Pax Massilia, il crime francese che divide e conquista

Marsiglia in fiamme

Marsiglia è la protagonista silenziosa di Pax Massilia, la serie francese di Netflix che sin dal debutto cattura l’attenzione per il suo ritmo serrato e la sua atmosfera cupa. Le strade del porto diventano il teatro di un conflitto che mescola giustizia e criminalità, in un equilibrio sempre precario. La narrazione non si concentra soltanto sull’azione, ma racconta anche i dilemmi morali dei protagonisti, costretti a scegliere tra le regole scritte e quelle imposte dalla sopravvivenza. Lo spettatore viene trascinato in un viaggio che corre veloce, dove ogni decisione pesa come una condanna e ogni alleanza ha un prezzo da pagare. La tensione non lascia respiro, e la sensazione è di essere sempre a un passo dal caos.

Un cast che brucia lo schermo

A dare forza a questa storia ci sono attori che non temono di sporcarsi le mani con personaggi contraddittori. Tewfik Jallab interpreta il capitano Lyès Benamar con una presenza magnetica: il suo sguardo comunica più delle parole e rende credibile la sua lotta interiore. Accanto a lui, Jeanne Goursaud porta sullo schermo Alice Vidal, poliziotta che arriva da Parigi con una carica di energia e fragilità che si intrecciano in modo naturale. Nicolas Duvauchelle veste i panni del carismatico Franck Murillo, figura che domina la scena con un fascino oscuro, incarnando la violenza e l’ambiguità del potere criminale. Queste interpretazioni danno spessore a una trama che vive di tensioni psicologiche oltre che di scontri fisici, e il cast contribuisce a rendere la serie credibile e coinvolgente.

Tra applausi e critiche

Il successo immediato della serie non ha impedito che critici e spettatori esprimessero opinioni contrastanti. Da una parte, molti hanno apprezzato la capacità della regia di Olivier Marchal di trasformare le scene d’azione in momenti di puro cinema, crudi e spettacolari. Alcuni parlano di realismo che colpisce allo stomaco, altri lodano la scelta di non edulcorare la violenza che appartiene a quel contesto urbano.

Dall’altra parte, non mancano voci più scettiche. Alcuni recensori sottolineano una certa prevedibilità della trama e la sensazione di déjà-vu rispetto ad altri titoli del genere crime. Anche i personaggi secondari, pur ben interpretati, vengono a volte percepiti come meno sviluppati rispetto alle potenzialità della storia. Il dibattito resta aperto, e forse proprio questa spaccatura contribuisce a mantenere vivo l’interesse attorno alla serie.

Tra Francia e il resto del mondo

Guardando a ciò che è stato fatto in Francia negli ultimi anni, Pax Massilia si inserisce in una tradizione che ha già visto titoli come Spiral – Engrenages o Marseille, dove la giustizia e la politica locale si intrecciano in un gioco di potere. Rispetto a Spiral, che ha conquistato pubblico e critica per la profondità con cui indaga le dinamiche della giustizia francese, Pax Massilia punta più sull’impatto visivo e sull’intensità dell’azione. Con Marseille, invece, condivide l’ambientazione ma non il registro narrativo: lì la politica dominava la scena, qui è la lotta strada per strada a fare da motore principale.

Il confronto inevitabile va anche con le serie crime internazionali, da Narcos a Gomorra, che hanno saputo raccontare mondi criminali con un realismo brutale. Pax Massilia non ha la stessa ambizione epica di queste produzioni. Ma costruisce il suo fascino nel contrasto tra la crudezza dei fatti e l’umanità ferita dei protagonisti. È proprio in questo spazio che trova la sua voce, capace di parlare a un pubblico europeo e globale.

Ci sarà la seconda stagione?

Dopo il clamore della prima stagione, la domanda che accompagna fan e osservatori è se Pax Massilia riuscirà a rinnovarsi con il secondo capitolo. Le indiscrezioni sulla nuova stagione si moltiplicano, e Netflix sembra decisa a cavalcare l’entusiasmo che ha portato la serie a scalare le classifiche internazionali. L’attesa è palpabile, soprattutto perché il pubblico si aspetta un’evoluzione.

Personaggi più complessi, intrecci narrativi meno scontati, e uno sguardo ancora più profondo sul rapporto tra Marsiglia e i suoi abitanti. Se la prima stagione ha avuto il merito di accendere i riflettori su una città vibrante e contraddittoria, la prossima potrebbe consolidare la serie come punto di riferimento nel panorama europeo del crime televisivo. Per ora resta l’attesa, e con essa la curiosità di scoprire se la promessa verrà mantenuta.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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