Ponte sullo Stretto, riunione di governo a Palazzo Chigi. Salvini: “Andiamo avanti, cantieri al via nel 2026”

(Adnkronos) –
Il ponte sullo Stretto di Messina si farà. "La maggioranza è compatta. Andiamo avanti con il progetto e siamo convinti che, dopo 160 anni, i cantieri partiranno". E' quanto ha assicurato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al termine della riunione che si è svolta a Palazzo Chigi, all’indomani della decisione della Corte dei conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull'opera. "Abbiamo appena concluso una riunione con Meloni e Tajani, che mi hanno dato mandato di proseguire lungo il percorso che vi ho appena illustrato. Ci tengo a dire ai siciliani e ai calabresi, ma anche a tutti gli italiani, che andiamo avanti. Ci viene richiesto un supplemento di produzione e di documentazione: lo faremo. Abbiamo aspettato un secolo, aspetteremo un secolo e due mesi".  Salvini si è detto "assolutamente tranquillo e determinato". "Abbiamo già calendarizzato i prossimi passi – spiega – al primo Consiglio dei ministri, nei prossimi giorni informerò i colleghi su come intendiamo procedere. L'obiettivo è mettere in sicurezza i fondi necessari per quest'opera, che siamo decisi a portare avanti. Attendiamo con la massima serenità i rilievi della Corte dei Conti, ai quali siamo convinti di poter rispondere punto per punto".   Into in una nota oggi la Corte dei conti fa sapere che ieri, "tramite la Sezione di controllo di legittimità si è espressa su profili strettamente giuridici della delibera Cipess, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del 'Ponte sullo stretto', senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera". "Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati" conclude la Corte dei Conti.  
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