Side A – Storie a 45 giri: “Uomini soli” dei Pooh (Festival di Sanremo 1990)
La musica, soprattutto quella incisa sui 45 giri, ha raccontato epoche, emozioni e rivoluzioni sonore. “Side A – Storie a 45 giri” nasce per ripercorrere la storia di quei singoli che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Dopo aver inaugurato la rubrica con “Fai rumore” di Diodato, torniamo indietro di trent’anni per rivivere un’altra vittoria storica al Festival di Sanremo: quella dei Pooh con “Uomini soli” nel 1990. Un brano che segna una svolta nella carriera della band e che ancora oggi è considerato una delle loro canzoni più iconiche.
Sanremo 1990: un Festival di grandi cambiamenti
L’edizione numero 40 del Festival di Sanremo si svolge dal 28 febbraio al 3 marzo 1990 al Teatro Ariston. Alla conduzione c’è Johnny Dorelli, volto rassicurante e legato alla tradizione musicale italiana, e Gabriella Carlucci, alla sua seconda conduzione dopo l’edizione del 1988.
Il clima del Festival è quello di un rinnovamento: il patron Adriano Aragozzini articola la gara in due categorie (Campioni e Novità) e si sperimenta con un meccanismo di votazione misto, che include giurie selezionate e il voto della sala stampa.
L’edizione segna una vera svolta per il Festival: fa ritorno l’orchestra (assente da dieci anni) e si tenta la formula dei cantanti stranieri abbinati a quelli italiani, come nelle edizioni degli anni Sessanta. Tali artisti si esibivano, tuttavia, fuori gara e pochi di essi pubblicarono la propria versione in un loro album, tantomeno come singolo.
Per stemperare l’ansia di tale novità, la Rai, nel mese precedente alla messa in onda della kermesse, trasmise Il caso Sanremo, una sorta di farsesco “processo” al Festival, condotto da Renzo Arbore in qualità di presidente della corte, Lino Banfi nelle vesti di avvocato difensore e Michele Mirabella in quelle della pubblica accusa. Un “Dopo Festival” ante litteram.
Il Palafiori
A causa delle modifiche non più procrastinabili che dovevano essere effettuate per il restauro e l’ampliamento del Teatro Ariston, e anche per accelerare i lavori che avrebbero consentito l’apertura del nuovo mercato dei fiori sito a Bussana, una frazione di Sanremo (all’inizio della Valle Armea), l’amministrazione comunale decise di spostare la manifestazione nella megastruttura per l’occasione chiamata Palafiori.
Tale capannone, trasformato in teatro, riusciva ad ospitare fino a cinquemila persone compresa l’orchestra.
A sorprendere il pubblico e la critica è soprattutto una band leggendaria: i Pooh. Nonostante una carriera già ricca di successi, il gruppo non ha mai partecipato in gara a Sanremo. Il 1990 diventa così l’anno della loro prima volta sul palco dell’Ariston, con una canzone destinata a lasciare il segno: “Uomini soli“.
Uomini soli
Il brano presentato dai Pooh è una delle loro canzoni più emozionanti. “Uomini soli” racconta la solitudine nelle sue molteplici sfaccettature: non solo quella sentimentale, ma anche quella esistenziale, che attraversa ogni essere umano. Le strofe dipingono storie di uomini diversi, tutti accomunati dalla stessa sensazione di vuoto interiore. Il testo, scritto da Valerio Negrini, poeta e paroliere del gruppo, colpisce per la profondità e la capacità di toccare corde universali.
Dal punto di vista musicale, la melodia si sviluppa su un arrangiamento raffinato, tipico dei Pooh. Le orchestrazioni creano un’atmosfera sospesa e intensa, mentre la voce di Roby regala un’interpretazione toccante nel ritornello, supportata dalle strofe armoniose di Dodi, Red e Stefano.
Da notare che la canzone scelta dai discografici per il Festival non era “Uomini soli”, ma “Donne italiane”, ritenuta più consona, più “Pooh”, rispetto al target canoro della kermesse sanremese. I quattro si opposero fermamente alla scelta del management, si impuntarono, minacciarono di non partecipare alla manifestazione, e la ebbero vinta, dopo un lungo tira e molla. Con ragione, evidentemente.
Il trionfo sul palco dell’Ariston
Quando “Uomini soli“ viene annunciata come vincitrice, il pubblico reagisce con una standing ovation. I Pooh, visibilmente emozionati, salgono sul palco per ricevere il premio. Per loro, che hanno sempre dominato le classifiche senza mai gareggiare in un concorso, la vittoria rappresenta una consacrazione definitiva.
In un’edizione ricca di brani memorabili, la loro ballata si distingue per l’intensità e il messaggio profondo. Tra gli altri artisti in gara figurano Toto Cutugno con “Gli amori“, che si classifica secondo, e Amedeo Minghi con Mietta, che ottengono il terzo posto con “Vattene amore“.
Un successo senza tempo
Dopo la vittoria a Sanremo, “Uomini soli“ diventa un classico della musica italiana. Il brano viene incluso nell’omonimo album pubblicato nel 1990 e ottiene un successo straordinario, restando per settimane ai vertici delle classifiche di vendita.
Il singolo esce su 45 giri, con sul lato B “Concerto per un’oasi“, un altro brano raffinato della band. La canzone si diffonde rapidamente nelle radio e viene adottata da molte generazioni come inno della malinconia e dell’introspezione.
Nel corso degli anni, “Uomini soli” viene reinterpretata in molteplici versioni e rimane una presenza fissa nelle scalette dei concerti dei Pooh. Nel 2016, durante il tour per i 50 anni di carriera, la band la ripropone con una nuova intensità, dimostrando che il suo messaggio è ancora attuale.
Il ruolo di “Uomini soli” nella discografia dei Pooh
La canzone rappresenta uno dei punti più alti della produzione artistica dei Pooh. Con “Uomini soli“, la band mostra una maturità musicale e testuale che li allontana dalle atmosfere più leggere di alcuni loro successi precedenti.
Se negli anni ’70 e ’80 i Pooh erano diventati sinonimo di rock melodico e sonorità elaborate, con questo brano confermano la loro capacità di raccontare sentimenti universali. “Uomini soli” segna anche un momento di forte introspezione per il gruppo, che prosegue il suo percorso musicale con nuove sperimentazioni e progetti ambiziosi.
A più di trent’anni dalla sua uscita, “Uomini soli“ resta un pezzo fondamentale della musica italiana. La sua vittoria a Sanremo ha segnato un’epoca, ma è soprattutto il suo significato universale a renderla ancora oggi così amata.
Per i Pooh, quel 1990 ha rappresentato una svolta e una conferma del loro ruolo nella storia della musica. Per il pubblico, invece, “Uomini soli“ è e rimane una colonna sonora dell’anima, capace di emozionare a ogni ascolto.
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