Simenon, a Bologna la mostra che svela il mondo del papà di Maigret

Otto tappe per scoprire il cuore e la penna di Georges Simenon: tra pipe, passaporti e passioni

Fino all’ 8 febbraio 2026, la Galleria Modernissimo di Bologna si trasforma in un atlante letterario tutto da esplorare con “Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere”, una mostra spettacolare curata da Gian Luca Farinelli e John Simenon (figlio dello scrittore) e realizzata dalla Cineteca di Bologna. Un’occasione imperdibile per addentrarsi nell’universo creativo e personale di uno degli autori più prolifici, enigmatici e affascinanti del Novecento.

Ecco dunque la mostra più detective dell’anno! Viaggi, misteri e parole di Georges Simenon, il romanziere che ha fatto della scrittura una missione e del mondo il suo studio.

Scatto realizzato da Simenon nel corso del suo viaggio attraverso i canali di Francia.
Primavera 1928 / Fonds Simenon.
© Simenon.™
Scatto realizzato da Simenon nel corso del suo viaggio attraverso i canali di Francia. Primavera 1928 / Fonds Simenon. © Simenon.™

Dalla nebbia di Liegi al sole d’Africa: la geografia di un genio inquieto

Chi è davvero Georges Simenon? Molto più del “papà di Maigret”. Nato a Liegi nel 1903, Simenon è uno scrittore da Guinness: oltre 400 libri pubblicati, tradotti in più di 50 lingue, e una velocità di scrittura da maratoneta della tastiera. Un romanzo in 11 giorni era nella norma.

La mostra è un itinerario in otto tappe, otto viaggi reali e simbolici che ci raccontano l’evoluzione di un uomo e del suo sguardo sul mondo. Si parte da Liegi, si passa per Parigi (dove il giovane Georges si firma ancora “Sim”), si sale a bordo con lui per viaggi in barca e treno attraverso l’Europa e l’Africa, fino agli Stati Uniti e alla definitiva approdo in Svizzera.

Curiosità: Simenon era un viaggiatore compulsivo e un osservatore acutissimo. Scattava migliaia di fotografie durante i suoi reportage, una vera ossessione per il dettaglio umano e ambientale.

Dall’album di
Régine Renchon
(Tigy).
Gli anni parigini: Simenon con
Tigy
e Josephine Baker nel
locale ‘Chez
Josephine’. Parigi, 1926
ca.
/ Coll. Diane Simenon.
© Simenon.™
Dall’album di Régine Renchon (Tigy). Gli anni parigini: Simenon con Tigy e Josephine Baker nel locale ‘Chez Josephine’. Parigi, 1926 ca. / Coll. Diane Simenon. © Simenon.™

Pipe, buste gialle e lettere d’amore: il mondo privato di Simenon in mostra

Nel cuore della mostra, ci sono manoscritti, dattiloscritti, pipe, matite e le famose “buste gialle”, veri e propri scheletri narrativi su cui costruiva i suoi romanzi. Ma anche gli album della moglie Tigy, le lettere con Gide, Miller, Fellini (con cui instaurò una sorprendente amicizia), Renoir, Truffaut…

Una sezione è dedicata al metodo di scrittura dello scrittore belga: rigoroso, maniacale, quasi da rituale sciamanico. “Scrivere è una forma di ipnosi”, diceva lui. E in effetti, i suoi romanzi avvolgono come un sogno lucido, anche quando esplorano gli angoli più cupi dell’animo umano.

“Capire non significa giustificare. È solo impossibile giudicare senza comprendere.”— Georges Simenon

Un pensiero che è anche il cuore pulsante della filosofia di Maigret, il commissario empatico che cerca sempre l’uomo dietro il crimine.

Romanzo popolare
Katia Acrobate
, firmato
“
Georges Sim
”
, edito da Fayard nel 1931.
Nel corso del suo apprendistato letterario Simenon utilizzò più di trenta pseudonimi.
Coll. John Simeno
Romanzo popolare Katia Acrobate , firmato Georges Sim”, edito da Fayard nel 1931. Nel corso del suo apprendistato letterario Simenon utilizzò più di trenta pseudonimi.
Coll. John Simeno

Il ritorno al cinema: Simenon sul grande schermo

Parallelamente alla mostra, il Cinema Modernissimo propone una retrospettiva da brivido: noir, drammi psicologici, passioni torbide e piccoli capolavori nascosti. Da Melville a Chabrol, da Duvivier a Béla Tarr, i registi più visionari hanno interpretato (e reinterpretato) i romanzi di Simenon in chiave personale.

foto binco nero d'epoca dello scrittore georges simnenon
Aankomst Georges Simenon (auteur) op Schiphol, hier tijdens persconferentie.*10 mei 1965

Simenon e l’Italia: da Mondadori ad Adelphi, passando per Fellini

Lo sapevate che Simenon è presidente della giuria del Festival di Cannes nel 1960? E’ lui a sostenere “La Dolce Vita” di Fellini, innescando una lunga amicizia con il regista. Ed è proprio Fellini a consigliargli Adelphi come editore italiano, con l’uscita – nell’aprile del 1985 – di Lettera a mia madre.

Curiosità: nonostante scrivesse in francese, Simenon è pubblicato per la prima volta fuori dalla Francia proprio in Italia, da Mondadori, nel 1932. Un amore editoriale che dura da quasi un secolo.

“Non è l’uomo che fa i viaggi, ma i viaggi che fanno l’uomo.”— Georges Simenon

Un motto perfetto per chi visiterà questa mostra come un piccolo esploratore letterario.

01
Georges Simenon osserva la Darsena. Milano, 1957
© Mondadori Portfolio/Mario Carrieri
02
Georges Simenon vestito da tamburino per uno spettacolo della scuola elementare Saint
-
André.
Liegi, 1914 ca.
/ Coll.
John Simenon.
© Simenon.™
03
Scatto
realizzato
da Simenon
dalla serie realizzata
sulla spiaggia di Odessa.
Una selezione di queste
fotografie farà da corredo al reportage di viaggio
Popoli che hanno fame
(1934)
URS
S, giugno 1933 / Fonds Simenon.
© Simenon.™
04
Simenon e la pioniera della fotografia d’avanguardia Germaine Krull, a bordo dell’Ostrogoth.
Insieme realizzarono il primo romanzo poliziesco illustrato
La Folle d’
Itteville
, con 104 fotografie a
corredo del testo. 1931
/ Coll. John Simenon.
© Simenon.™

Simenon e la pioniera della fotografia d’avanguardia Germaine Krull, a bordo dell’Ostrogoth. Insieme realizzarono il primo romanzo poliziesco illustrat La Folle d’ Itteville
, con 104 fotografie a corredo del testo. 1931/ Coll. John Simenon. © Simenon.™

Informazioni utili

📍 Dove: Galleria Modernissimo, Piazza Maggiore – Bologna
🗓 Quando: 10 aprile 2025 – 8 febbraio 2026
🎟 Organizzazione: Cineteca di Bologna, in collaborazione con John Simenon
💡 Con il sostegno di: Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura, Adelphi Edizioni e molti altri

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte e Cultura. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla realizzazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva. Cura dal 2024 la.promozione della fondazione Sergio Bonfantini e dal 2021 la promozione della Fondazione Carlo Bossone. .Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “ del dottor Ravazzani. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Ha curato per il Comune di Collegno 2 mostre d'arte di respiro nazionale nel 2021 e nel 2022 con circa 90.000 visitatori. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".