’estetica e la vitalità degli anni ’80, con un suono internazionale, un’ironia sottile e uno stile che li rende inconfondibili.

Un testo malinconico vestito da hit

A un primo ascolto, L’estate sta finendo sembra una canzone da ballare senza pensieri. Ma dietro il beat elettronico e il ritornello immediato si nasconde una malinconia sottile: l’idea che le cose belle non durino per sempre, e che anche la stagione più amata debba lasciare il passo a un nuovo inizio.
Questa capacità di combinare leggerezza e nostalgia è uno dei motivi per cui la canzone resta attuale. Non è solo un “tormentone”: è una fotografia di un momento dell’anno che tutti vivono e che tutti, in fondo, sentono proprio.

“L’estate sta finendo” e il momento d’oro dei Righeira

La Guerra Fredda del dance floor

C’è un altro tassello che rende questa canzone ancora più mitica.
Prendete un super hit-single come You Should Be Dancing dei Bee Gees e un film cult come La febbre del sabato sera, manifesti della discomusic, che sembra essere la nuova grande passione dei giovani. Siamo nel 1976.
Aggiungete l’intuizione di Henry Kissinger, Segretario di Stato degli Usa, che considera la discomusic come la mossa decisiva per vincere la Guerra Fredda. Tenete presente che lo stesso amico intimo del fu avvocato Gianni Agnelli, sulla base di questo dato di fatto, dà il via all’operazione della Cia denominata, appunto, You Should Be Dancin’, il cui obiettivo è allontanare i giovani dalla contestazione e portarli verso le discoteche.
Tutto è manovrato ad arte. Il piano sembra funzionare, e a poco a poco la contestazione giovanile comincia a sgretolarsi. Ma da qualche parte qualcuno resiste ancora, a distanza di quasi dieci anni.

Almost True

C’è un insegnante di ginnastica del liceo scientifico “Albert Einstein”, nel quartiere torinese di Barriera di Milano, ex aficionado e braccio destro di Ernesto “Che” Guevara, che trova due nuovi proseliti, appassionati di musica, tra i suoi studenti.
Li convince a scrivere e a cantare canzoni in spagnolo, lingua rivoluzionaria per eccellenza.
I due studenti gli danno retta, e tra una playa e un dinero, mandano chiari messaggi rivoluzionari con le loro canzoni.
Il Pentagono comincia a monitorare l’attività dei due ragazzi, ormai diventati superstar internazionali, ma decisamente scomodi, e decide di intervenire per eliminarli. Proprio al Festivalbar 1985, la CIA manda un proprio agente travestito da cantante, per far cadere una “americana” sui Righeira, durante la loro esibizione durante la serata finale all’Arena di Verona. L’operazione fallisce, e Michael e Johnson sono salvi per miracolo.
Testimoni Garbo, Scialpi e i Krisma (Maurizio Arcieri e Cristina Moser).
Tutto questo è raccontato magistralmente da Carlo Lucarelli nella puntata La guerra fredda del dance floor del programma Almost True. Realtà o fantasia? Guardare per credere (o meno).

Un addio all’estate, ma con stile

Oggi, a quasi quarant’anni di distanza, L’estate sta finendo resta un classico assoluto. È la colonna sonora perfetta per quei tramonti di fine agosto, quando in spiaggia si balla ancora, ma con la consapevolezza che l’estate sta davvero per lasciarci.
E forse è proprio questo il segreto della canzone: riuscire a farti sorridere e ballare, anche mentre ti ricorda che ogni stagione, come ogni momento bello, è destinata a finire. Ma finché c’è musica, c’è sempre un motivo per festeggiare.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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