Robocop esiste davvero e lavora in Thailandia (video)

Chi è cresciuto negli anni Ottanta lo sa bene: Robocop non era solo un film d’azione con tute metalliche e spari a volontà, ma una vera e propria icona. Metà uomo, metà macchina, tutto giustizia. A distanza di quarant’anni, quella fantasia un po’ cupa e un po’ futuristica sembra aver messo piede nel mondo reale, anche se con meno pistole e più telecamere. Niente Detroit stavolta: la scena è Nakhon Pathom, provincia thailandese dove ha fatto il suo debutto AI Police Cyborg 1.0, il primo robot-poliziotto. E no, non è uno scherzo.

Nel pieno del festival Songkran, il Capodanno lunisolare buddista celebrato tra secchiate d’acqua e strade affollatissime, il robocop thailandese è stato messo alla prova come una celebrità in tournée. Mentre tutti si bagnavano per tradizione, il cyber poliziotto scrutava la folla da un punto di osservazione privilegiato, sguardo fisso, corpo d’acciaio e zero spirito festivo, per assicurarsi che tra gli spruzzi e i sorrisi non si nascondessero anche intenzioni meno allegre.

Intelligenza artificiale sì, ma niente superpoteri

AI Police Cyborg 1.0, dietro al nome che sembra preso in prestito da un videogioco anni Novanta, ha una missione piuttosto chiara: supportare la polizia in carne e ossa nel mantenere l’ordine. Non interviene, non arresta, non spara reti da cattura come certi suoi colleghi cinesi. Al massimo osserva, analizza e, se nota qualcosa di sospetto, lancia l’allarme ai suoi colleghi umani. Un vigilantes che interagisce con il corpo delle forze armate segnalando in tempo reale ogni anomalia, disordine o pericolo, in barba alle complesse installazioni di telecamere di sorveglianza.

E a proposito di telecamere: ne ha a 360 gradi, registra tutto e si collega pure ai droni in volo e alle videocamere di sorveglianza sparse per la città. È un grande fratello mobile, lucido e silenzioso, capace di riconoscere volti, analizzare espressioni e capire se qualcuno si sta comportando in modo strano, percependone le intenzioni. Non ci è dato sapere se capisca anche il sarcasmo, ma sarebbe decisamente un valore aggiunto.

Il robot che riconosce le intenzioni

Il Cyborg non si limita a guardare: giudica. Analizza il volto, l’abbigliamento, la corporatura, il sesso, l’atteggiamento. Se il tuo outfit da festival non convince o se qualcuno ha l’aria sospetta, è probabile che attiri la sua attenzione. Il suo sistema di riconoscimento facciale si basa su una blacklist di persone sospette o già note alle autorità. Se individua un soggetto di questo tipo, parte l’avviso alla polizia. Certo, il pericolo è che se qualcuno ha solo l’aria torva o ama vestirsi di nero, potrebbe finire sotto i riflettori per sbaglio. Ma questi sono dettagli.

Il sistema è talmente sofisticato che riesce a distinguere anche tra una pistola giocattolo piena d’acqua (tipica del Songkran) e un’arma vera. E se pensa che due persone stiano per darsele di santa ragione, il Robocop thailandese lo segnala prima ancora che il primo pugno venga sferrato. Un po’ come avere un arbitro invisibile che ferma il match prima del fallo.

E la Privacy?

Ovviamente, in tutto questo entusiasmo tecnologico, ci si è dimenticati di un piccolo dettaglio: la privacy.

Il riconoscimento facciale è una delle tecnologie più discusse degli ultimi anni, e in Europa è regolamentato con leggi piuttosto severe.

E in Thailandia? Diciamo che l’approccio è un po’ più rilassato. E quindi il Robocop può scansionare i volti con una disinvoltura che in altri Paesi scatenerebbe tre class action e una protesta in piazza.

Ma il vero problema non è solo cosa vede, è come lo interpreta. Come tutta l’intelligenza artificiale, anche lui è figlio di chi lo ha programmato. E i pregiudizi umani, si sa, non hanno bisogno di essere caricati via USB: trovano sempre il modo di infilarsi anche tra le righe di codice. Così capita che il Cyborg sviluppi una sua personale e, probabilmente, a volte, discutibile, idea di cosa sia “sospetto”.

Il futuro non è un film

In fondo, AI Police Cyborg 1.0 è solo il primo passo di un cammino che ci porterà verso una nuova convivenza tra uomini e robot. In Cina i robot-poliziotto già girano per le strade, salutano la gente e rispondono ai comandi vocali. Alcuni inseguono i sospettati a una velocità tale che, se non sei un atleta olimpico, è meglio cambiare mestiere. E mentre la fantascienza continua a immaginare futuri distopici, nella realtà, le forze dell’ordine iniziano ad assomigliare sempre di più a un episodio live di Black Mirror.

Certo, la domanda resta: ci sentiremo davvero più sicuri sapendo che a guardarci non sono solo occhi umani ma anche lenti metalliche collegate a un algoritmo? Forse sì. Forse no. Ma se l’obiettivo era quello di far parlare di sé, il Robocop thailandese ci è riuscito. Anche senza dire una parola.

Thailand’s ‘RoboCop’: Watch What Police’s New Humanoid Guard ‘AI Cyborg 1.0’ Can Do| 1st Visuals Out

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Maury Maurix
Maury Maurix
Io Sorcino Nerazzurro, non sono un Uomo da Bruciare, ma Vivo la Favola Mia e Baratto L'evento. Tu Salvami, non posso Morire Qui su Marciapiedi o Spiagge. Arrendermi mai con le Spalle al Muro..., No Mamma No, Un Uomo No , Amico se vorrai. Ciao Ni , Vita (ti Amo Renato...un pò troppo? ...Naaa!) Tra Judo, Inter e Renato, vivo la vita e mi sento fortunato. Di cosa vi parlerò? Delle mie passioni, sperando di incontrare le vostre!
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