Stabilimenti balneari: come trasformare un lido in beach club

Un cambio di paradigma inevitabile

Per anni la formula “ombrellone, sdraio e mare” è stata più che sufficiente a garantire stagioni di successo. Oggi, però, il pubblico non si accontenta più. Il turismo balneare sta attraversando una trasformazione profonda: non basta offrire comfort, occorre creare esperienze memorabili, capaci di valorizzare l’intera giornata al mare, non solo le ore dedicate alla balneazione.

Dove si innova, il pubblico risponde

Gli esempi virtuosi non mancano. Gli stabilimenti balneari che, già da qualche anno, hanno affiancato ai servizi tradizionali cucina di livello, intrattenimento culturale, aperitivi al tramonto e format serali, oggi registrano un’affluenza superiore alla media. La clientela cerca qualità, ambienti curati e la possibilità di vivere la spiaggia come luogo d’incontro, relax e divertimento, ben oltre la semplice tintarella.

L’intrattenimento diventa così un asse portante dell’offerta:

  • Spettacoli serali e concerti al tramonto, con scenografie naturali che valorizzano l’unicità del mare.
  • Aperitivi danzanti e DJ set, capaci di trasformare la spiaggia in un vero club open-air, frequentato non solo dai bagnanti ma da un pubblico nuovo e trasversale.
  • Incontri culturali, talk e presentazioni di libri, per unire turismo balneare e contenuti di valore, intercettando un target più maturo e curioso.
  • Format tematici settimanali, che fidelizzano il cliente e danno identità allo stabilimento: dal cinema sotto le stelle alle cene degustazione con ospiti d’eccezione.

BOX DI APPROFONDIMENTO

Dai lidi ai “beach club”: cosa funziona davvero

  • Gastronomia di eccellenza: menù firmati da chef e materie prime locali.
  • Eventi tematici: concerti al tramonto, aperitivi danzanti, talk culturali.
  • Servizi integrati: spazi per lo sport, benessere e coworking vista mare.
  • Identità chiara: ogni stabilimento con una proposta riconoscibile.

La professionalizzazione è la chiave

Perché questo modello funzioni, serve un approccio manageriale solido: strutture ben progettate, personale formato, imprenditori capaci di guardare oltre la stagione estiva. Non è più il tempo dell’improvvisazione: la spiaggia deve essere vista come una piattaforma di servizi integrati, non come un semplice punto di balneazione.

L’intrattenimento richiede competenze specifiche: programmazione artistica, cura della sicurezza, gestione del pubblico e attenzione alle partnership con operatori culturali e musicali. Un calendario eventi ben costruito non è un costo extra, ma un investimento che aumenta il valore percepito e la redditività dello stabilimento.

Uno sguardo al futuro: il 2027 come data spartiacque?

La prospettiva di un riordino delle concessioni balneari nell’ambito dell’attuazione della direttiva Bolkestein potrebbe rappresentare un punto di svolta. Forse sarà proprio il 2027 a chiudere il cerchio, portando a una selezione naturale: sopravvivranno e prospereranno solo gli stabilimenti capaci di offrire professionalità, innovazione e valore aggiunto reale.

Il mare resta il cuore dell’offerta, ma oggi l’esperienza fa la differenza. Il futuro dei lidi sarà di chi saprà trasformarli in veri stabilimenti balneari di nuova generazione, capaci di coniugare tradizione e innovazione, intrattenimento e alta qualità.

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Antonio Di Trento
Antonio Di Trentohttps://evasioniinnocenti.blogspot.com/
Conduttore radiofonico e giornalista, laureato in Lettere e Filosofia con una tesi in Storia e Critica del Cinema presso l'Università Sapienza di Roma. Ha ricoperto il ruolo di responsabile dell'ufficio stampa per diverse aziende e società e, dal 2019 al 2024, è stato portavoce presso il Parlamento europeo a Bruxelles. Tra i fondatori dell'Agenzia di Comunicazione 26 Lettere, ha curato e cura rubriche di musica, cultura ed enogastronomia per diverse testate giornalistiche, sia online che cartacee. È autore del blog Evasioni Innocenti, dove scrive di amore, sentimenti e altri disastri. Di sé dice: "Sono nato in riva al mare, ieri con decorrenza oggi. Mi piace la leggerezza, in qualunque salsa. Se mi alzo presto, mi siedo sul divano e ci resto fino alle 11; poi colgo l'occasione e realizzo, ma sempre con la testa staccata dalle spalle. A volte sembro lento come un messicano, altre veloce come Speedy Gonzales (che, in fondo, è sempre sudamericano). Sono “assuefatto” alla musica di Pino Daniele e dei Level 42, alla scrittura di Peppe Lanzetta, al teatro di Enzo Moscato e al cinema di Pappi Corsicato. Vivo con Silvia e 5 cani, a duecento metri da mia madre, da tutti conosciuta come: la Peppina nazionale.
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