Shablo Guè Joshua e Tormento: finalmente il vero rap a Sanremo 2025

Quando Shablo, Guè, Joshua e Tormento sono saliti sul palco del Festival di Sanremo 2025 per eseguire “La mia parola“, e l’Ariston ha tremato. Finalmente, una ventata di freschezza che ha spazzato via la monotonia delle solite ballad. Un brano che ha portato grinta e autenticità, dimostrando che il rap italiano ha trovato il suo posto anche sul palco più tradizionale del Paese.

Una collaborazione stellare

Shablo, il produttore visionario che ha plasmato il suono urban italiano, ha messo la sua firma su una strumentale impeccabile, perfetta per esaltare ogni voce in gioco. Guè, con il suo flow inconfondibile e il carisma da veterano, ha ricordato a tutti perché è ancora il re della scena. Joshua ha portato la freschezza e la versatilità delle nuove generazioni, incastrando con naturalezza melodia e liriche pungenti. Tormento, invece, ha dimostrato ancora una volta che la classe non ha età, sfoderando barre e ritmica che hanno dato profondità all’intero pezzo. Insieme, hanno creato una sinergia potente, dimostrando che la musica è un linguaggio universale che unisce.

Il vero rap sul palco dell’Ariston

Da anni, Sanremo ospita rapper e trapper che, per l’occasione, spengono la loro anima urban per adattarsi alla formalità del Festival. Ma non questa volta. Shablo, Guè, Joshua e Tormento non si sono piegati a compromessi: hanno portato il vero rap italiano sul palco dell’Ariston, senza tradire la loro identità. Hanno tenuto una vera e propria lezione di hip hop, mostrando al grande pubblico che questo genere non è solo una moda passeggera, ma una cultura, una filosofia, un’arte capace di emozionare e scuotere.

Un brano che lascia il segno

La mia parola” non è solo una canzone; è una dichiarazione d’intenti. Il testo affonda nelle radici urbane, parlando di resilienza e autenticità. La produzione di Shablo è impeccabile, mescolando ritmi moderni con sonorità che richiamano le origini del rap italiano. La voce di Joshua aggiunge una profondità emotiva, mentre le barre di Guè e Tormento portano esperienza e maestria. Un’esibizione che ha lasciato tutti senza fiato.

Il rap che piace anche ai colletti bianchi

La reazione del pubblico è stata entusiasta. Finalmente, qualcosa di diverso, qualcosa con le palle. Un’esibizione che ha rotto gli schemi e ha dimostrato che Sanremo può essere il palcoscenico per tutti i generi musicali. I social sono impazziti ma, almeno per me, il delirio è arrivato in sala stampa quando ho avuto l’onore di poter stringere la mano a Shablo e chiedergli qualche anticipazione sulla serata cover dove con la crew ci sarà anche Neffa.

In un’edizione del Festival che rischiava di essere prevedibile, Shablo, Guè, Joshua e Tormento hanno portato una ventata di aria fresca. “La mia parola” è destinata a rimanere nella memoria come uno dei momenti più alti di Sanremo 2025. Una performance che ha dimostrato che l’innovazione e la tradizione possono convivere armoniosamente sul palco dell’Ariston. Se qualcuno pensava che il rap a Sanremo fosse solo un esperimento, adesso dovrà ricredersi: qui c’è stata la storia.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.