Luca Carboni, RioAriO: 40 anni tra musica e arte

Rio Ari O è la mostra con cui Luca Carboni celebra la sua intensa artisticità, a 40 anni dall’uscita del primo disco “…Intanto Dustin Hof man non sbaglia un film”: a Bologna dal 22 novembre al 9 febbraio 2025

Per chi come me può dire “io c’ero”, quando cominciò a muovere i suoi primi passi nella musica, Luca Carboni è molto più di un semplice artista: è una presenza che ha attraversato il cuore di diverse generazioni, regalando a ciascuna di esse una visione unica del mondo. Con la sua voce malinconica e poetica, è riuscito a raccontare l’Italia e le sue emozioni, dipingendo paesaggi urbani e intime riflessioni personali con una delicatezza rara.

Le sue canzoni, ci accompagnano da quarant’anni, ma non sono semplici canzoni: sono fotografie scattate con le parole, scatti rubati alla realtà, versi che diventano immagini, suoni che evocano stati d’animo familiari e profondi. La sua arte musicale, che ha sempre dialogato con il mondo visivo e pittorico, è un mosaico di sensibilità e autenticità, una realtà che si può esplorare non solo attraverso le sue composizioni musicali, ma anche tramite le opere visive, spesso sconosciute, che ora verranno esposte al pubblico.

Persone silenziose

Luca Carboni è un artista che ha saputo affascinare generazioni con la sua musica, le sue parole e, meno visibilmente, con le sue immagini. Attraverso canzoni che sanno raccontare l’intimità e le esperienze della vita quotidiana, Carboni ha creato un linguaggio unico che fonde semplicità e complessità, spingendo chi lo ascolta a riflettere e a rispecchiarsi nelle sue storie. Con un timbro vocale che comunica calore e autenticità, il cantautore bolognese ha mantenuto nel tempo un rapporto profondo e sincero con il suo pubblico, diventando quasi un confidente, una voce familiare che sa cogliere le sfumature del sentire comune.

Questa autenticità si riflette anche in un lato meno conosciuto della sua produzione artistica: l’arte visiva. Carboni non si limita a comporre musica; nel silenzio del suo studio, ha sempre coltivato un’attività parallela fatta di disegni, dipinti e schizzi che raccontano un mondo interiore altrettanto vibrante.

Rio Ari O

In occasione dei quarant’anni dal suo primo album, “…Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film” (1984), Carboni ci invita a entrare in questo mondo nascosto e personale attraverso Rio Ari O, una mostra curata dal critico d’arte Luca Beatrice. L’esposizione, ideata e prodotta da Elastica in collaborazione con il Settore Musei Civici di Bologna, celebra la carriera del cantante non solo come musicista, ma anche come artista visivo. Tra disegni, schizzi, dipinti e installazioni, l’esposizione permette di esplorare l’evoluzione artistica di Carboni attraverso quattro decenni di creatività in cui musica e arte visiva si sono intrecciate, influenzandosi reciprocamente.

La mostra si articola in quattro stanze principali e una wunderkammer d’ingresso, configurandosi come una narrazione visiva e musicale della carriera di Carboni, dove la città di Bologna emerge in tutta la sua poesia. Dai portici storici alle strade del centro, dalle piazze animate alle chiese silenziose, Bologna diventa uno scenario simbolico che Carboni rappresenta con un linguaggio visivo semplice ma intenso.

Amando le donne

Le sue opere pittoriche, realizzate dalla metà degli anni ‘80, rivelano una poetica legata a figure femminili e dettagli urbani che esprimono il legame affettivo con la città. “Una parte nascosta, un percorso parallelo intimo e personale, sperimentale, quasi mai raccontato se non in alcuni rari momenti”, osserva Luca Beatrice, curatore della mostra, sottolineando come l’arte e la musica in Luca Carboni siano due linguaggi diversi, ma complementari.

Carboni si lascia ispirare dagli elementi quotidiani, come i colori delle bandiere, i cartelli stradali e i profili architettonici delle chiese bolognesi, e li riproduce con tecniche e materiali vari. La tempera, i colori acrilici e le bombolette spray si mescolano su supporti insoliti, come legni di recupero, ferro e cartone.

Questo approccio rende ogni opera unica, carica di quella matericità e spontaneità che riflettono la personalità libera e curiosa dell’artista. Come ha dichiarato lo stesso Carboni, “Nella pittura mi ispirano le donne, i colori piatti delle bandiere, i cartelli stradali, i portici e le chiese”. E continua: “Nella produzione di solito mi piace mescolare la tempera, i colori acrilici, le bombolette spray per la pittura di strada, il tutto applicato sempre su diversi tipi di supporto, a volte la tela classica ma anche legni di recupero, compensati vari e altri materiali come il ferro, il cartone, la carta da pacchi e da regalo”.

Segni del tempo

Oltre alle opere visive, la mostra è ricca anche di oggetti personali, copertine di album, testi inediti e appunti che raccontano il dietro le quinte del percorso artistico di Carboni. Elementi che rappresentano un aspetto intimo e quasi segreto della sua carriera, permettendo di cogliere l’ispirazione che anima sia la sua musica che la sua arte visiva.

L’esposizione svela, quindi, non solo la figura pubblica, ma anche quella più privata e meditativa di un artista che ha sempre vissuto la propria creatività come un diario personale. Come racconta Carboni, “La pittura ha accompagnato tutti questi miei anni di musica come un diario di immagini e visioni: personale, intimo, privato, mai messo in mostra, fatta eccezione per qualche disegno finito sulla copertina di dischi”.

La mostra culmina in una sala finale dedicata alla musica, con un sound design avvolgente che combina canzoni, inediti e registrazioni private dell’artista. Questo ambiente immersivo, arricchito da immagini e video clip, trasporta il visitatore in un viaggio musicale che racchiude il senso profondo della poetica di Carboni. Qui, la sua voce risuona come un’eco dei ricordi e delle emozioni che hanno segnato la sua vita e quella dei suoi ascoltatori.

Bologna è una regola

Come estensione della mostra, dal prossimo gennaio 2025 il Portico del Pavaglione di Bologna ospiterà un’installazione artistica con autoritratti di Carboni. Stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi, questi ritratti costituiranno una sorta di “ghost track” visiva, un omaggio alle origini e al rapporto profondo che l’artista ha sempre mantenuto con la sua città natale.

Durante il periodo della mostra, nella Sala Eventi del Museo si terrà il ciclo di incontri “Rio Ari O incontri”, dove Carboni dialogherà con ospiti d’eccezione. Il 28 novembre sarà accompagnato da Luca Beatrice per raccontare le origini e il significato di questo progetto espositivo. Seguiranno altri appuntamenti il 19 dicembre e il 30 gennaio 2025, per approfondire i temi del suo percorso artistico e musicale. Questi incontri offriranno un’occasione unica per ascoltare dalla viva voce dell’artista il racconto della sua straordinaria carriera.

Luca lo stesso

Dall’esordio negli anni ‘80 fino alle recenti sperimentazioni visive, Luca Carboni si è imposto come uno degli artisti più rappresentativi della scena musicale e culturale italiana. Con “Rio Ari O” si celebra non solo la sua carriera, ma anche il potere trasformativo dell’arte e della musica, capaci di unire persone e creare ponti emotivi. In un’epoca in cui l’immagine e la velocità spesso prevalgono sulla sostanza, Carboni ci ricorda che la vera creatività nasce dal silenzio, dall’ascolto e dalla capacità di osservare il mondo con occhi curiosi.

La mostra Rio Ari O rappresenta un invito a riscoprire Luca Carboni nelle sue molteplici sfaccettature, un artista che ha saputo trasformare la propria vita in una continua ricerca espressiva. La sua musica e le sue opere visive ci parlano di libertà, di emozioni autentiche e di una Bologna che, come Carboni, rimane testimone e protagonista di una storia artistica unica. Entrando nel mondo di Carboni, ci si trova di fronte a un racconto senza tempo, dove ogni nota e ogni tratto di pennello diventa un messaggio d’amore per la propria città e per la vita.

Pensieri al tramonto

Perdonate il confidenziale ma, per me, Luca Carboni è più di un artista: è un compagno di strada, una presenza costante che mi ha accompagnato in momenti diversi della vita, come se le sue canzoni fossero state scritte per accompagnare ogni passo, ogni riflessione, ogni emozione. È la dolcezza del suo sguardo sul mondo che trovo irresistibile, quella capacità unica di raccontare il quotidiano attraverso immagini che sono fotografie in versi. Penso, per esempio, a quando descrive “il mare che sembra mosso dalle mani di lavandaie”, e all’improvviso vedo l’infinito tra i panni che si agitano sulle onde.

Ogni parola nelle sue canzoni è un’emozione che sento vibrare, come quando descrive “gli autobus di notte, che sono locomotive, su binari morti” o quella luce che definisce con tanta precisione come “giallognola e amara, che si accende dentro al mio cuore”. E poi, c’è “Inno Nazionale” e la sua discografia più recente, che riesce ogni volta a farmi sentire la stessa intimità di un vecchio amico. Sono pezzi che, come piccoli quadri, racchiudono frammenti di vita, emozioni profonde e visioni che scaldano l’anima.

C’è qualcosa di unico nella sua musica: un mix di emozioni, intense e familiari, che si spandono nella stanza ogni volta che la puntina appoggia sul vinile. È un incontro che non perde mai intensità, un dialogo che mi invita a guardare il mondo attraverso la lente delicata e poetica di Luca, dove la bellezza si nasconde nei dettagli, nella semplicità e nella verità.

Info utili e credits

La mostra Rio Ari O sarà ospitata presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, dal 22 novembre 2024 al 9 febbraio 2025. Il progetto è stato curato da Luca Beatrice, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, e realizzato grazie al contributo di EmilBanca, Gruppo Hera, Macron, Manifattura Ceccarelli e dello chef Michele Casadei Massari. Partner gastronomico della serata inaugurale sarà Appennino Food Group e La Fenice Catering & Banqueting, mentre Radio Capital sarà la radio ufficiale dell’evento.

L’esposizione è ideata e prodotta da Elastica in collaborazione con il Settore Musei Civici di Bologna

La mostra si articolerà in quattro stanze tematiche più una wunderkammer introduttiva, mentre una speciale installazione con i ritratti di Carboni sarà allestita sotto il Portico del Pavaglione a Bologna dall’8 gennaio 2025. Per completare l’esperienza, il ciclo di incontri Rio Ari O incontri si terrà presso la Sala Eventi del Museo, a partire dal 28 novembre 2024 con Luca Beatrice. Le successive date, 19 dicembre 2024 e 30 gennaio 2025, vedranno protagonisti Luca Carboni e altri artisti amici e colleghi, sempre alle ore 18.30.

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Rio Ari O Luca Carboni -  la locandina
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”